CONFERENZA STAMPA13 dic 2021

Litfiba, l’ultimo tour. Piero e Ghigo: "Una festa per i nostri 40+2 anni"

Il 2022 sarà l'anno de "L'Ultimo Girone 1980-2022": ecco le prime date, al via ad aprile

Il 2022 sarà l'anno dell’ultimo tour dei Litfiba: Piero Pelù e Ghigo Renzulli presentano “L'ultimo Girone 1980-2022” oggi davanti alla stampa all’Area Pergolesi di Milano. La band che ha fatto la storia del rock italiano girerà l’Italia da aprile per celebrare il suo tour di addio e i suoi 40 anni +2, dovuti al Covid, con “gioia e orgoglio rock, per l’ultima volta e per sempre!”: ecco le prime date ma è solo l'inizio. In scaletta 3-4 canzoni da ognuno dei 13 album del gruppo a rotazione ogni sera
"Suoneremo più canzoni possibili di tutta la nostra storia, lavoriamo a 60-70 brani, il meglio del repertorio, cambieremo la scaletta ogni sera almeno per un terzo", spiegano, "Con questo tour festeggeremo i nostri primi 40 anni + 2, il più due è dovuto al Covid. Siamo orgogliosamente felici della nostra storia: 13 album in studio, 6 dal vivo, 10 milioni di copie vendute - i giovani se le sognano, oggi esiste lo streaming -, e migliaia di concerti in giro per il mondo. Sarà l’ultimo tour dei Litfiba, lo diciamo con gioia e il sorriso nel cuore, sarà una grande festa: tutte le cose umane hanno un inizio e una fine, finire in questo modo è bello e divertente. La nostra musica non avrà fine: lasciamo 13 album e una decina di evergreen, siamo appagati. Il mondo è cambiato, siamo contenti di poter dire a tutti ciao suonando: siamo nati per suonare, dopo siamo diventati anche animali di studio, ma il palco è la prima cosa che ci ha unito ed è l’ultima che ci vedrà davanti al nostro pubblico".
DALLA CANTINA ALL'ULTIMO TOUR. “Benvenuti alla festa dei Litfiba”, svelano Pelù e Renzulli, “Festeggiamo 40 anni più iva, come ci piacerebbe che fosse davvero l’iva, 40+2. Tanta roba, per noi è un traguardo è impensabile: quando nell’ottobre 1980 ci incontrammo in quella cantina, eravamo 5 raccattati, come si dice a Firenze, ognuno con esperienze completamente diverse, poi pian piano abbiamo iniziato a costruire un suono, una storia, dei racconti”, racconta Piero, “Abbiamo condiviso tanti giorni e notti nella mitica cantina di Via de’ Bardi, dove ormai manca solo la targa del Comune - il numero civico e il campanello li ho rubati io -. Lì cercavamo un suono partendo dall’amore per il punk e il rock, eravamo vogliosi ed estramente curiosi con un livello di incoscienza totale tipico dei 20 anni che è quella che ci ha portato avanti”.
LA GAVETTA. Il cantante continua: “Abbiamo fatto tante scommesse, come andare a suonare all’estero, in un momento in cui in Italia pochi ci seguivamo dopo aver vinto il festival rock di Bologna nell’82. All’estero eravamo zero: tornammo da quella tournée con un bagaglio incredibile. Il dialogo con i fan, in quel caso anche in francese in alcuni posti, poi ci ha accompagnato sempre. Incontravamo tanti artisti, band americane e inglesi, quel transfert era fondamentale per la nostra scrittura. 41 anni fa non ci avremmo scommesso una lira neanche noi sul fatto che saremmo riusciti a costruire tutto questo".
"Paradossalmente anche il nostro primo contratto è stato in Francia", aggiunge Ghigo, "Ci facevamo poche domande e improvvisavamo tanto. Ci siamo formati pian piano, eravamo sempre insieme, girando mezzo mondo cantando in italiano, in paesi come Francia, Belgio e Svizzera. Nel 2021 compie 35 anni un album come '17 Re' che era un gran disco ma all’epoca andò male". "È stata la più grande scuola di musica, dialogo, non dialogo e di vita", afferma Pelù, "Non avevamo soldi per gli aerei né contratti, ci muovevamo in furgoni scassati, eravamo la manovalanza più bassa della storia della musica e del rock’n’roll: era la famosa gavetta.
MUSICA E DIRITTI. "Quando abbiamo iniziato, vivevamo nel mito del club dei 27, per entrare tra i grandi del rock bisognava morire a 27 anni: noi siamo dei sopravvissuti, abbiamo avuto lutti, gli anni 80 erano veramente il Vietnam, girare all’estero ci apriva gli occhi. Abbiamo preso posizioni scomode e ne siamo orgogliosi" racconta Piero, "Il pacifismo è un valore tutt’oggi rispettabilissimo, i diritti umani sono sempre all’ordine del gioco, come Patrick Zaki nelle prigioni egiziane e turchi ce ne sono tantissimi, l’omofobia, la paura del diverso sono temi di un’attualità sconcertante, il mio corpo che cambia è un dato di fatto, è la metafora del mondo, la legge Zan fa parte del nostro racconto dei nostri tempi".
"Siamo sempre stati una band scomoda e di questo andiamo decisamente orgogliosi, non abbiamo raggiunto il successo di grande pubblico strizzando l’occhio a destra e a manca, anzi se potevamo scalciare e ruttare come all’inizio di 'El Diablo' lo facevamo e non le mandavamo a dire ai politici di turno che poi sono spariti, le denunce fioccavano durante le nostre tournée, me ne hanno dette di tutte, dal vilipendio alla bandiera all'istigazione alla diserzione", dichiara Pelù, "Abbiamo sviluppato uno stile, senza mai fare un disco uguale al precedente, abbiamo sempre sperimentato sulla nostra pelle, artisticamente siamo stati di una onestà abbastanza rara. Non abbiamo mai seguito filoni, ogni volta era un terremoto tutto diverso. La trilogia delle vittime del potere parlava di diritti umani (Santiago, Desaparecido), ambiente (Peste), nucleare, pacifismo e guerre per il petrolio (Oro nero)... Siamo sempre stati legati all’attualità delle cose, abbiamo fatto della nostra scomodità la nostra storia".
IN GIRO PER IL MONDO. I Litfiba si sono anche divertiti tantissimo: ne sono successe di tutti i colori, dall’Australia alla Russia, dal Canada al Messico e in tutta l’Europa. Ecco 3 aneddoti irripetibili:
- "Nella Germania dell’Est ci sequestrarono: ci fermammo in un autogrill dove davano acqua e gulasch di Stato in un bicchierino di plastica con una brodaglia e qualche pezzettino di carne. Il progetto era fare un video-documentario del nostro tour nella Germania dell’Est: il regista ci fece delle riprese con dietro delle torrette militari e subito arrivarono le guardie, si presero quella cassetta super8"
- "Con i CCCP, dopo aver fatto dei concerti in Salento con loro e dei gruppi russi, andammo in Russia nel 1989, un anno abbastanza importante, sull'aereo c’eravamo solo noi i Rats e 50 persone di un gruppo folk ucraino. L’atterraggio a marzo a Mosca sul ghiaccio fu a zig zag, baciammo la terra. Fummo accolti e ci dettero Svetlana, la traduttrice, era una del KGB che ci controllava. Ci prelevava al mattino e ci riportava in albergo la sera chiudendo le porte a chiave ma noi scappavamo: l’hotel Cosmo, riservato agli stranieri, era un girone infernale con la polizia al pian terreno, prostitute e l’unico bar di Mosca dove si potesse bere la vodka. C’erano scene davvero infernali, tra russi ubriachi fradici che davano noia alle ragazze occidentali dell’hotel e 50 bellissime donne russe fuori dall'albergo che cercavano marito. Abbiamo capito che il socialismo reale sulla carta è bello, ma si scontrava con la natura umana, c’era una corruzione che faceva impressione, lì stavano bene i dirigenti del partito, non certo il popolo che viveva con 200 rubli al mese"
- "In Australia fummo invitati a suonare al Festival dei Due Mondi a Melbourne, ma ci ritrovammo in a testa in giù con il rischio di investire un canguro"
IL FUTURO. "È l’ultimo tour, poi nulla toglie che anche senza il nome Litfiba si possa fare qualcosa: quel nome lascia sempre un’aspettativa, Page e Plant hanno fatto un disco bellissimo senza il nome Led Zeppelin ad esempio" spiegano Piero e Ghigo, "Dopo faremo i musicisti, quello che abbiamo sempre fatto, io vorrei viaggiare molto di più, tra contagi e virus speriamo sia possibile". Tra i prossimi progetti c'è anche quello di impegnarsi per la salute della musica live: "Tra le nuove generazioni, ci sono i Maneskin ma anche molti altri rocker italiani, anche nell’underground, magari fanno fatica a uscire per tante ragioni e li rispettiamo ancora di più per questo, abbiamo fatto almeno 9 anni di gavetta con poche lire in tasca".
"Il futuro della buona rete di club che avevamo chissà come si risveglierà: non lo sappiamo ancora, alla Flog di Firenze hanno suonato tutte le band più importanti, molto probabilmente chiuderà, è una pessima notizia", aggiunge Pelù, "Mi sono formato da spettatore e fruitore di musica prima di tutto, a partire dai New Trolls il cui volume mi sfondò le orecchie. Mi auguro che le istituzioni ci mettano la loro zampata: delle partite iva della musica si sono lavati le mani. I teatri di prosa e lirica hanno avuto il 100% dei finanziamenti facendo la metà delle produzioni, i club non hanno preso quasi niente, come le maestranze della musica. Tanti hanno dovuto lasciare le città dove vivevano e tornare al paesino cambiando vita. Non è sostenibile. Porteremo avanti questa idea, perché ci sono tanti artisti e band che non riescono a suonare, è un problema grande".
5 DICHIARAZIONI.
1. Piero
: "Oggi Paul McCartney dice che è pentito di non aver mai detto a John Lennon 'ti voglio bene'. Io oggi dico a Ghigo: ti voglio bene". "Anch’io, mi hai salvato la vita più di una volta" replica Ghigo
2. Piero: "Abbiamo litigato nel ‘99, a noi gli Oasis ci fanno una sega! Si può litigare anche sullo zucchero nel caffè, un po’ perché siamo toscani e un po’ perché siamo teste di c… Ci ammazziamo dalle risate però"
3. Piero: "Speriamo che gli ultimi irriducibili abbiano capito che devono andare a vaccinarsi: se c’è qualcuno che non vuole o ha paura dell’ago, l’accompagno io, lo faccio eh, segnatelo"
4. Ghigo: "Volendo gli inediti ci sono, c’è un sacco di roba che non abbiamo mai fatto uscire, però non sono pezzi pronti per essere pubblicati, ci sono dei pezzi storici che mezzo mondo ci chiede di sentire come “17 Re” perché non l’abbiamo mai pubblicato"
5. Piero: "Dopo che uno dei miei nipoti mi ha attaccato la bronchite faccio il nonno a distanza"
LA BAND E LE DATE. "Stiamo mettendo in piedi una super mega band per la tournée", spiegano, "Ci saranno collaboratori e ospiti, ci stiamo lavorando, Maroccolo e Aiazzi sono i più importanti, sono stati parte della band, alcuni hanno smesso di suonare da anni". "Siamo felici e in controtendenza anche in questo, non siamo pozzi senza fondi, non ci vogliamo appiccicare alla poltrona, lasciamo spazio anche agli altri, cosa c’è di più onesto in questo?" precisa Piero, "Mi piacerebbe che non rimanesse un senso di vaga mestizia, abbiamo una gran voglia di incontrare il pubblico dal vivo magari tuffandoci anche dentro. Dev’essere wow, facciamo festa tutti insieme".
Durante il tour dell’addio, che prenderà il via il prossimo 26 aprile 2022 da Padova, i Litfiba saranno accompagnati sul palco da: Luca “Luc Mitraglia” Martelli alla batteria, Fabrizio “Simoncia” Simoncioni alle tastiere e Dado “Black Dado” Neri al basso. Queste sono le prime 10 date del tour, i cui biglietti saranno disponibili da oggi, alle ore 16.00, online:
26 aprile 2022 PADOVA Gran Teatro Geox
27 aprile 2022 PADOVA Gran Teatro Geox
03 maggio 2022 NAPOLI Casa Della Musica
04 maggio 2022 NAPOLI Casa Della Musica
10 maggio 2022 ROMA Atlantico Live
11 maggio 2022 ROMA Atlantico Live
16 maggio 2022 FIRENZE Tuscany Hall
17 maggio 2022 FIRENZE Tuscany Hall
24 maggio 2022 MILANO Alcatraz
25 maggio 2022 MILANO Alcatraz