L'INTERVISTA23 mar 2023

Laura Pausini tra matrimonio e tour: “Sono al punto di partenza e voglio correre!”

L'artista, che nei prossimi mesi sarà protagonista di un tour mondiale, ha svelato i dietro le quinte del matrimonio con Paolo Carta: “Non se lo aspettava nessuno, nemmeno i miei genitori e mia figlia”.

Laura Pausini, ospite di Radio Italia solomusicaitaliana nel Reward Music Place, si è raccontata ai microfoni dei nostri conduttori Mauro Marino e Manola MoslehiLaura si è emozionata sentendo cantare per la prima volta dai suoi fan “Un buon inizio”, il suo ultimo singolo. La cantante ha raccontato del suo matrimonio con Paolo Carta, dei suoi nuovi progetti musicali e del tour mondiale che la aspetta nei prossimi mesi.

Auguri Laura per il tuo matrimonio!
Non se lo aspettava nessuno, nemmeno i miei genitori e mia figlia. Abbiamo fatto una sorpresa vera alla mia famiglia. Spero che questa sorpresa sia piaciuta anche a voi.
Sei come Wonder Woman! Sei riuscita a organizzare il matrimonio tra un tour mondiale...
Ho iniziato un anno fa a pensare a questo matrimonio. Lo sapevamo solo io, mia sorella e Nicole, la mia assistente. Tutte le persone che lavorano con me non lo sapevano: per questo, io non volevo uscire a marzo. Gliel'ho spiegato più volte, ma mi sentivo in colpa. Allora mi sono detta: ce la devo fare a fare tutte e due: nuovo album e matrimonio.
Quello con Paolo Carta è un amore che dura da 18 anni, complimenti!
Ci siamo sposati proprio nel nostro 18esimo anniversario.
Tua figlia come l'ha presa?
Non lo sapeva, perché facevo tutto di notte. Anche le persone che mi hanno aiutato sapevano che era una festa per il mio trentesimo anniversario di carriera. All'inizio ero vestito da Sanremo, infatti. Poi mi sono cambiata in bagno e Paola, mia figlia, lo ha scoperto così. Vorrei che fosse lei la protagonista del matrimonio. Nel brano che io e Paolo abbiamo scritto nel 2015, “Il nostro amore quotidiano”, c'è la frase: “Una promessa non è un documento e per amarci non ci servirà”. Lei da tanti anni ci chiedeva: “Perché non siete sposati?”. É stato un regalo che ci siamo fatti vedendo i nostri parenti, nostra figlia e i figli di Paolo.
Oggi è uscito il vinile di "Un buon inizio": contiene anche il brano “Davanti a noi”…
È la traccia inedita che abbiamo scritto con mio marito Paolo e Niccolò Agliardi. Nemmeno lui sapeva delle nozze: pensava a questo trentesimo anniversario come un matrimonio tra me e miei fan! Io mi sento sposata anche con loro: la mia storia più lunga io ce l'ho con loro!
Guardando il video la cosa più bella sono i tuoi occhi pieni d'amore guardando Paolo!
Ci siamo sposati felici. Il mio sogno è formare una famiglia come quella dei miei genitori. Quando guardo Paolo sento un grande amore, come se fossimo fidanzati da ieri, mi fa sentire molto fortunata! È emozionante, è una cosa bella. Lui mi ha chiesto di sposarlo 11 anni fa in un centro dove abbiamo fatto l'esame del sangue per sapere se ero incinta... Durante il lockdown, mentre stavamo girando il docufilm “Piacere di conoscerti”, ho deciso di chiedergli di sposarlo. Ho messo su la nostra canzone, “The Long and Winding Road” dei Beatles, e gli ho chiesto di sposarlo. C'era anche mia mamma! L'anno scorso abbiamo deciso di sposarci il 22 marzo. Gli ho detto che sarebbe uscito il disco in quegli stessi giorni: allora ci siamo detti di fare il viaggio di nozze in tour. Noi ci siamo conosciuti sul palco e quindi ci è sembrato naturale festeggiare le nozze in tour. È bellissimo suonare le nostre canzoni con voi di fronte!
Raccontaci la copertina del nuovo album. Ci dicevi che nella parte di dietro ci sono due paia di scarpe: uno maschile e uno femminile.
Le scarpe maschile erano di Paolo, ma poi le ha prese mio padre. Le ha anche usate al giorno del mio matrimonio. Il cammino continua: ci sarà anche mio babbo nel percorso con noi.

Intervista a Laura Pausini (23/03/2023)

Com'è stato festeggiare i 30 anni di carriera?
Il giorno esatto è stato il 27 febbraio. Era un po' di anni che pensavo di fare una cosa strana per festeggiare l'anniversario. Volevo dare un messaggio a tutti i miei fan per dire che tutti siamo diventati un po' più grandi. Siamo diventati grandi, ma dentro dobbiamo cercare una forza che dopo gli ultimi anni era difficile trovare. Ci eravamo adagiati a casa, sulla sedia o sul divano. In un giorno solo volevo far il riassunto di questi 30 anni. Se non ci proviamo insieme, non andiamo a vedere niente...Succederanno tante altre cose! Vorrei che mi accompagnassero loro, i miei fan. Perché correre da soli non vale la pena.
Che ricordo hai de “La solitudine”?
La amo. Mi piace ancora cantarla dopo 30 anni. Mi emoziono ancora.
A noi chiedono ancora adesso di metterla in radio…
Forse Marco un po' meno…
Un Buon Inizio”: come mai questo titolo?
Stavo aspettando questo “Un Buon inizio” per cominciare davvero. Me l'ha presentata Jacopo Pesce, che sta curando il mio progetto musicale. Il brano lo ha scritto Riccardo Zanotti, che è molto intelligente e capace di entrare nella mente delle persone. Quando me l'ha fatta sentire, il testo era diverso: era la fine di una storia d'amore. Appena lo ha ascoltata, ho detto: “Questa canzone la voglio, ma non mi identifico”. Riccardo ha accettato alcune mie proposte via mail e poi ci siamo incontrati a Milano dove abbiamo lavorato al risultato finale. É stato un momento premonitore l'incontro con lui. Spesso canto canzoni per superare dei momenti. In questo momento della mia vita voglio fare un cambiamento, a piccoli passi: questo è già un buon inizio.
É una canzone propositiva…
Sì. Io non mi sento arrivata, ma sono al punto di partenza e voglio correre. È questo il concetto di un “Un Buon Inizio”. Dobbiamo cercare un inizio nuovo, senza avere paura!
La tua forza è non sentirsi mai arrivata, nonostante i tanti premi.
Questa è stata la mia più grande paura. Subito dopo il Golden Globe e la nomination all'Oscar, io mi sono sentita molto a disagio. Mi succedevano cose meravigliose nel momento in cui in Italia succedevano cose brutte legate alla pandemia. Sono stata orgogliosissima di cantare agli Oscar: la prima canzone italiana arrivata su quel palcoscenico. Ma dopo cosa c'è? Non c'è più niente e tutto diventa più piccolo. Io sentivo tanta pressione perché tutti si aspettavano tanto da me dopo aver vinto l'Oscar. Avevano tutti il dito puntato e aspettavano che io scrivessi il disco dell'anno. Avevo bisogno di sbloccarmi in qualche modo. Mi ha molto spronato Paolo. Le persone famose sono molte giudicate sui social. Io, spesso, sono stata accostata a notizie false che hanno più notizia rispetto ai tanti riconoscimenti che ho ricevuto. Devo dire grazie a Paolo, mia sorella e alla mia manager: mi hanno convinto a non fermarmi. Ho visto Giorgia: lei è del mio stesso segno zodiacale e abbiamo vissuto esperienze simili. Siamo amiche. Entrambe siamo ripartite grazie all'aiuto di chi ci sta a fianco.
Parlando della nomination all'Oscar e del Grammy, c'è da dire che tua figlia Paola è abituata a vederti vincere…
È stato difficile spiegare a mia figlia che la vita non è sempre così. Nella vita non si vince sempre. Quando lei ha visto che non avevo vinto l'Oscar, nel documentario “Piacere di conoscerti” si vede mia figlia che dice: “Vabbè, chissene”. Lì ho vinto io. Perché quando sono tornata mi ha detto che non era importante vincere o perdere, perché era solo un premio. Crescendo ho capito che io voglio diventare come i miei genitori e crescere mia figlia nello stesso modo. Paola deve capire che la vera fortuna è fare un lavoro che piace, come successo con me.
Tu consiglieresti a tua figlia di fare il tuo stesso lavoro?
Lei canta e suona il pianoforte. Io le dico: “L'hai cantata benissimo!”. E lei mi dice: “Eh, ma se non vuoi che canti...”. Allora io le spiego che non bisogna pensare alla musica solo come professione. Lei, a 10 anni, è già molto sicura e indipendente. Io non ero così… Io ho vinto Sanremo a 18 anni e per i 5 anni successivi mia madre mi ha fatto viaggiare sempre con mio padre. Lui mi ha insegnato a essere molto disciplinata. Perché cantare è un lavoro vero! Ci vuole tanto rispetto, perché è una cosa seria. Io sono testimone che alcune canzoni di altri mi hanno cambiato. Ancora oggi mi chiamano medici che usano la musicoterapia oppure genitori che mi chiedono degli audio per i figli in ospedale. Questa è la forza della voce e della musica! Per me fare il cantante significa cercare di smuovere fisicamente delle parti delle nostre emozioni!
Cosa ne pensi degli artisti della nuova generazione?
Ci sono tanti giovani che mi piacciono: per esempio, Madame. Ho collaborato con lei in “Scatola”. È preparatissima musicalmente e non. Ha qualcosa di speciale. Ci sono altri giovani forti in questo momento. Uno dei miei preferiti è Lazza.
Gli hai fatto i complimenti dopo Sanremo…
A me questo Lazza piace da morire. Ho parlato bene di lui in una chat in cui c'era anche il suo addetto stampa: allora lui mi ha scritto e da lì abbiamo cominciato a diventare amici. É un musicista molto preparato e un timido molto coraggioso. É un timido che azzarda sempre.
Lazza è un musicista molto attento…
Sì, curare i dettagli è molto bello e fondamentale nella musica.
Se ti dico Piazza San Marco a Venezia e Plaza de España a Siviglia, a cosa pensi?
Sono i primi concerti che saranno l'anteprima del tour. Ho festeggiato l'anniversario dei trent'anni di carriera con 24 ore nei teatri, per ricordare il mio primo Sanremo all'Ariston. Volevo cominciare il tour come ho fatto dopo Sanremo nel 1993, cioè nelle piazze. Mi sono anche accorta che non avevo mai cantato né a Venezia né a Siviglia. Poi inizia il vero e proprio tour nei palasport, come ho fatto molte volte nella mia carriera. Ci vediamo in tour, vi aspetto lì!