INTERVISTA 07 feb 2023

Levante: “Cantare a Sanremo è già una vittoria”

La cantautrice è pronta al ritorno a Sanremo con il brano “Vivo”, che farà parte del suo nuovo album “Opera Futura”, in uscita il 17 febbraio

Levante, ospite del Fuori Sanremo Intesa Sanpaolo di Radio Italia solomusicaitaliana, ha raccontato a Mario Volanti il senso di “Vivo”, il brano con cui l’artista torna al Festival di Sanremo dopo la partecipazione nel 2020 con “Tikibombom”. La cantautrice ha anche svelato qualche dettaglio sul nuovo album, “Opera Futura”, in uscita il 17 febbraio, e sulle date estive, che culmineranno con il concerto all’Arena di Verona del 27 settembre.

Come arrivi a questo Festival?

Sono molto rilassata: è la seconda edizione, un pochino so cosa aspettarmi. È sempre una grande emozione, ma adesso so come gestirla

Diventare mamma a quanto pare fa diventare anche bionda. È un effetto collaterale?

Sicuramente diventare mamma cambia un po’: vorrei che il modo in cui mi sento aderisse al modo in cui mi vedo. Ho scelto questo biondo: il mio opposto.

Infatti non ti avevo riconosciuta…

Una tedesca con accento siculo. Ritornerò mora, perché mi stufo e mi piace cambiare. La vita è una e perché non farlo?

La tua musica resta all’interno di un cerchio, uno stile in cui ti muovi…

Il brano si intitola “Vivo” e racconta il post-parto: quel momento di buio che quasi tutte le donne attraversano. È un brano di rinascita e grande desiderio: riprendere la vita, il mio corpo e la mia testa. C’è una forza quasi prepotente. Il brano è una cavalcata, fa alzare in piedi.

“Tikibombom” è stato un momento importante per te…

È stata un’esperienza importante. Al di là del tema dei 4 personaggi, è stata veramente sorprendente: nonostante durante il festival non ho raggiunto i risultati che speravo, dopo ha raggiunto il cuore di moltissime persone.

“Vivo” e “Tikibombom” appartengono a due mondi diversi…

Sono due mondi diversi, entrambi muscolari. Quello di “Tikibombom” fu il Sanremo prima del lockdown. Lo ricordo come un momento magico prima del silenzio in tutta Italia e poi in tutto il mondo.

Cosa succede dopo Sanremo? Hai già dei programmi per il tuo futuro?

Venerdì 17 febbraio esce “Opera Futura”, il mio quinto disco. È un riassunto di questi 10 anni. C’è tanto di me di adesso, ma anche dei miei primi dischi. Farò anche qualche tappa dal vivo: la più importante è l’Arena di Verona, il 27 settembre. Sarà una grande emozione calcare quel palco.

È il tempio della musica italiana, del resto. Quando partirà la tua tournée?

Non ci sono ancora date comunicate, ma saranno in estate. I concerti estivi saranno come dei passi verso la data dell’Arena di Verona.

Ci racconti della tua collaborazione con Carmen Consoli per il brano “Lo stretto necessario”: parlavate in dialetto siciliano?

Sì. Io la adoro. Noi ci siamo “ricreate”, ovvero divertite. Ritrovare Carmen nel duetto “Lo stretto necessario” è stato un sogno. Io la ammiro molto. Tra l’altro, io ho scritto quel brano con Colapesce e Dimartino.

Anche Colapesce e Dimartino saranno in gara. Li senti nemici, amici o parenti?

Salire sul palco di Sanremo non mi ha mai dato l’idea della gara. È un palco così gigante che arrivarci e portare la mia musica è una vittoria. Io, e credo gli altri artisti, non sento la competizione.

Grazie anche ad Amadeus, non c’è più la tensione e la paura, ma l’emozione di far sentire la musica a milioni di italiani. Si è creato un clima di amicizia tra voi artisti?

Sì, Colapesce e Dimartino, Elodie e tanti altri sono veri amici. È più una presentazione di un percorso nuovo.

Quello che è successo con i Måneskin ha dato maggiore importanza al Festival: c’è la possibilità di arrivare a una platea mondiale adesso. Cosa che prima non succedeva.

I Måneskin sono stati eccezionali: loro sono bravi, belli e giovani. Sanremo ha risentito della loro luminosità.