Al centro del concerto c’è la musica, oltre 30 canzoni per attraversare la storia che ha reso Ultimo uno dei cantautori più apprezzati del nostro panorama, capace di muovere migliaia di persone che lo seguono davvero ovunque. Sul palco, certo, ma anche sotto al suo hotel, come è successo nelle ore immediatamente prima del concerto, anche stavolta sold out.
Una giornata lunghissima, quella per i fan, prima di vedere finalmente accendersi le luci sul palco. Un indizio, anzi, uno spoiler del concerto è racchiuso tutto nella prima canzone in scaletta: “Il capolavoro”. Poche canzoni e i posti a sedere dell’Olimpico diventano pressoché inutili, tutto lo stadio è in piedi e si scatena: che sia un singolo di qualche anno fa o una canzone di poche settimane, la risposta è sempre la stessa. Cantare, cantare, cantare. Ma anche ballare, soprattutto quando è lo stesso Ultimo a scatenare la massa: “Pronti a fa’ un po’ de casino?”, chiede direttamente in dialetto romano.
Prima al centro del palco, poi lungo la passerella e ancora al piano, sulla parte in alto dello stage principale: Ultimo si agita e agita la sua gente, circondato da una corposa band, mostrando tutte le sue anime e portando dal vivo quelle canzoni che tanto sono arrivate al cuore delle persone in questi anni. “Il ballo delle incertezze” ci ricorda la sua esplosione a Sanremo, lì dove è partito tutto nel 2017, “Tutto questo sei tu” campeggia con i suoi versi su tanti fogli presenti nelle prime file, mentre “Ti va di stare bene” diventa una domanda semplicemente superflua in una serata come questa.
In quello che si trasforma a più riprese in un enorme karaoke, c’è spazio anche per una dedica in musica, da parte di Niccolò, alla fidanzata Jacqueline Luna: le immagini della loro storia d’amore, nel romanticismo della quotidianità di coppia, accompagnano le note di “Quel filo che ci unisce”. Il brano segue “Racconterò di te”, uscito 7 anni fa: quel verso, “Racconterò a mio figlio le cose fatte insieme. Il primo giorno che ti ho vista, diamante tra le iene”, acquisisce ancora più significato pensando alle voci sempre più insistenti che vogliono Ultimo e la sua Jacqueline presto genitori.
Anche quando il ritmo lascia spazio all’intimità, l’Olimpico riesce a cambiare veste, illuminandosi grazie a migliaia di torce su canzoni ugualmente amate come “Portami con te” o “Piccola stella”. “Cantate come matti e io vi amo per questo”, commenta Niccolò, in una serata di poche parole ma tanta musica, fermandosi un attimo e chiedendo al pubblico di ricantare da solo il ritornello di “Rondini al guinzaglio”: solo per un momento, è lui a fare da spettatore all’ennesimo trionfo live della sua carriera. Ad apprezzare, nelle prime file, c’è anche un altro romano come lui, Eros Ramazzotti: “Il numero 1 a mani basse”, d’altronde, aveva sentenziato lo stesso Eros poco prima dell’inizio del concerto, quando ha incontrato il giovane collega nel backstage.
I successi della serata sono tantissimi e, tra questi, si incastrano anche i nuovi brani dell’album “Altrove”, presentati chitarra in mano, su una panchina, come se Ultimo fosse virtualmente ancora in quel parchetto romano che lo ha visto crescere e che ora porta il suo nome. Un attimo dopo, con la naturalezza che appartiene solo ai grandi artisti, l’artista è a suonare il piano su un altro palco, al centro dello stadio, che si alza insieme alla voce del pubblico: se “I tuoi particolari” rappresenta forse il momento più emozionante di questa parentesi piano e voce (tanto da far inciampare lo stesso Ultimo sul testo), c’è spazio anche per un messaggio importante contro la guerra. “Ti immagini se tutto questo fosse la realtà”, frase-simbolo di “Alba”, diventa così l’augurio che le troppe immagini di guerra, mostrate sui maxi-schermi dell’Olimpico di Torino, possano sparire al più presto, e non solo nella nostra immaginazione.
Passano gli anni ma, in chiusura, non può mancare il palloncino rosso fatto volare in cielo: “Tutti abbiamo qualcuno lassù”, dice Niccolò, mentre “La stazione dei ricordi” lascia spazio al gran finale con “Sogni appesi”. E da tutto lo stadio, ancora una volta, ancora più forte, si solleva sempre lo stesso coro: “Da quando ero bambino, solo un obiettivo. Dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo”, urla ogni singolo spettatore, mentre i fuochi d'artificio completano la festa.
“Grazie col cuore, mi date un amore che non so descrivere”, sono le ultime parole dell'artista prima di lasciare il palco. Sono servite alcune ore per rimettere in ordine le emozioni: “Queste due date di Torino sono state fuoco. Se non vieni non puoi capirlo!”, scrive Ultimo la mattina successiva. Il tour non è ancora finito, e i suoi live sono aperti proprio a tutti: “Invito sempre chi è scettico a venire a un mio concerto, ma non per spocchia di come sto sul palco io, ma per spocchia di come state sotto il palco VOI. Urlate dall’inizio alla fine ogni canzone e per un cantautore non c’è cosa più bella”. Ora tocca a Roma, anzi, la sua Roma: la favola di Ultimo si prepara ad arrivare a un altro Stadio Olimpico, quello della Capitale, per 3 sold out consecutivi il 22, 23 e 24 giugno.