APRE TUTTE LE PORTE19 gen 2022

Gianni Morandi tra Duse e Sanremo: “Il tour con Ranieri e Al Bano? Chissà”

La “scossa della gara” del Festival con “Apri tutte le porte” firmata Jovanotti e la spinta di Anna, la maratona live a Bologna, la “caduta nel fuoco” e Lucio Dalla: il report della conferenza stampa

Gianni Morandi va al Festival di Sanremo 2022 con la canzone “Apri tutte le porte”, scritta da Jovanotti: vuole “la scossa della gara” e spera nella “spinta” della moglie Anna Dan sul palco ma, prima e dopo l'Ariston, c'è la maratona di concerti al Teatro Duse di Bologna, al via stasera. Questo tour riprende un filo interrotto dalla pandemia, dopo la “caduta nel fuoco” di un anno fa: “Il trio con Massimo Ranieri e Al Bano? Chissà...”. Il cantante, in gran forma, si racconta alla stampa su Zoom dal palcoscenico su cui hanno debuttato sia lui sia l'amico Lucio Dalla, con la videochiamata in diretta di Lorenzo.
GIANNI MORANDI. L'Eterno Ragazzo è reduce dalla prova generale del live di ieri sera: lo show si è interrotto il 20 febbraio 2020 a causa della pandemia come molte attività. Ora sono passati due anni e stasera si torna in scena, sulla scia dell'emergenza e dopo l'incidente alla mano: “Sono caduto nel fuoco, l'11 marzo 2021. Ho passato 27 giorni in ospedale, poi io e Jovanotti ci siamo sentiti, il mio racconto dell'incidente l'ha impressionato”. Da quelle telefonate è nata “L'allegria”: Lorenzo che tra l'altro è di Cortona, lo stesso paese della famiglia dello storico autore di Gianni Franco Migliacci, gli ha affidato la canzone diventata una hit dell'estate scorsa.

Gianni Morandi al Teatro Duse #apritutteleporte (19/01/2022)

Morandi ricorda ancora come mani, sedere, ginocchia, orecchie e viso fossero bruciati a causa delle ustioni per la sua caduta in un rogo in campagna: “A un certo punto ho capito che lì mi sono salvato: la vita e anche la faccia. Quell'incidente mi ha cambiato, mi ha dato la forza per andare avanti. Senza l'incidente poi non sarei finito in ospedale, Jovanotti non mi avrebbe chiamato, non avrei cantato 'L'allegria' e ora non sarei al Festival”.
SANREMO. Così è arrivato “Apri tutte le porte”, un brano pieno di speranza e ottimismo che è stato proposto ad Amadeus, con l'arrangiamento “formidabile” di Mousse T. Secondo Gianni, il pezzo richiama il mondo di Wilson Pickett e della Motown, facendo suonare tutti gli strumenti dell'orchestra della kermesse: “Amo Sanremo, è un palcoscenico straordinario. Dopo tante grandi canzoni tradizionali come 'La fisarmonica' e 'Non son degno di te' volevo fare una cosa più divertente e ritmata, così ho sperimentato con Jovanotti”.
Il cantante di Monghidoro, 77 anni, affronta la manifestazione canora con lo spirito dell'esordiente: “La tremarella viene anche a uno come me che ha cantato in tutto il mondo, quel palco lì ha qualcosa che fa sudare le mani, mi sento agitato già ora. Forse i ragazzi di 18-20 anni lo sentono di meno. Io so che è un momento importante: vorrei essere in forma e non fare errori, ci vado con l'entusiasmo del debuttante, spero che il brano piaccia e di fare bella figura. Il rituale scaramantico? Spero che ci sia mia moglie lì vicino che mi dà una spinta sul palco. Mi sto preparando molto sulla canzone perché non è esattamente il classico pezzo da Sanremo, ci sono molte parole incastrate, perché Lorenzo è anche un rapper”.
Non ci sono dubbi sulla prima cosa da mettere in valigia per la Riviera: “Le scarpe da corsa. A Sanremo andrò a correre perché c'è una ciclabile meravigliosa. A casa, quando torno dalla corsa sono felicissimo, l'abitudine del divano con la copertina e la serie è una brutta bestia, come canto anche nel brano. Lo sport è tra le cose vitali che ti aiutano ad andare avanti. Come mi preparo? Mangio un po' di tutto senza eccessi. Se una volta mi concedo un piatto di pasta o tortellini in più, aggiungo anche qualche chilometro di corsa”.
JOVANOTTI. Se “L'allegria” era una canzone proprio “jovanottiana” che Morandi ha fatto sua, “Apri tutte le porte” invece è stata scritta pensando a lui, “magari da ragazzino”, con riferimenti agli anni 60 e 70. Il significato della canzone sanremese? “Si spera che si aprano le porte di un giorno nuovo per mandare via questa cappa che abbiamo sulla testa”.
Cosa accomuna Gianni e Lorenzo? “L'amore per la musica e lo sport: lui si fa 80-90 chilometri in bici al mattino presto, io corro. Ci accomunano anche la voglia di sperimentare sempre cose nuove, la positività nel carattere e la passione per il rischio, ovvero la volontà di fare cose sempre diverse”. Poi chiama su FaceTime Jova che spiega: “Il Covid ha una coda lunga, ne sono venuto fuori del tutto, ho ripreso ad allenarmi piano piano. Ho visto il video di 'Apri tutte le porte', lo stanno montando: è fantastico”.
E a sua volta ripercorre il periodo in cui l'amico era in ospedale: “Da fan di Morandi, l'ho chiamato, so che fa piacere quando ci sono problemi di questo tipo, è successo anche a me: l'avevo sentito un po' abbattuto e, quasi come gesto scaramantico, gli ho mandato questo pezzo che avevo. Ci siamo risentiti in estate e ci siamo trovati d'accordo: doveva tornare in gara a Sanremo. Non era scontato che Amadeus ci prendesse al Festival”. Oltre a essere autore per Gianni, Lorenzo ha firmato la sigla della “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino: “A me piace molto lavorare su commissione, un po' come ho fatto con Morandi, scrivendo una canzone con caratteristiche ed emozioni precise. Mi facilita le cose, se no ho una possibilità di scelta troppo ampia”.
VETERANO. Così l'Eterno Ragazzo va a Sanremo in gara, dopo averlo vinto con Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi nell'87 grazie a “Si può dare di più” e dopo essere stato anche conduttore e ospite: “Per me significa tornare nella mischia dopo tanto tempo. Ritorno bambino a quando nel 1958 ho visto Domenico Modugno cantare 'Volare', il momento che forse mi ha fatto venire voglia di fare questo lavoro. Ricordo anche il televisore del bar di Monghidoro, nella nebbia, che trasmetteva il Festival: ci torno con la scossa della gara”.
E ricorda: “Quando ho organizzato il Festival da conduttore, quasi mi sono inginocchiato per convincere Roberto Vecchioni a venire, ma sapevo che aveva una canzone bellissima (Chiamami ancora amore, ndr). Ho convinto anche Lucio Dalla con Pierdavide Carone, Franco Battiato con Luca Madonia... Secondo me, è molto meglio in gara: lo vivi di più, un ospite invece promuove e se ne va. Io cercavo di avere pochi ospiti italiani. Cosa può cambiare nella vita di un grande cantante? Fiorella Mannoia ne è uscita benissimo, rimane un episodio nella vita. Se dovessi arrivare ultimo o penultimo, va bene così, è solo un episodio. Tananai? Arriva dai Giovani, è molto bravo: il suo pezzo è scritto con mio nipote Paolo Antonacci (figlio di Biagio, ndr), ci ritroveremo tutti lì”.
RANIERI E AL BANO. La partecipazione di Morandi e Massimo Ranieri al Festival ha spinto Al Bano a dire che, se lo avesse saputo, ci sarebbe andato anche lui: “Parliamo di un tour a tre con Ranieri e Al Bano da tanto”, ha commentato Gianni, “Ci chiamiamo il bolognese, il napoletano e il pugliese. Chissà che un giorno la tournée si possa fare, conciliando gli impegni di tutti, solo che quei due lì con la loro voce mi ammazzano, spaccano tutto. Ci conosciamo da 50 anni, da Canzonissima: con Ranieri c'era un dualismo, perché l'Italia vive molto di queste cose; eravamo di famiglie povere di lavoratori, con una storia simile, siamo diventati anche amici come Coppi e Bartali. Ci sentiamo sempre, sono andato ospite nel suo programma”.
BOLOGNA. Gianni Morandi, ritratto in queste foto da Angelo Trani, ha cantanto per la prima volta al Teatro Duse a 19 anni nel 1964: “È un'istituzione in città, stasera ho mille posti pieni. Ora abbiamo aggiunto anche una data nuova in fondo, la settima, il 17 febbraio”. Nonostante la mano non ancora al 100%, lui non si risparmia: “Qualche pezzo con la chitarra lo voglio fare lo stesso: Gaber usava solo tre dita, oggi lo fa anche Nek dopo il suo incidente. Anzi volevo fare un tour e chiamarlo 'Tre dita', dopo Claudio Baglioni che ha fatto 'Dieci dita'”, scherza con la solita simpatia, “Abbiamo molta Emilia Romagna a Sanremo: Cesare Cremonini e Laura Pausini tra gli ospiti, oltre a Celso Valli che arrangia per Iva Zanicchi, a sua volta conterranea”.
PANDEMIA E COLLE. “La campagna di vaccinazione deve continuare, dobbiamo superare le paure e sperare che i grandi eventi previsti questa estate si possano tenere” afferma Morandi, che parla anche dell'elezione del Presidente della Repubblica: “Credo che le donne siano meglio degli uomini, lo dico da sempre, mi sembrano più sincere, poi in una famiglia è la donna che tiene in piedi tutto, perché è equilibrata e aiuta tutti. Sono sempre più sagge, meno cialtrone e meno buttate via come accade delle volte a me. Una donna al Quirinale a me non dispiacerebbe per niente, sarebbe una bellissima scelta. Dalla Thatcher alla Merkel fino a Ursula Von Der Leyen hanno dimostrato cosa sanno fare. 'Si può dare di più'? Oggi potrebbe essere rivolta ai nostri governanti, perché fanno liti a volte pretestuose e non seguono obiettivi comuni”.
LUCIO DALLA. Il primo marzo 2022 cadranno i dieci anni dalla morte del grande amico: si sa già che usciranno libri, film e biografie ma sembra non si parli ancora molto di eventi commemorativi: “Di certo ci sarà la messa ricordo in forma privata, andrò", assicura Morandi, "Per il resto non ho nessun invito preciso per il decennale, però lo omaggio ogni sera al Teatro Duse, perché anche lui ha debuttato al Duse, lo raccontava sempre”.