È un live proprio “best”, fatto con una scelta accurata di canzoni. C'è qualche canzone che però ti sei dimenticato? “'Marea'. Nonostante la scelta attenta, purtroppo non si riesce sempre ad accontentare tutti”.
Ascoltando il disco mi sono resa conto di quante canzoni importanti tu abbia interpretato, ma anche di come certi brani raccontino delle epoche. Ad esempio “Gli innamorati” è una canzone quasi divulgativa perché ci ricorda che una volta c'era la SIP, la compagnia telefonica. Forse allora non c'era nemmeno il product placement, non credo che la SIP ti abbia pagato... “No assolutamente, anche se c'erano già le carte di credito”.
Tu sei stato uno dei primi in Italia a dare valore alle canzoni solidali, penso a “Gli altri siamo noi” e a “Si può dare di più” con Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri... “Anni fa non era usuale, anche nel mio percorso, perché io ho sempre cantato l'amore. Qualche volta però ci stavano bene le canzoni che si occupassero del sociale”.
“Gli altri siamo noi” è ancora molto attuale, anche purtroppo per certi versi. È vero che anche la musica leggera e pop può dare un'opinione? “Le cose sono peggiorate tanto. Noi che facciamo canzoni cogliamo magari un senso della vita più romantico e poetico ma viviamo comunque tutte le sensazioni di quello che non funziona, dell'umanità in generale; spesso queste cose diventano spunto per testi e racconti che citano avvenimenti gravi”.
Mi viene in mente anche il brano “Ciao Lulù”, che racconta la storia di una bimba adottata. Sono canzoni d'amore ma anche di vita... “Sono orgoglioso del mio repertorio discografico, sono contento di aver fatto cose che hanno spiegato sensibilità artistica tramite queste canzoni che ha condiviso con me il pubblico che mi segue in Italia e nel mondo”.
Il disco è stato anticipato dal featuring di “Ti amo” con Anastacia, che è un'artista ma anche una donna straordinaria con un percorso importante. Sono molto felice di questa scelta, com'è nata? “È stato molto semplice, noi in famiglia siamo suoi fan e quando ci fu l'idea di festeggiare questo anniversario abbiamo pensato ad Anastacia, l'abbiamo contattata e lei dopo 24 ore ci ha dato una risposta. Con questo duo pensavamo di festeggiare in modo ottimale i 40 anni di 'Ti amo'”.
Tu che sei un artista internazionale che si è esibito in tutto il mondo, puoi dare conferma o confutare la tesi secondo cui i più grandi sono i più veloci a dare una risposta perché “non se la tirano”? “Quando hai un contatto diretto con l'artista è molto più semplice vagliare insieme la proposta e il progetto ed è più semplice, di conseguenza, dare una risposta. Quando invece si passa dalle case discografiche le cose si complicano”.
Ci sono amici che ci stanno guardando in tutto il mondo e siamo tutti molto felici perché tu e Anastacia sarete a RADIO ITALIA LIVE – IL CONCERTO per festeggiare i 35 anni di Radio Italia. Ci saranno milioni di persone che urleranno questa “Ti amo” liberatoria... “Sono molto felice di partecipare e di farlo con questo progetto, insieme a lei. 'Ti amo' è stato un gesto coraggioso e rischioso, ripetuto così tante volte ancora di più”.
Tu la vedi ancora in giro una canzone che tra 40 anni sarà considerata un nuovo singolo? “Non ne ho idea, io ho adorato la pagina di musica italiana dei grandi artista, da Lucio Battisti in poi. Mi sono chiesto come mai non tutti gli artisti hanno le stesse chance che ho avuto io o un Eros Ramazzotti, forse è il destino. Ci sono state canzoni molto forti, dagli anni '60 agli anni '80, penso che in quel periodo si siascritto davvero tutto, in Italia e nel mondo, però credo che tra 20 e 30 anni ci saranno ancora tante canzoni che gireranno”.
Siamo pronti per ri-celebrare questi “40 anni che Ti amo”, che è un disco live ma anche un tour che partirà domani con una tappa sold out dal Teatro Dal Verme. Il 20 aprile invece sarai al Teatro Colosseo di Torino, tutto esaurito, poi via n tutta Italia. Ci sarà anche una tranche internazionale... “Stiamo ancora finendo la scheda del programma, ci saranno altri paesi d'Europa, sarà tour molto lungo, se tutto andrà bene riusciremo a finirlo a ottobre o novembre”.
Questo tuo accento internazionale, che ti rende un po' inglese mi piace molto. Sei felice di ritornare in Europa? Come li percepisci i cambiamenti? “Si sente in Europa, come si sente in Italia, questa tensione che non ci appartiene tanto. Credo che fare musica è anche un momento di evasione e in quel momento cerchiamo di comunicare cose belle, per coinvolgere la gente e per illuderci che tutto vada bene”.