Guè, ospite del Reward Music Place di radioitaliasolomusicaitaliana, ha svelato cosa c'è dietro il suo ultimo album, prodotto interamente da Bassi Maestro e ricco di collaborazioni importanti
“Madreperla”: questo è il nome dell'ultimo di album di Guè, che oggi si è raccontato ai microfoni di Mauro Marino e Manola Moslehi. Il rapper ha fatto conoscere come è nata la collaborazione con Bassi Maestro, produttore di tutte e 12 le tracce del disco, tra passione per il raggae e ripresa di beat del passato anche italiani, tra cui ci sono anche successi di Ron e dei Tiromancino.
Davanti a un Reward Music Place gremito, Guè ha fatto il suo ingresso sulle note di “Mollami pt. 2”, il singolo in rotazione su Radio Italia solomusicaitaliana.
Tra una risposta e l'altra, il rapper si è esibito dal vivo anche con “Cookies N' Cream”, brano che ospita anche le strofe di Sfera Ebbasta e Anna, la giovane artista per cui Guè ha speso grandi parole di stima.
Ecco il testo completo dell'intervista:
Come hai convinto Bassi Maestro a produrre un intero disco rap come "Madreperla"? Lui ha dichiarato che solo tu potevi riuscirci…
“Madreperla” è nato dalla mia passione per la musica, specialmente black dagli anni Settanta, Ottanta fino ai 2000. Crescendo anagraficamente mi sembrava giusto far capire che l'hip-hop è una cosa molto seria. Ovviamente il rap occupa già oggi gran parte del mercato: ma molte basi suonano uguali. Noi, venendo da quel mondo lì, volevamo fare un disco così e io, avendo fortunatamente un pubblico intergenerazionale, volevo fare una cosa educativa: c'è cultura in questo disco. Per esempio, abbiamo usato il sampling, cioè l'arte del campionamento. È la prima volta nella mia carriera in cui gli addetti ai lavori sono impazziti. Collaborando con Bassi e in questo momento della mia carriera, non ho la pressione di arrivare primo. Mai come adesso sono libero artisticamente. Ci siamo detti: “Facciamo questo e vediamo un po'”, ma in realtà ha performato in maniera eccezionale, più di altri dischi commerciali che ho fatto in passato.
Hai detto che è il disco che hai sempre sognato di fare: perché, per te, è “perfetto”? Si vede che sei particolarmente fiero di questo nuovo progetto...
Io ho cantato ovunque: dal disco di Ramazzotti a tracce reggaeton. Posso stare su qualunque beat, però questa è la mia zona di comfort. Ho fatto tutte le sonorità nella mia carriera, anche trap. Ma con questo tipo di suono riesco meglio. Con “Mi hai capito o no?” riprendo la cover che Ron aveva fatto di “I can't go for that” di Daryl Hall & John Oates. Quella di Ron è rarissima, ma per fortuna Bassi aveva il 45 giri originale.
Ci sono tanti omaggi alla grande musica del passato in questo disco: chi, tra i due, è stato più responsabile delle scelte dei pezzi da campionare?
Spesso capita che mentre mangio insieme con Bassi, sento un pezzo e lo scegliamo insieme. Bassi conosce tutti beat e le tracce degli ultimi anni. Abbiamo fatto una ricerca insieme. Io gli dico: "voglio fare un pezzo che fa così" e lui mi capisce subito. Il mio genere preferito è il reggae. È stato un lavoro di squadra, però io ho avuto tante visioni che lui ha poi realizzato.
E poi ci sono anche tante collaborazioni inter-generazionali (Paky, Anna, Sfera Ebbasta, Massimo Pericolo, Marracash, Rkomi, Mahmood, Benny The Butcher e Napoleone). È stato difficile portare tutti in questo progetto?
Nel disco ci sono Marracash e Mahmood, che considero dei collaboratori storici. Io sono stato il primo rapper a fare un pezzo con Mahmood, quando lo conosceva solo l'edicolante. Quando è andato a Sanremo con “Soldi” io ho fatto il remix del pezzo nella serata dei duetti. Quell'edizione del Festival è stata di rottura: prima era strano vedere un rapper a Sanremo, ora no. Nel disco ci sono anche dei giovanissimi: l'artista più giovane è Anna. Era giusto premiare una rapper donna. È bravissima, ha tanto da dare. È una cosa alla 50 Cent, anni 2000, ma suona senza tempo. Per i più giovani quello stile è old school: per fortuna si sono adattati a questo mondo.
Avete ripreso anche “Amore impossibile” dei Tiromancino. Vuoi mandare un messaggio a Federico Zampaglione?
Vorrei salutarlo e ringraziarlo. Quando abbiamo fatto questo disco, siamo andati a Santorini nello studio e sono uscite fuori delle hit e un po' l'ansia da prestazione è venuta. Ci sono uscite delle idee forti. Volevo fare un pezzo più raggae. Ero in tour quest'estate con la mia crew, ho sentito il pezzo “Amore impossibile” in radio e quindi l'abbiamo campionato e gliel'abbiamo mandato. A lui è piaciuto e ha approvato. Tra artisti italiani con grande cultura musicale ci si capisce. Come quando ho campionato "Oro" di Mango e sua moglie era entusiasta. La stessa cosa è successa con il brano dei Tiromancino: se vai a riprendere il campione di una vecchia canzone, gli dai nuova vita.
Ci stai abituando a titoli importanti: dopo “Guesus” ecco “Madreperla”...
Mi piace avere l'immodestia di vedere i miei album come dei film, facendo titoli e copertine pazzesche. Fa tutto parte del mio immaginario.