La pellicola è un road movie e racconta di un padre e un figlio autistico che si ritrovano dopo 16 anni e imparano a conoscersi e ad amarsi durante una fuga insieme. Tutto il mio folle amore è liberamente ispirato al libro di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura”.
“Mi ha colpito la voglia del padre di portare il figlio fuori da un recinto metaforico. Nella storia vera il padre, Franco, decide di prendersi una moto, caricarsi dietro il figlio e andare in giro per gli Stati Uniti, affrontando un viaggio, anche rischioso. Questo gli permette di trovare con lui un rapporto diverso. Nel film, la prima sequenza mostra il ragazzino che corre insieme a cavalli selvaggi all’interno di un recinto, tutto il resto del film è il recinto saltato. La perdita di controllo è una delle cose che mi affascina e mi spaventa di più”, ha detto Gabriele Salvatores.
Valeria Golino, che nel film interpreta la mamma del ragazzo, ha già lavorato in più occasioni con il regista e, a questo proposito ha detto: “Gabriele ha un rapporto molto particolare con i suoi attori, perché è distante ma vicinissimo. Io con lui mi sento completamente a casa, protetta e in pericolo”.
Claudio Santamaria veste invece i panni di Willi, il “Modugno della Dalmazia”: ha abbandonato una donna incinta e si è completamente disinteressato. “Sedici anni dopo torna, probabilmente perché vuole fare i conti con sentimenti che ha chiuso dentro di sé. Decide di riaprire il suo cuore a questo ragazzo, che per lui è strano non autistico. Non lo tratta come un oggettino di cristallo. Insieme intraprendono un viaggio, anche interno, da Trieste verso la Croazia”, ha detto Santamaria a proposito del suo personaggio.
Il figlio in questione (Vincent) è interpretato da Giulio Pranno, al suo debutto sul grande schermo.
Nel film c’è anche un po’ di Pier Paolo Pasolini: Tutto il mio folle amore è infatti un verso di Cosa sono le nuvole, canzone scritta da Pasolini per Domenico Modugno.