“Prima che cambi il colore cielo, voglio dirti che ero grassa, grassa davvero”, sono infatti le parole con cui si apre “Palla avvelenata”. Il nuovo singolo viene presentato come il frutto di un ricordo di una sofferenza che per anni ha lasciato cicatrici e che ha portato l'artista a iniziare una guerra contro se stessa e contro la bilancia.
Isotta è autrice del brano, insieme a Pietro Stefanini e Giuseppe Polistina: il titolo nasce da un momento in studio di registrazione in cui, per caso, la cantante ha ricordato gli anni in cui giocava a palla avvelenata e veniva catturata per prima, proprio a causa del suo aspetto fisico. Un episodio che ha riaperto la ferita provocata da anni di bullismo: “Da quel momento”, racconta la stessa Isotta, “ho rivissuto l'orrore che mi assaliva quando dovevo subire le angherie di stupidi, che trovavano nel gruppo la forza che non avevano da soli, riversando su di me il loro disagio e la loro maleducazione”.
Per questo motivo, “Palla avvelenata” rappresenta un invito ad aprire il cuore con leggerezza alle difficoltà e a guardare con un distacco i piccoli drammi personali: “È anche la mia testimonianza, con la quale voglio essere vicina a tutti coloro che vivono una situazione che gli appare insormontabile, come a me allora sembrava”, ha concluso la giovane artista.
Ecco il video ufficiale della canzone.
Isotta Carapelli, originaria di Siena, è una cantautrice classe 1992 che canta fin da quando aveva 5 anni: influenzata dai più grandi cantautori italiani e stranieri, inizia a scrivere brani già a 14 anni e a suonare dal vivo a 16 anni. La sua missione è quella di trasformare in musica tutte le sue esperienze, attraverso uno stile innovativo che può essere definito “romantic dark”.