News22 ott 2019

Niccolò Fabi, Tradizione e tradimento: “Ero in crisi, ho ripreso il filo”

“In tour da novembre e per un anno: ora i teatri, poi d'estate all'aperto”

Niccolò Fabi presenta a Radio Italia solomusicaitaliana il suo ultimo album Tradizione e tradimento, lanciato dal singolo Io sono l'altro. Il significato del titolo, l'equilibrio tra acustica ed elettronica, la crisi e il conflitto: l'artista si racconta in diretta con Mauro Marino e Manola Moslehi, parlando anche del tour. Inoltre, il packaging del disco è su carta riciclata.
Il tuo nuovo album è Tradizione e tradimento. Come mai questo titolo? Per complicarsi la vita, tanto per cambiare. Sono due parole sorelle, perché hanno l'origine in comune, ma sono anche in conflitto. C'è la tradizione che è il rispetto di qualcosa che deriva dal passato e il tradimento nel senso di cambiamento rispetto al passato. All'interno di queste due forze, ognuno di noi deve fare delle scelte, anche non facili”.
Tradizione e tradimento ha debuttato al secondo posto della classifica degli album e al terzo in quella dei vinili. Forse il pubblico ama ancora tanto le canzoni ricercate...Il pubblico è molto variegato e non è uno solo come a volte vogliono far credere. L'importante è che ci sia una pluralità di proposte. A volte il pubblico ha bisogno di un linguaggio meno immediato e spensierato che possa accompagnare i momenti di sconforto”.
In questo album convivono acustica ed elettronica...L'equilibrio era complicato, tra passato e modernità. Bisognava capire come riuscire a evolversi rispettando l'identità. L'elettronica che ho utilizzato io nasce dal desiderio di creare qualcosa di più inquietante e sospetto, mentre la chitarra fa più salotto e atmosfera rilassata”.

Niccolò Fabi, Tradizione e tradimento: “Ero in crisi, ho ripreso il filo”

Quando ho ascoltato "Amori con le ali", siamo rimasti sorpresi, soprattutto dall'intro, pensavamo non fossi tu...È una sfida. Io so che ho delle caratteristiche, la mia voce è rassicurante, il mio nodo di parlare è pacato e non aggressivo quindi devo misurarmi con questa chiave. Volevo bilanciare questo linguaggio con sonorità che tenessero l'ascoltatore più in tensione. In Amori con le ali ad esempio c'è questa tensione”.
Tradizione e tradimento è stato lanciato dal singolo "Io sono l'altro", un brano in cui c'è molta empatia... In questa canzone ci sono gli altri, che sono una presenza indispensabile e inevitabile nella nostra vita. Ci facilitano e ci complicano, ci salvano e ci distruggono. È necessario capire l'altro per vivere meglio”.
Io sono l'altro è stato accolto dai tuoi colleghi con entusiasmo, da Laura Pausini a Samuele Bersani... Le considerazioni che vengono fatte da chi fa lo stesso lavoro e conosce la difficoltà che c'è nel fare questo lavoro fanno sicuramente piacere”.
 
Ma tu sei contento di Tradizione e tradimento? Io sono perennemente in conflitto. L'unica cosa positiva è che io sia vivo e in evoluzione. È difficile essere all'altezza del mio gusto. In questo disco ci sono 5/6 pezzi che trovo ricchi da un punto di vista di suggestioni. Io ero in una situazione di crisi. Invece di fare finta che non ci fosse, ho deciso di raccontarla e raccontare il mio smarrimento. Ho ripreso il filo in mano perché mi ero perso. La mia è una lotta continua”.
Che poi, è il tuo nono album... Sono 25 anni che faccio a cazzotti con me stesso. Io sono arrivato al fuoco della mia carriera negli ultimi 10 anni e non nei primi 15. Ai miei colleghi a volte accade il contrario. Ai miei ultimi concerti, dei primi 12 anni di carriera facevo due brani. Il pubblico, sì, magari qualche canzone l'avrebbe comunque desiderata, ma sono riuscito a fargli capire quanto fosse importante andare avanti insieme e non solo ricordare i bei tempi quando si ascoltava Lasciarsi un giorno a Roma. Bisogna rimanere in movimento, se pensi che diventare vecchio significa perdere elasticità. L'unico esercizio che tutti noi dobbiamo continuare a fare è muoversi, sia con lo sport sia con la testa, in modo da rimanere vivi”.
E poi ci sarà un tour...Per forza. No, per piacere. Rispetto a tutti quei contrasti della fase creativa, la tournée è il momento più divertente. Sei amici, come nel nostro caso, salgono sul furgone e per due mesi vanno in giro a suonare. C'è questa sensazione di fiducia. La parte creativa è un investigarsi dentro, mentre il concerto è catarsi. Le persone vengono si fanno un'oretta di pianto e poi escono felici”.
Ma riesci a scrivere tra un viaggio e l'altro? Sì, ma non durante la tournée. Perché la tournée è un momento superficiale, di divertimento. La scrittura per me è solitaria, è un viaggiare per conto mio, è un momento difficile. Da fine novembre e per un annetto si andrà in giro. Adesso ci sono i teatri e poi si porterà anche la musica nelle sere d'estate all'aperto”.
Sono capitata spesso in alcuni incontri con i fan. Tu sei trasversale perché c'erano fan di tutte le età. Come sono andati questi instore?Mi rendo conto di parlare un certo linguaggio. Ci sono sensibilità che sono così anche a 15/16 anni. Le cose che racconto, al di là della lingua, sono specifiche di un'età che racconto, quindi forse un mio coetaneo le comprende e le apprezza di più”.