L'INTERVISTA 31 ott 2023

Laura Pausini si commuove e svela: “Ecco cosa canto con mia figlia Paola”

In diretta dall'isybank Music Place, Laura Pausini ha presentato il nuovo album “Anime Parallele”

 

Laura Pausini ci è passata a trovare per presentare il suo nuovo album “Anime Parallele”, uscito il 27 ottobre. Ai microfoni dei nostri speaker Mauro Marino e Manola Moslehi, la cantante ci ha raccontato come è nato l'attesissimo disco.
L'intervista si è trasformata in un vero e proprio concerto. Il pubblico dell'isybank Music Place ha cantato a squarciagola alcune delle nuove canzoni di “Anime Parallele”, facendo commuovere la cantante. Laura Pausini ha anche svelato che con la figlia Paola ascolta spesso le canzoni di Madame e Angelina Mango.

Intervista a Laura Pausini (31/10/2023)

Ecco il testo dell'intervista:
Benvenuta Laura Pausini: sei l'artista italiana più conosciuta al mondo, più premiata al mondo! Ci si abitua mai a questo grande affetto del pubblico?
Non mi voglio abituare: così mi mancano quando non ci vediamo.
Il tuo nuovo album “Anime Parallele” è molto bello. È un album in pieno stile Laura Pausini, però c'è dentro di più... 
Ci sono voluti cinque anni per fare questo nuovo album: sono successe tante cose, ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentita persa. Può capitare, in questo mestiere, di rimanere uguali e quindi diventa difficile trovare dei nuovi argomenti. Ti senti come se le persone stessero aspettando qualcosa di nuovo e di stravolgente e io mi dicevo: “Cosa posso raccontare?”. Specialmente quando ti senti insicuro, è difficile. Il tempo è passato e due anni fa è arrivata ”Durare”. Questa canzone ha aperto mille porte, mille finestre. Questa parola, “durare”, ormai si usa pochissimo nelle relazioni e nei gesti quotidiani: andiamo veloci, siamo approssimativi. Mi è venuta l'idea di essere fuori dal mio corpo e mi sono immaginata su strisce pedonali, ma non ero da sola. C'erano altre persone al mio fianco, che andavano in posizioni diverse. La diversità è il diritto di ognuno di noi di essere un individuo unico.
Ci parli dei tuoi famosi provini al buio. Di solito, ascolti per la prima volta le canzoni che ricevi senza conoscere i nomi di chi le ha scritte per non farti condizionare. Lo hai fatto anche per scegliere i brani di “Anime Parallele”?
Sì, l'ho fatto anche questa volta perché sono abbastanza suggestionabile. Nell'album c'è una canzone scritta da Biagio Antonacci: lui l'ho subito riconosciuto perché ha cantato lui il provino. I brani scritti da Tommaso Paradiso, Franco126 e Michele Bravi invece no, perché il provino era cantato da altri. Mi piace non essere suggestionata, perché alcuni mi stanno antipatici.
Viva la sincerità! Quindi se qualcuno ti sta antipatico rifiuti la canzone?
Per questo album, mi è successo che un autore mi stava molto antipatico. Il brano era nella cinquantina, nella prima selezione. Quando ho scoperto chi era l'ho tolta.
Ci hai parlato di un senso di inadeguatezza quando hai lavorato a questo album. Non è scontato che una grande artista come te dica questo…
Tutto quello che mi accade è più grande di quello che mi sarei potuta immaginare. Dopo trent'anni, uno dovrebbe aver capito la situazione, però continuo a essere molto ingenua di fronte alla mia carriera. Ogni volta che vinco un premio sono felice, ma poi torno a casa e dico: “E adesso?”. Sento la pressione delle persone che si aspettano sempre qualcosa da me.
Tu sei sempre la stessa! Hai costruito una carriera su te stessa, mettendoci il tuo senza farti condizionare da mode e autotune. In questo album c'è tutta Laura Pausini, ma anche qualcosa di più...
Volevo un suono un po' più contemporaneo, senza perdere la melodia. Io volevo fare la cantante per la melodia. Ognuno ha il suo dono: io ho queste corde vocali. Se non canto così, arrivando dalle note più basse a quelle più alte, mi sento che non servo. Sento che non sto esprimendo niente, che non sto dando il massimo. Uno pensa che dopo trent'anni è facile cantare i propri brani, ma ogni volta è come rimettere in discussione sempre tutto. Bisogna avere il coraggio per difendere le canzoni, con la faccia e con la voce.
Per questo album hai lavorato con autori delle nuove generazioni…
Alcuni autori di questo album non erano ancora nati quando ho vinto Sanremo. Devo dire grazie a loro: il cantante, del resto, senza canzoni sta a casa. Devo molto ai miei autori. A volte trovo canzoni che mi piacciono, ma che voglio sviluppare nel testo: voglio ringraziarli tutti quanti perché mi hanno permesso di farli un po' miei.
In questo album hai sperimentato molto vocalmente, anche con le tonalità...
Finché dura! Anche perché in questo momento non va molto di moda usare range alti. Quando ho chiamato i nuovi produttori ho chiesto un suono contemporaneo, ma a volte c'era una dissonanza tra voce e arrangiamento: ho dovuto lavorarci, ma senza snaturarmi.
“Anime Parallele” contiene sedici canzoni, sedici anime. Come sei arrivata a questo numero, molto alto per un album?
Dopo cinque anni, pensavo addirittura che sedici fossero poche. All'inizio volevo farne venti: poi ho fatto un'ulteriore selezione. Su “Un buon inizio” non avevo dubbi: volevo tornare con una canzone positiva, con una grande onda ottimista. Avevo bisogno di questo: molti ragazzi, infatti, hanno preso tante frasi da questa canzone come motivazione. Anche “Il primo passo sulla luna” è arrivata subito: mi piaceva il ritmo. È una canzone che mi ricorda quando ballavo in mansarda da piccola. Racconta di un'amicizia, come si vivono in questi tempi: appena c'è una divergenza di idee è più facile fare un passo sulla luna che fare un passo indietro. In una canzone allegra ho voluto inserire questo messaggio. Poi c'è “Davanti a noi”, che sono le promesse di matrimonio di me e Paolo. Nel disco, il brano è rappresentato da un'immagine dei miei genitori, perché davanti a noi speriamo di avere un destino come loro, che stanno insieme da cinquant'anni.
Perché hai scelto di aprire l'album con “Zero”?
Perché “Zero” ha un messaggio molto importante: ogni giorni ci dobbiamo svegliare per cercare delle emozioni, tutte tranne zero. Dopo gli anni di chiusura per la pandemia ci siamo sentiti apatici, impauriti: anch'io stavo meglio a casa che fuori. Facevo fatica a sognare e a stare con gli altri. Poi è arrivata la musica e questa canzone, che è un invito a non avere paura di incontrare le emozioni davanti a noi.
Ti vediamo commossa…A proposito di emozioni, ci parli di “Dimora Naturale”, il brano del disco in cui hai duettato con tua figlia Paola?
Tra gli autori di “Dimora naturale” c'è anche Michele Bravi. Quando mi è arrivata, la canzone non era dedicata a un rapporto tra genitore e figlio, ma io ci ho ritrovato subito Paola. L'ho cantata di notte in studio, perché volevo dedicargliela all'uscita del disco, facendole una sorpresa. Però lei è entrata e mi ha chiesto: “Per chi è questa canzone?” Io allora le ho detto che era una sorpresa per lei, ma che ormai l'aveva scoperto. Allora Paola mi ha detto: “Se è per me, allora la canto anch'io”. Quindi l'ha incisa con me: è incredibile come un bambino ascolti una canzone una volta e si ricordi subito la melodia. Ha fatto la sua parte e anche delle risposte alle mie strofe, di sua volontà. Ero dubbiosa se metterla o meno nel disco: perché Paola ha solo 10 anni e mi spaventava esporla così tanto. Poi, però, mi sono convinta di farla uscire.
Ci parli del rapporto con tua figlia?
Sicuramente, le lascerò fare quella che vuole. In caso di figli d'arte, si viene sempre giudicati come raccomandati. Emozionalmente non è facile. Vivendo in casa con noi, sa che questo mestiere comprende alcuni aspetti difficili.
Oltre alle tue canzoni, quale musica ascolta tua figlia?
Ascolta e canta moltissimo Taylor Swift. Anche i Coldplay: sono i suoi preferiti. Poi Olivia Rodrigo e alcuni che non so chi siano, delle nuove generazioni. A me piacciono molto Madame e Angelina Mango: le ascoltiamo insieme!
A febbraio, non sarai a Sanremo. In quei giorni, infatti, sarai impegnata con le date in Europa del tour mondiale e i giorni liberi li dedicherai alla figlia Paola, giusto?
Sì, dopo ogni concerto europeo io e Paolo cercheremo di tornare a casa la notte per accompagnarla a scuola il mattino dopo. Io la porto all'autobus: voglio che si abitui subito a stare con la gente.
Tua figlia Paola come vive la tua popolarità?
In realtà, quando sono in Italia giro poco, sto molto in casa. Da piccola non diceva niente. Da qualche anno, ha cominciato a dirmi: “Quando sei con me non ti fermare a firmare autografi o scattare selfie”. Sono consapevole di essere per lei una mamma ingombrante. È bello che vada a scuola con la figlia di Paola Cortellesi, perché si aiutano a vivere con naturalezza questa situazione. Lei, in realtà, non ha ben capito l'andamento di tutta la mia carriera, perché per lei è tutto normale: mi vede cantare sul palco da sempre. Ultimamente, si basa anche sui numeri che vede online e ogni tanto mi dice: “Stai andando malissimo! Ma sei famosa o no?”. Allora le dico di chiedere al papà. Siamo un trio splendido!
Presto sarai in tour in giro per il mondo, ovviamente anche in Spagna e in America Latina. Del resto, l'album è uscito anche in spagnolo...
Io parlo spesso in spagnolo anche a casa. Sono molto orgogliosa di aver imparato le lingue con questo mestiere e sono felice di averlo trasmesso anche a mia figlia, che infatti ha cantato anche nella versione spagnola di “Dimora Naturale”.
Come sta andando la preparazione del tour?
Sono a buon punto. Avevo preparato la scaletta due settimane fa, ma ci sto ripensando, perché avevo messo solo due brani del disco nuovo. Quando si parte per un tour mondiale bisogna fare un'unica scaletta che va bene in tutte le nazioni, perché durante i live è tutto programmato con i video e le luci. Devo fare una scaletta per accontentare tutte le nazioni. Visto che il tour celebra i miei trent'anni di carriera, voglio fare i brani più rappresentativi, però non posso nemmeno cantare per quattro ore. Adesso ho aggiunto due nuove canzoni dell'album alla scaletta.
Prima del tour, è in programma “Launatici”: il raduno con i membri del tuo fan club a Rimini, il 2 dicembre. Ce ne parli?
“Launatici” sarà uno spettacolo preparato per l'occasione. Non sarà una prova generale del tour. Magari canterò qualche canzone del nuovo disco che non porterò in tour: potrebbe essere un'idea…
Perché hai scelto proprio Rimini come punto di partenza del tour?
Perché è casa mia. Anche dopo quello che è successo con le alluvioni mi sembrava giusto. Dobbiamo prestare attenzione ai cambiamenti climatici, sempre più all'ordine del giorno. Io l'ho sperimentato con i miei familiari: ci sono ancora varie problematiche. Noi romagnoli, però, siamo forti! Grazie a tutti i volontari che sono venuti ad aiutarci.
In estate hai un progetto top secret in programma. Ci puoi svelare qualcosa?
Non posso dirvi ancora nulla!
Allora parliamo di Siviglia, dove tra pochi giorni ritirerai un premio importantissimo...
I Latin Grammy Awards ogni anno eleggono la “person of the year”. Io sono andata spesso a festeggiare i vincitori delle passate edizioni, sempre nati in Spagna e Sud America. Io l'anno scorso ho presentato la cerimonia. Dopo qualche mese, gli organizzatori mi hanno chiamato: io temevo mi dicessero che avevo sbagliato qualcosa nel presentare l'evento. Invece, mi hanno detto che ero stata nominata come persona dell'anno 2023. In Spagna e America Latina io mi sono sempre sentita adottata. Le persone adottate non nascono con lo stesso sangue ma crescono in famiglia. Il premio sarà come essere pienamente accolta nella famiglia!