Sei tante cose da un punto di vista musicale, ma hai sempre strizzato un po' l'occhio al rock and roll… “Penso che l'arte sia libera ed eclettica, ho avuto tanti miti ed esempi. Penso ad esempio che oggi Freddie Mercury farebbe tante hit nel mondo latin. Settorizzare l'arte è come non liberarla, è farci business sopra. Penso che la libertà artistica sia il principio stesso dell'artista”
A proposito del pezzo che porti in gara, “Ovunque sarai”, fa un po' seguito a quello dell'anno scorso… “Il filo conduttore è il fatto che io scriva le canzoni, quindi c'è sempre un po' di me, rovescio nei testi quello che provo. La Genesi del tuo colore è una canzone a cui sono legato, stiamo aspettando il Quarto Platino, è un po' come la Ballata dell'amore cieco, connubio tra testo triste e una musica ritmata. Ovunque sarai invece è in forma ballad, è dedicata a una persona che non c'è più”
È possibile calcare il palco senza uno spirito competitivo? “È difficile perché ci sono tanti giochini intorno che ti depistano un po'. In un periodo del genere di sofferenza, in cui sono successe tante cose serie e gravi, dobbiamo portare con la musica un po' di spensieratezza ed emozioni. Il resto è un contorno”
C'è comunque una sana strizza della competizione. L'anno scorso com'era vedersi sul divano? “Da una parte simpatico, mi sono bevuto i miei gin tonic, però è figo salire sul palco, c'è tanto lavoro dietro, ci sono tante persone che lavorano alla performance e quindi mi è dispiaciuto. Io però sono fatalista, quindi era giusto così come è giusto che io sia qua oggi. L'importante poi è la musica”
Chissà con quale outfit ti vedremo stasera… “Brillante”