E PRESTO NEGLI STADI!27 mag 2024

Zucchero: dai primi concerti a Londra, a quella cena con Miles Davis...

Sugar si è raccontato all'isybank Music Place durante una pausa del suo tour mondiale: i prossimi concerti sono in programma negli stadi italiani a partire dal 23 giugno. Radio Italia solomusicaitaliana è radio ufficiale di queste date

Zucchero, a poco meno di un mese dall’inizio della serie di concerti negli stadi italiani, di cui Radio Italia solomusicaitaliana è radio ufficiale, è arrivato all'isybank Music Place, dove, intervistato da Mauro Marino, ha ripercorso alcuni episodi della sua carriera, dai primi live a Londra in veste di supporter di Eric Clapton, alle esibizioni in giro per il mondo insieme ad artisti del calibro di Miles Davis, Joe Cocker e Andrea Bocelli. Sugar sarà ospite proprio di quest'ultimo in occasione di "Andrea Bocelli 30 - The Celebration" live al Teatro del Silenzio di Lajatico. A settembre, poi, "Overdose D’Amore World Tour 2024" sbarcherà in America Latina.

Sei appena tornato dagli Stati Uniti: ti abbiamo intercettato in una pausa del tour, come è andato?
È lungo! MI diverto ancora, è bello andare in giro, faccio il mio mestiere e in più incontro il pubblico e vedo nuovi posti, a volte belli e a volte meno. Comunque giro, mi sento vivo, in movimento. Poi ci sono sempre dei momenti in cui l’adrenalina aiuta anche se sei stanco. Siamo partiti dall’Australia l’anno scorso a settembre e poi ho fatto un pezzo di America con Bocelli. Poi siamo partiti con “Overdose d’Amore” alla Royal Albert Hall di Londra.

E lì ti sei esibito per la prima volta nel ‘90
Sì, con Eric Clapton, facevo da supporter. Abbiamo fatto 12 date consecutive con lui e avevo la band Oranges and Beer, cioè i musicisti che hanno poi suonato in “Oro, incenso e birra”. Io ero supporter e all’inizio venivano lì per vedere la star che era Eric Clapton, io li non ero conosciuto; le prime 2 o 3 sere la gente si fermava al bar e aspettava Eric Clapton. Il locale non era pieno. Poi dopo un articolo su un giornale importante disse: “Certo, andate a vedere Eric Clapton che è sempre la solita star, andate anche ad ascoltare questo cappellaio matto con la voce di cuoio”. E da allora le altre serate sono state piene di gente.

Alla Royal Albert Hall hai fatto 3 serate, dando inizio al tour mondiale
Sì, non è facile averne 3 di fila perché è sempre piena e poi per uno che non è inglese o americano riempire 3 Royal Albert Hall non è facile. A parte il periodo di Clapton, ci sono state belle combinazioni: tempo dopo Paul Young mi chiese di fare “Senza una donna” con lui. La canzone si diffuse a macchia d’olio e andò al numero uno in tutti i Paesi del mondo, dove neanche sapevano chi fossi. A piacere era proprio la forza delle due voci. Andrò anche in Corea, dove non sono mai stato.

Quanto sei legato alla canzone “Overdose d’Amore”?
Il periodo di “Oro, incenso e birra” era di liberazione; mentre scrivevo queste canzoni non stavo bene, venivano fuori queste parole... “Overdose d’Amore” l’ho fatta quando tornavo dalla spiaggia e mi ricordo che ero incavolato nero e mi è venuta subito, è venuta spontanea. Tutto quell’album è stato molto facile da fare.

Hai venduto 8 milioni di copie nel mondo...
Quando si vendevano ancora!

Hai anche scritto oltre 400 canzoni per altri artisti!
Sì, perché prima di fare dischi ne avevo già scritte per altri. Volevo vivere di questo mestiere ma facendo sentire le mie cose, non sembravano molto interessati alla mia voce, quindi per vivere di questo mestiere cercavo di piazzare le mie canzoni ad altri. Alcune hanno avuto successo prima che io facessi la mia storia, mi hanno permesso di avere un piccolo reddito, poi finalmente è arrivata “Donne” che ha cominciato a funzionare soprattutto grazie alle radio, perché fosse stato per il Festival di Sanremo… Sono arrivato penultimo!

Al Madison Square Garden hai preso 3 standing ovation...
Anche quello è un tempio importante per un artista, è prestigioso. Sono rimasto per le 3 standing ovation.

All’etero ci sono tanti italiani, ma soprattutto stranieri e tu canti quasi tutto il tempo in italiano…
“Senza una donna” è in inglese, per il resto canto in italiano: è una scelta che ho fatto anni fa. Prima cercavo di mescolare un po’ italiano e un po’ inglese, perché mi dicevano che se non avessi fatto così non avrei mai avuto mercato fuori dall’Italia. Poi quando ho incontrato Miles Davis, una sera a cena mi disse: “Tu devi cantare in italiano, perché almeno sei originale. Fai un genere che non è tipicamente italiano: se lo fai in inglese c’è altra gente che fa questa musica, mentre se lo fai in italiano la tua musica ha un erotismo unico”. Io ci ho riflettuto e ho detto “Proviamo!” e ho cominciato a cantare tutto in italiano e ho visto che la reazione del pubblico era sempre forte. Poi canto in italiano perché la musica parla: anche se non capiscono tutte le parole, capiscono il senso grazie alla musica. È come quando ero piccolo e sentivo i Beatles o i Rolling Stones: non capivo una parola ma mi piacevano tanto. Un episodio: eravamo in una villa a Los Angeles in cui stavamo facendo la pre-produzione di “Shake” e c’era una coppia, marito e moglie, che ci faceva da mangiare e lui mi disse “Ce l’hai un tuo disco? Così capisco chi sei” e io gli regalai “The Best of Zucchero Sugar Fornaciari's Greatest Hits”. Il giorno dopo mi disse “Mi è piaciuta molto “Diamante, mi ha commosso, perché mi ha ricordato mia nonna”: lui non sapeva l’italiano, ma sentendo la musica gli aveva ricordato sua nonna ed effettivamente avevo scritto “Diamante” per mia nonna.

La tua band è sempre la stessa?
Sì è storica, alcuni sono con me dall’inizio, altri da più di 20 anni. È la stessa band che oltre a essere molto brava ormai mi conosce: conosce bene tutti i brani e mi permette anche di cambiare scaletta all’ultimo momento.

Hai tantissime canzoni nel repertorio: come fai a scegliere quelle da mettere in scaletta?
Alcune canzoni devo farle per forza, come “Diamante”, “Diavolo in me”. Poi ogni volta cerco di inserire brani che di solito non faccio dal vivo, che magari non sono stati singoli, che mi fa piacere cantare. Per esempio “Eccetera eccetera”, “Rossa mela della sera”... Alcuni meritano di essere eseguiti dal vivo, perché sono belli pieni, danno la possibilità ai musicisti di esprimersi.

L’8 giugno sarai a Casablanca, in Marocco, e poi ci saranno gli stadi
Sì a Casablanca c’era un festival che poi col Covid non hanno più fatto, mentre ora lo riprendono. A me il Marocco piace, appena riesco ci vado.

A San Siro invece manchi da 10 anni
Negli ultimi anni ho sempre fatto l’Arena di Verona, poi qualche posto molto bello come il Teatro Greco di Siracusa o le Terme di Caracalla. Per gli stadi ho detto “Vediamo come va” e sono contento della scelta: saremo a Udine, Bologna, Messina, Pescara e Milano.

A San Siro si preannuncia una grande festa...
Sarà un festone! Adesso faccio 3 ore di concerto, se non ci danno dei limiti noi andiamo avanti! Una volta a Viareggio mi fecero la carica con la polizia perché non andavo più via: ero con Miles Davis e Joe Cocker e io andavo avanti. Era estate e si vede che davamo fastidio al vicinato: prima mi hanno detto di smettere, io ho detto di sì ma poi sono andato avanti.

A RADIO ITALIA LIVE- IL CONCERTO del 2013 invece eri con la sesión cubana
È stata un’esperienza stupenda, perché abbiamo suonato a Cuba con la mia band e poi abbiamo scelto i migliori musicisti sull’isola. Visto il successo all’Havana, abbiamo deciso di fare il tour anche in Europa e in America con questa formazione, ma la cosa bella, oltre a suonare da dio, era che 2 delle 3 coriste si sono sposate durante il tour, una con un percussionista e una con un altro musicista.

Noi di Radio Italia solomusicaitaliana saremo radio ufficiale delle date negli stadi; dopo queste, sarei in America Latina
Sì dal 3 di settembre!