"LA MIA PAROLA"12 feb 2025

Shablo, Guè, Joshua e Tormento: 4 amici sul palco di Sanremo

Dopo Sanremo, gli impegni dei rapper sono innumerevoli

Shablo, Guè, Joshua e Tormento sono arrivati al Fuori Sanremo per dopo aver incendiato a colpi di Rap il palco dell’Ariston, dove hanno portato “La mia parola”. La scelta di Carlo Conti di inserirli nel cast di Sanremo è stata definita “coraggiosa” dagli stessi rapper, che si sono aperti ai microfoni di Mauro Marino e Francesca Leto.
La vostra prima esibizione è andata molto bene
Shablo: Eravamo carichi, era la prima serata e dovevamo rompere il ghiaccio.
Shablo, in tanti pensavano che avresti cantato!
Guè: Meno male che non è successo!
Shablo: Per fortuna vostra! Io mi occupo della produzione: è una delle prime volte che un producer è in gara con gli artisti a Sanremo. È bello mettere luce sulla figura del produttore.
È una figura importante…
Shablo: È un lavoro di team ci vuole artista, squadra, e il producer è un po’ come il regista di un film. Poi Joshua è il più giovane, è stato la scommessa del quartetto perché noi siamo molto uniti dalle performance, ma lui ha retto benissimo. Siamo super orgogliosi di averlo qui con noi.
La vostra amicizia, sul palco, è arrivata tutta, ma l’Ariston mette ansietta anche a voi?
Shablo: Eravamo abbastanza rilassati. Magari gli ultimi 30 secondi prima di salire sul palco è salita un po’ di ansietta, ma appena è partito il pezzo siamo andati bene.
Avete riportato un tipo di Rap con sonorità anni ’90…
Shablo: Non è stata una cosa forzata: veniamo da quel mondo là, ascoltiamo quella musica, quindi non c’è nulla di costruito.
Guè, l’ultima volta sei stato qui l’anno scorso, ospite di Geolier
Guè: Sì, sicuramente è interessante e soddisfacente tornare e portare la nostra cultura e portare un pezzo hip hop nel tempio della musica italiana, con rispetto.
E tu Joshua come la stai vivendo? Come ti hanno contattato?
Joshua: È un’esperienza unica, indescrivibile, tra ansie e paure, ma ce la siamo giocata bene. Me l’hanno detto quando ero in vacanza: ero sotto la doccia e mi hanno detto “forse andiamo a Sanremo, tieniti libero”
Tormento, i Sottotono, di cui fai parte, sono stati quelli che hanno scoperto Tiziano Ferro!
Tormento: Sì, lui girava già tantissimo, ma siamo stati i primi a portarlo in tour e dargli una esperienza seria.
La scelta di Carlo Conti di avervi a Sanremo è stata coraggiosa, visto che a volte il Rap non è ancora preso seriamente
Shablo: Carlo è un pazzo visionario, è stato molto coraggioso. Su 29 artisti, avere un momento così è super internazionale. È stato come succede nel resto del mondo. 
D’altronde siete dei cantautori ed è giusto che anche questo genere di cantautorato faccia parte di Sanremo
Shablo: Esatto!
Tormento: A volte i testi sembrano esagerati, ma invece è importante ascoltarli e comprendere il mondo che raccontano, perché la contemporaneità è fatta anche di questo.
Sul palco siete apparsi proprio come amici che hanno voglia di condividere con gli altri l’armonia e il relax di cantare insieme sul palco
Shablo: Sì è così, siamo tranquilli e contenti.
Guè, prossimamente hai diversi impegni importanti (le esibizioni del 3 e del 15 maggio al Forum di Milano, dell’8 maggio al Palapartenope di Napoli e del 10 maggio al Palazzo dello Sport di Roma)
Guè: Sì sarò in tour a marzo in Europa e a maggio in Italia. E poi ci sarà il tour estivo per portare in giro il mio ultimo album “Tropico del Capricorno”. Ho una bella scaletta e quest’anno ho scelto di abbandonare i club per fare solo palazzetti e festival, per riconfermarmi come performer rap, perché avevo lasciato da parte lo spettacolo per la festa in discoteca, cioè i club.
E voi? 
Tormento: Tutti noi saremo in tour. Avrò date con Shablo, date da solo, brani nuovi in lavorazioni… Sicuramente sarò in giro.
Shablo: Ci saranno momenti del tour in cui saremo tutti insieme, poi ho un progetto solista. Il mio album uscirà in primavera.