L'INTERVISTA13 feb 2025

Lucio Corsi: il rapporto col pubblico, la nonna e il sogno di una vita in tour

"Topo Gigio è il personaggio di fantasia per eccellenza e nonostante ciò è molto più reale di molte persone che conosco"

Lucio Corsi è uno degli artisti di Sanremo 2025 che ha attirato maggiori attenzioni, tanto che per due sere di seguito si è classificato nella top 5 con il suo brano "Volevo essere un duro". Ai microfoni di Daniela Cappelletti ed Emiliano Picardi, ha parlato della sua esperienza, del suo rapporto col pubblico, di Topo Gigio, della nonna e di molto altro.
Come stai?
Stamattina vacillavo, ero un po’ stanco, ma è normale!
Dov’è Topo Gigio?
È in viaggio!
Arriva per domani
Certo.
Raccontaci come è nata l’idea di duettare con lui
Prima di tutto vado orgoglioso di questo duetto e ribadisco il fatto che non si tratta di una gag, ma è una scelta fondata su un ragionamento. Topo Gigio ha esordito nel 1958 con Domenico Modugno, che fu il primo cantautore a vincere il Festival. Poi “Nel blu, dipinto di blu” inizia con “Penso che un sogno così non ritorni mai più” e la musica che amo è quella che mi trasporta da un’altra parte, quindi la parte del sogno nella musica la trovo indispensabile. Topo Gigio è il personaggio di fantasia per eccellenza e nonostante ciò è molto più reale di molte persone che conosco.
Abbiamo visto che la dimensione onirica ti segue, tanto che sei diventato un po’ il caso di questo Festival, anche perché sei un po’ uno di noi, vai all’Ariston a piedi, cammini tra la gente…
La musica è uno scambio che avviene tra due parti e le parti sono pari: la gente è indispensabile per chi è sul palco e stare sul palco non vuol dire elevarsi a un qualche altro livello. La musica è tutta la mia vita, ma allo stesso tempo è leggera, perché la sua dimensione è l’aria, quindi è giusto che si mantenga leggera.
Per te, insomma, è fondamentale lo scambio con il pubblico
Io amo Peter Gabriel e Renato Zero che arrivavano da tutt’altra parte, come qualcosa di assurdo e poi scendevano tra il pubblico.
Hai imbottito la tua giacca con i sacchetti di patatine, quindi hai anche mostrato l’arte del sapersi arrangiare
Quella è una cosa che faccio da anni, perché quando vai in tour ti devi arrangiare: quello è il costume di scena, infatti è completamente demolito, ma è giusto così. Prima suoni in un locale, butti il costume nella cassa, poi suoni da un’altra parte e te lo rimetti lurido. Quindi anche se sei in uno schermo è inutile fingere, mettere una patina.
Nel videoclip ufficiale di “Volevo essere un duro” compare l’amichevole partecipazione di Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini
Allora, intanto vorrei dire che il regista è Tommaso Ottomano, quello che vedete sul palco insieme a me che suona e che mi fa i cori; anche la canzone l’abbiamo scritta insieme. È l’unico con cui riesco a scrivere canzoni. Magari un attimo prima litighiamo e poi ridiamo. Ci vuole grande complicità. Suonavamo insieme da ragazzini, poi andai a Milano e anche lui salì a Milano, lui per i video e io per la musica e ci siamo ritrovati. Con Pieraccioni invece mi sentivo da un po’ e apprezzava le mie canzoni. Spesso io e Tommaso ci sentiamo Pinocchio e Lucignolo e non sappiamo chi è uno e chi è l’altro, quindi ci servivano il Gatto e la Volpe, cioè Pieraccioni e Ceccherini che sin sono prestati a questo video. Li ringrazio di cuore perché non è scontato e ringrazio anche tutta la troupe.
La parte di Toscana di cui sei originario, la Maremma, è aspra…
Non è la Toscana che vedi nelle cartoline, è piatta, brulla e questo è il suo fascino, la sua bellezza e la sua poesia.
Nonostante ciò, la tua musica non rispecchia questa asprezza; insomma, questo tipo di poetica appartiene solo a te
Grazie mille, mi fai felice!
La tua nonna ha chiuso il ristorante per seguirti…
Anche perché quel mestiere è tostissimo, ti impiega da mattina a notte. La sua dedizione è sempre stata di ispirazione e soprattutto un grande insegnamento. Lei ha aperto nel ‘59 ed è ancora lì. 
Cosa ha detto della tua esibizione?
È contenta, molto contenta!
Il tuo primo palco è stato proprio nel ristorante di tua nonna
Una delle prime esibizione risale al Natale di anni fa: scesi per fare una melodia di Natale e… Fallii di fronte a tutti i parenti! Il primo live andò malissimo.
A proposito di live, ne hai tanti in programma
Il mio sogno è stare in tour tutta la vita! Poi sarò in giro con la band con cui giro dai tempi del liceo; sul palco non dividi solo l’esecuzione tecnica ma anche tutto il resto. E questo è tutto.