DOPO L'ALBUM, L'ESTERO03 feb 2022

Sanremo, Irama: “Ho la faccia da bravo ragazzo? Non mi conoscete bene”

Amadeus gli ha chiesto di portare al Festival proprio "Ovunque sarai", dopo l'edizione 2021 solo in video. Le anticipazioni sul disco "Il giorno in cui ho smesso di pensare", la cover con Gianluca Grignani, l'idolo Guccini: le sue parole dalla Riviera prima della terza serata

Amadeus ha chiesto a Irama di portare a Sanremo 2022 proprio "Ovunque sarai", una canzone per una persona che non c'è più. L'album "Il giorno in cui ho smesso di pensare" avrà un universo di collaborazioni dentro, poi lui andrà all'estero per aprire una via internazionale ma prima c'è il Festival, incluso il duetto con Gianluca Grignani. Dopo l'edizione 2021 solo in video, il cantante torna finalmente sul palco dell'Ariston in carne e ossa e si racconta così alla stampa dalla città dei fiori, a poche ore dalla terza serata: "Ho la faccia da bravo ragazzo? Non mi conoscete bene allora. L'Eurovision Song Contest? È un evento molto importante che dà visibilità in tutta Europa, certo che mi piacerebbe partecipare".
SANREMO 2022. "Non ho aspettative, sono frastornato, ieri sera ero molto emozionato, sono contento che l'esibizione abbia avuto un bel riscontro" racconta Irama, che nella scorsa edizione ha partecipato solo con il video delle prove generali a causa di casi di Covid-19 nello staff: "Il 2021 è stato un bell'anno dal punto di visto artistico, aspetto il quarto Platino per la canzone 'La genesi del tuo colore', ora sto vivendo il momento con 'Ovunque sarai'. I due brani hanno in comune un tipo di testo struggente e una forma di comunicazione poetica, ma parlano di due storie differenti: 'La genesi del tuo colore' aveva una veste spensierata e un testo più triste, 'Ovunque sarai' forse ha più riferimenti letterari".
OVUNQUE SARAI. "Amadeus mi ha chiesto di portare proprio questo brano, è una sua scelta", svela Irama, "Per me è come mettersi a nudo, è un pezzo molto intimo, vorrei che fosse ascoltato e non solo sentito". Il videoclip è nato con Enea Colombi: "Ho scelto il bianco e nero per rispettare e assecondare il pezzo, rappresenta un viaggio metaforico verso questa persona che non c'è più. Il colore di questa canzone potrebbe essere un bianco sporco, come se avessi contaminato una spiritualità nel rapporto con questa persona che non c'è più".
Il testo è molto profondo: "L'essere umano si è evoluto tanto dal punto di vista tecnologico, ma si è involuto dal punto di vista umano. Così la natura è stata una fonte d'ispirazione innegabile per questa canzone, in cui parlo a una persona che non c'è più, l'ho scritta mentre ero immerso nella natura sopra un tetto. Poi abbiamo aggiunto la parte orchestrale con Giulio Nenna che è molto bravo anche con gli archi, così la nostra cifra è diventata ormai quella di mischiarli con l'elettronica".
SERATA COVER. "Gianluca Grignani è un grande artista, è una rockstar, è imprevedibile, abbiamo in comune una sorta di sporcizia artistica: canteremo il suo brano 'La mia storia tra le dita' e non so cosa succederà, proprio per questo non vedo l'ora di salire sul palco con lui. Ho la faccia da bravo ragazzo? Non mi conoscete bene allora. Non credo che la cover verrà inserita nell'album, nel caso vedremo più avanti, comunque mi piacerebbe fare qualcos'altro con lui in futuro"
NUOVO ALBUM. "Il giorno in cui ho smesso di pensare" uscirà il 25 febbraio 2022: "Il titolo è una provocazione, perché in realtà dentro è pieno di voglia di parlare e di continuare a scavare, per trovare fonti differenti cui attingere. Ci saranno tante collaborazioni con artisti italiani e non, tra i più forti, c'è anche il mondo urban. Avrà un intro e un outro, con un accenno di cultura gospel. Il disco ha tante produzioni dentro, tra cui quella di Mace, la direzione artistica è di Shablo. Dopo questo disco inizierò a spostarmi, starò all'estero e farò musica lì, per costruire un percorso internazionale".
ARTE E GUCCINI. "Mi è capitato di fare tante ore di coda in un instore, nonostante potessi saltare la fila, per farmi firmare da Francesco Guccini una copia di un libro", racconta Irama, "Ho aspettato anche perché so cosa rappresenta quell'attesa. Se la mia vita fosse una canzone, sarebbe 'L'avvelenata' di Guccini".  Infine spiega la sua filosofia artistica: "L'arte nasce da un principio egoistico, è sfogare quello che pensiamo, ma la seconda fase è la condivisione nel bene e nel male".