MASTERCLASS A MILANO11 gen 2023

Gué fa il maestro di rap: dalla nascita del genere al suo nuovo disco “Madreperla”

Il racconto dell'originale presentazione di Gué: il nuovo album arriva il 13 gennaio, è interamente prodotto da Bassi Maestro, ha tantissimi ospiti e omaggia anche Ron e i Tiromancino

Scusate la cartelletta, ma per me è una cosa nuova”. Inizia così la speciale Masterclass di Gué, al Triennale Teatro di Milano, per presentare il suo nuovo album “Madreperla” ma, soprattutto, parlare di rap a 360 gradi. Il prossimo progetto, in uscita venerdì 13 gennaio, è infatti un omaggio al sound e agli artisti che hanno ispirato Gué, accompagnato in questo viaggio da tanti amici, da Marracash a Sfera Ebbasta, da Rkomi a Mahmood, sempre sotto la produzione di Bassi Maestro: “Molti ironizzano che ho fatto feat. con tutti ma, se tanti talenti vogliono collaborare con me, per me è la cosa più bella”.
La lezione di rap di Gué parte dal trailer di “Madreperla”, già condiviso sui social nei giorni scorsi e presentato dalla “guest starJerry Calà, con cui l’artista ha svelato l’arrivo del suo nuovo album. Gué entra con addosso lo stesso accappatoio rosso del video, girato in un immaginario Grand Hotel Madreperla: “Cercheremo di far capire come si fa bene il rap, a modo nostro”, prosegue da solo sul palco, liberandosi del curioso outfit, come un vero e proprio insegnante.
LA NASCITA DEL RAP E I SUOI FONDAMENTALI. La sala in Triennale a Milano è piena di ragazzi giovanissimi, ma prof. Gué ci tiene a raccontare il rap a tutti, anche ai più neofiti, partendo dai primi pezzi di questo genere a entrare in classifica: siamo oltreoceano ed è la fine degli anni ‘70, anche se in Italia, pochi anni prima, c’è chi si è autoproclamato pioniere del rap italiano. Gué cita allora Adriano Celentano, con “Prisencolinensinainciusol” nel ‘73: “Avrebbe addirittura anticipato gli americani!”, dice, spiegando però come mancassero ancora nel nostro Paese i “comandamenti” del rap, partendo da un buon compromesso tra musicalità e testo e proseguendo con un buon flow, senza "parole a caso" ma con metafore e figure retoriche della poesia moderna.
L’IMPORTANZA DI RACCONTARE. Un altro fondamentale del rap è lo “storytelling”, la capacità di raccontare, attraverso rime e stile, una storia: “Mi piace romanzare la realtà”, continua Gué, sfoderando in anteprima un esempio dal suo nuovo album “Madreperla”: è “Prefissi”, la traccia che apre un nuovo progetto ricco di “citazioni che facessero capire quello di cui si parla”. Il brano sfrutta i prefissi telefonici delle varie nazioni per farci fare un giro del mondo: “Ci sono infiniti beat su cui parlare di ogni cosa, ma c’è una regola d’oro: parlate di quello che volete, anche del vostro orto, ma parlate di qualcosa che avete vissuto o almeno visto”, si raccomanda il rapper, subito dopo aver regalato un frammento del video del pezzo, uno dei pochissimi che non vede la partecipazione di altri artisti.
TUTTI I FEAT. Sono tanti gli ospiti, infatti, che affiancano Gué in “Madreperla”: “Dicono che ormai mi manca solo il feat. con Al Bano!”, scherza lui, rivendicando comunque l’importanza delle collaborazioni, dal punto di vista artistico e del business moderno. Così, in “Tuta Maphia”, troviamo Paky, artista della nuova generazione come Anna che, insieme a Sfera Ebbasta e allo stesso Gué, canta invece “Cookies N’ Cream”, altra traccia della quale l’artista offre uno stralcio in anteprima e che riprende le sonorità dance dei primi anni 2000: “Lei ha solo 19 anni ed è la rapper donna più forte che abbiamo. Sfera adesso ha 30 anni, ma insieme si sono messi al servizio del nostro suono. Hanno fatto un lavoro fantastico”. La tracklist prosegue con altri nomi come Massimo Pericolo (“Need U 2nite”), “uno dei talenti di scrittura più bravi”, e con altri due pezzi grossi, insieme a Gué nello stesso brano (“Free”): Marracash e Rkomi, ringraziato particolarmente per essere “retrocesso dal suo mondo indie” ed essersi prestato “al gioco” con successo. E ancora Mahmood (“Lontano dai guai”), che “ha alzato l’asticella dell’album”, per concludere con Benny The Butcher (“Da 1K in su”) del collettivo americano Griselda, “il più cool del momento”, e con Napoleone (“Capa Tosta”), talento indie di Napoli: “Mi piace molto la lingua e la fonetica partenopea”.
I SAMPLES E GLI OMAGGI AL PASSATO. La lezione non è finita e, secondo Gué, per fare rap, è importante lavorare con i campionamenti: “È un’opportunità per capire di cosa si alimentava la nostra musica. Ora ci sono talenti che non hanno mai preso un vinile in mano, a me invece piace il beat con un sample che riconosco”. È così che, se “Madreperla” spazia tra generi e argomenti diversi, le 12 tracce sono legate dal filo comune che è l’omaggio al passato, con campionamenti di pezzi giamaicani e dell’hip-hop degli anni ‘80, fino ai musicisti italiani: “Abbiamo campionato anche Ron, una scelta bizzarra”, la definisce Gué prima di lasciare la parola a Bassi Maestro, che ha prodotto l’intero disco. “La nostra è una ‘bromance’. Per me era un sogno fare un disco in cui campionavamo e rappavamo ciò che ci pareva”.
RON, TIROMANCINO E NON SOLO. Il produttore, leggenda dell’underground dagli anni ‘90, spiega meglio com’è nato il campionamento di Ron nel pezzo “Mi hai capito o no?”, che riprende "Hai capito o no?" del cantautore: nel 1983, a sua volta, Ron aveva già ripreso il classico “I can’t go for that”, con sonorità che Gué e Bassi hanno voluto riportare anche in “Madreperla”, partendo proprio dal brano originale di Ron. Anche “Mollami Pt.2”, scelta come primo singolo estratto, e “Need U 2Nite” riprendono brani stranieri, mentre “Chiudi gli occhi”, co-prodotta da Shablo, omaggia i Tiromancino e sfrutta il famosissimo riff di “Amore impossibile”.
CARISMA E IDENTITÀ. Sono gli ultimi ingredienti che, come vedremo tra un paio di giorni in “Madreperla”, non possono mancare in un buon disco rap. “Serve personalità, da non confondere con il personaggio”, aggiunge Gué. “Sarò nostalgico, ma in primo piano per me c’è ancora la musica”. È l’hip-hop la sua “comfort zone”: “Non mi piace il pop. Io sono il king del mio genere e non aspiro al Festival di Sanremo”.
Madreperla” esce venerdì 13 gennaio e segue di un anno lo straordinario successo ottenuto dall’album “GVESVS”, certificato doppio Platino. E chissà che questa non sia l’occasione per aprire un profilo TikTok. Nel dubbio, davanti a stampa e pubblico, Gué registra quello che potrebbe diventare il suo primo video sul social: “Se non ce l’hai, ormai sei un boomer”, scherza, aprendo una riflessione sull’evoluzione della musica. “Ho avuto la fortuna di vedere com’è cambiato tutto. Fino a qualche anno fa, il massimo era andare in tv o sulla cover di un giornale: vedevo Fibra in copertina, era l’emblema del rapper che ce l’aveva fatta e che tutti conoscevano. Ora le nuove cover sono quelle delle playlist delle piattaforme. È bello essere arrivato fino a qui”.