Fiorella Mannoia parla della nuova collaborazione con Ivano Fossati, dei suoi 50 anni di carriera e della sua Street photography, un tipo di fotografia che ritrae persone e situazioni reali in modo spontaneo, in luoghi pubblici, per raccontare la società nella vita di tutti i giorni.
Perché il titolo dell'album è “Personale”? “Ha una duplice lettura. Tutto quello che c'è dentro il disco è personale: è il mio punto di vista 'personale' sulle cose; poi dentro c'è anche una mostra 'personale' di mie foto, che sono nel libretto, una per ogni brano: ho scelto le immagini che richiamano di più le canzoni. La fotografia sta diventando una grande passione come la musica”
Com'è nata questa passione? “Fotografavo con il telefono perché mi è sempre piaciuto fermare alcuni momenti. A New York ero con un collaboratore che doveva comprare una macchina fotografica e, già che c'ero, ne ho acquistata una anch'io: così ho capito la differenza e faccio 'street photography', cerco continuamente dettagli da immortalare in giro”
È vero che prima o poi farai un'esposizione? “Sull'eventualità di una mostra voglio andarci piano, probabilmente la farò ma più avanti, quando mi sentirò più sicura. Il primo profilo su Instagram si chiamava 'malaguetta', ora è Fiorella Mannoia Foto: molti mi chiedevano dove possono vedere i miei scatti...”
Com'è nato il singolo “Il peso del coraggio? “Io e Amara ci vediamo poco ma ogni tanto ci sentiamo e facciamo lunghe telefonate sui temi più disparati. 'Il peso del coraggio' è frutto della sinergia fra 3 donne: io, Amara e Maria Luisa Prisco. È una canzone che scuote le coscienze”
Come scegli le canzoni e come riesci a interpretarle così bene? “La mia voce, caratteristica, tende a drammatizzare quello che canto e lo rende forte. Poi scelgo canzoni che mi rappresentano: immagino il brano dentro di me, non lo canto in modo distaccato, ci entro dentro e ho i personaggi del testo nella mia mente. Quando ho fatto l'attrice, mi sono resa conto che faccio la stessa cosa con le canzoni: 'Non ho consigli da dare, quando dici buongiorno, pensa solo a dire buongiorno, disse Marcello Mastroianni, che ho amato molto come attore e come persona”
In che modo lavori con gli autori? “Spesso mi propongono brani, spesso chiedo io ad alcuni autori come Ivano Fossati, Bungaro... A Luca Barbarossa l'ho chiesta io, in romanesco, sull'onda del suo ultimo bellissimo disco”
Ivano Fossati è una costante della tua carriera. “Non ci siamo mai separati, anche nei dischi precedenti la sua firma c'è sempre stata. Ha persino scritto la musica sui miei testi: è stata una grande gioia e gratificazione; il mio primo testo è stato musicato da lui, che l'ha apprezzato molto. Qui è tornato con un brano in cui testo e musica sono suoi: 'Penelope' mi ricorda il suo periodo di 'Panama'. 'Non sarò un'artista ma una femmina ottimista sì': mi sono rispecchiato tantissimo in questo incipit del testo. È una donna che aspetta”
Come si diventa donna? “Vivendo. Questo concetto si può allargare anche agli uomini. Si impara dagli errori fatti, si impara ad avere autostima, ad essere autonomi e indipendenti, a vivere sulla propria strada stando insieme: non bisogna rinunciare alla proprie passioni per stare con l'altro. Questa è una formula per amarsi...”
Stai incontrando i fan negli instore e poi farai il tuo tour 2019. “Sappiamo quando partiamo e non quando finiamo, andiamo avanti fino a esaurimento scorte. Tendo a non lamentarmi e non arrabbiarmi mai, cerco di trovare la soluzione ai problemi: questo mi porta a essere calma, non ho pretese né capricci, in camerino non mi serve niente di particolare. In più questa è la mia vita: canto. Sono 50 anni che lo faccio, quindi dopo un po' mi mancano gli autogrill, le valige, gli scherzi che ci facciamo tra di noi... Al mattino mi sveglio e mi chiedo dove sono!”