Nell'attesa di questa sera, Lucio Corsi si è raccontato nella nostra videointervista Atupertu, partendo da Jovanotti che, su Instagram, si è definito un suo fan "dalla primissima ora". I due non si sono incontrati al Festival per i troppi impegni (Jovanotti è stato il super ospite della prima serata). Si sentono, però, anche con Saturnino. "Spero di vederlo presto. Gli voglio bene e lo ringrazio", ha dichiarato su Jovanotti.
"Volevo essere un duro" è accompagnato da un video ufficiale, in cui compaiono anche Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini. La clip si apre con la lettura di una pagella scolastica. Fino alla seconda/terza superiore, quella di Lucio Corsi era buona, poi ha incontrato il suo tastierista Giulio Grillo e... ha iniziato a essere meno buona. "Non sono mai stato bocciato", ha però tenuto a precisare. Ha frequentato il liceo scientifico, nonostante i suoi genitori volessero che facesse l'artistico ("perché facevo i disegni"). La materia più ostica era matematica; le preferite, italiano e storia dell'arte.
"Volevo essere un duro" è una canzone che ci fa riflettere su quanto la società ci voglia infallibili e duri come sassi. Lucio Corsi è però fiducioso che il tempo sistemi le cose.
Quando la prima sera ha presentato "Volevo essere un duro", l'artista ha indossato una giacca con all'interno due pacchetti di patatine per gonfiare le maniche e sembrare una farfalla gialla. A volte i sacchetti sono anche caduti per terra. Comunque, questo è uno degli escamotage che utilizza da sempre durante i concerti. L'altro trucchetto gli consente di cantare e suonare e consiste nel mettersi il microfono sotto l'ascella oppure dietro, sulla spalla, quando c'è il filo.
Fin dalla prima sera, la sua famiglia lo sta seguendo con molta attenzione. La nonna Milena ha chiuso anche il ristorante a Castiglione della Pescaia e, come tutte le nonne, si sta assicurando che il nipote stia mangiando. Quando tornerà a casa nella Maremma, gli preparerà sicuramente il suo piatto preferito: i tortelli.