OLIMPICO E TOUR INSIEME28 feb 2022

La reunion di Venditti & De Gregori: “Ricantare i nostri pezzi è una grande gioia”

Dal dubbio sulla data di inizio collaborazione, fino al concerto all’Olimpico e a un grande tour insieme, con Radio Italia solomusicaitaliana come radio ufficiale: ai nostri microfoni, in diretta, Antonello e Francesco raccontano perché sono tornati insieme, come artisti e come amici

50 anni dopo, Antonello Venditti & Francesco De Gregori tornano insieme per un grande concerto all’Olimpico, nella loro Roma, e un grande tour: i due artisti lo raccontano in diretta a Radio Italia solomusicaitaiana, la Radio Ufficiale della nuova avventura live, nel Reward Music Place. Insieme ai nostri Mauro Marino e Manola Moslehi, Antonello e Francesco raccontano la loro storia e scherzano da buoni amici, ripescando tra i ricordi e le canzoni della loro carriera. Sul primo disco insieme, però, hanno ancora qualche dubbio...
Avete iniziato insieme nel 1972, giusto?
De Gregori: “In realtà, c’è una discussione in corso sulla data. Noi ricordiamo che ‘Theorius Campus’ fosse uscito nel ‘71, invece sembra fosse il ‘72!
Venditti: “Noi però ci siamo incontrati prima, alla fine del 1970. ricordo di essere arrivato al Folkstudio e di aver trovato Francesco. Era la sua serata, da solo: faceva le sue canzoni, le traduzioni di Bob Dylan e, un po’, Fabrizio De Andrè. Erano belle tutte e io non riuscivo a capire quali fossero le canzoni di De Gregori e quali le altre.
De Gregori: “Quando arrivò Antonello, che aveva il piano, fu un colpo clamoroso, perché tutti avevano la chitarra. Portò grande nobiltà e imponenza visiva.
Venditti: “Essendo il pianoforte verticale, dovevo superare con la voce il cassone che avevo davanti: lì, la mia potenza vocale si esaltò, loro rimanevano abbastanza scioccati. Ma, in tournée, il piano non si trovava facilmente, era la mia croce: è nata così il verso ‘Un pianoforte sulla spalla’ (in ‘Notte prima degli esami’, ndr). In tour, poi, loro sapevano gli accordi, ma me li cambiavano: finiva che ci tiravamo schiaffoni sul palco! La gente credeva fosse uno scherzo, invece eravamo sempre in pieno litigio.
Francesco, come commenti questo ritorno al vinile?
Nel corso degli anni, la tecnologia di riproduzione dei dischi è cambiata. Siamo nati col vinile, poi c’è stata la musicassetta, il CD, i file digitali… Questa cosa non mi ha mai cambiato la vita, il tipo di supporto non mi impressiona e non cambia il mio mestiere. Sul vinile, c’è un fatto di affezione: le copertine erano grandi e, per questo, cercavamo di farci sempre una bella foto; anche la riproduzione dei testi cambia su CD. Quindi viva il vinile, ma sempre con nostalgia.
Com’è cantare le canzoni dell’altro? È complicato?
Venditti: “Noi siamo talmente abituati… È complesso, perché le nostre metriche qualche volta sono opposte, ma è allo stesso tempo bellissimo: io sto compenetrando nelle sue metriche e viceversa. Ci piace cantare le canzoni dell’altro, anche perché noi abbiamo fatto una specie di disco insieme - ‘Theorius Campus’ -, ma stavamo ‘stretti’. Quindi siamo stati molto fortunati a svolgere il nostro talento e a ritrovare queste canzoni, che prima correvano parallele e che ora si uniscono. Per me, sembrano tutte un’unica canzone scritta da noi: è incredibile, ma ci divertiamo a farle così, insieme. Io non ho mai visto Francesco così contento di alcune mie canzoni.
De Gregori: “Alcune le ho scoperte cantandole alle prove. Su tutte, ‘Unica’ e ‘Peppino’: pensavo non mi riguardassero e, invece, ho capito che provo proprio gioia a cantarle. La differenza metrica è estremamente stimolante: se cantassimo allo stesso modo, non ci sarebbe divertimento ora a rifare le nostre canzoni. Io credo che alla fine, se uno ascoltasse per la prima volta ‘Generale’ o ‘Ricordati di me’, non saprebbe dire chi dei due l’ha scritta.
Cosa avete in comune, oltre alla Roma e alla musica?
Venditti: “Sai che non lo so?!
De Gregori: “Una certa eleganza.
Venditti: “L’amore per l’arte in generale, la pittura… Io personalmente amo le macchine e andare forte in auto.
De Gregori: “Io amo le macchine, ma non mi piace andare forte come lui! Lui ha una macchina bellissima, che io però non compro perché è fatta unicamente per andare veloce. Però è bellissima.
Venditti: “Poi abbiamo delle passioni più intense, che sono quelle che tutti immaginano, di due intellettuali…” (ride, ndr)
In comune, avete anche l'appuntamento importante allo Stadio Olimpico di Roma.
Venditti: “Se Dio vuole, c’è gente che ha in frigo i biglietti… il 18 giugno! Vi aspettiamo tutti, perché questo probabilmente sarà l’unico stadio che faremo. Ci piacerebbe fare delle arene d’estate, faremo Taormina, l’Arena di Verona… Però l’Olimpico sarà l’unico stadio e sarà una bella esperienza, forte. Dopo comincerà un altro tour che abbiamo voluto fare nei teatri, perché la via di mezzo del palazzo dello sport non ci piaceva molto. Il teatro è molto più preciso e più giusto per guardarsi negli occhi.
Ma chi di voi due ha avuto l’idea di tornare insieme? Chi ha chiamato l'altro?
De Gregori: “Non lo so, Antonello è stato forse il più promotore negli anni! Io avevo collaborato anche con Lucio Dalla… Quindi ‘Perché con me no?’, mi diceva.
Venditti: “Alla fine mi ha chiamato. Io non ci credevo! ‘Perché non ci vediamo a pranzo?’, mi disse come provocazione, perché sa che io non mangio a pranzo. Il pranzo durò 4 ore, anche se io non mangiai, e alla fine tirammo la monetina per decidere il nome e l’ordine dei nostri cognomi: uscì ‘Venditti-De Gregori’ e gli rovinò la giornata!
De Gregori: “La verità è che Venditti-De Gregori è più musicale.
Venditti: “Ma non è da questi particolari che si giudica un giocatore...
Vi rendete conto dei capolavori che avete regalato alla musica italiana?
De Gregori: “Non vorrei continuare in questo elogio di noi stessi. Abbiamo scritto cose che sono piaciute a noi. Se piacciono al pubblico, noi siamo ancora più contenti, ma la colonna vertebrale di queste canzoni è che le abbiamo scritte convinti che fossero qualche cosa.
Vi divertite un sacco insieme, si vede live ma anche nel rapporto che avete come amici. È anche questo il segreto?
De Gregori: “Se ci detestassimo, non potemmo fare questo! È evidente che siamo amici, la nostra amicizia  ha un certo tipo di declinazione. Non ci vediamo o sentiamo ogni sera, ma siamo grandi amici.
Venditti: “Però il Principe mi fa certe chiamate… Mi chiama sempre per rompermi il… Tu finisci una giornata perfetta, in cui tutto è andato bene, e lui ti fa una chiamata che non sai come sarà. Generalmente è una chiamata d’amore, in cui ti dice: ‘Quanto sei bravo…’. Ma, altre volte, fa la scaletta intera e, in 5 minuti, fa quello che avremmo dovuto fare in 5 ore!
De Gregori: “Antoné, io sono il secchione e tu sei la pupa! Sei il pupone!