Dai “bordi di periferia”, Eros si è imposto così nella musica italiana e internazionale. “Terra promessa” è un pezzo vincente anche 40 anni dopo, e il riscontro del pubblico ne è la grandissima dimostrazione. Lui stesso, mentre riporta sul palco dell’Ariston questo successo, guarda in faccia e indica quel pubblico che si scatena e conosce a memoria ancora oggi le sue canzoni più datate.
“Grazie Sanremo. Che bello essere qui”, sono le sue prime parole dopo l’esibizione, prima di invitare il coro ad accompagnarlo per un importantissimo messaggio: “Quasi 500 milioni di bambini vivono in zone di conflitto, altri milioni non vedranno mai la terra promessa. Voglio dire solo una cosa: basta sangue, basta guerre. Pace”.
Amadeus ricorda la genuinità con cui Ramazzotti si presentò in gara nel 1984: non si aspettava nulla, al punto che non aveva prenotato l’albergo nemmeno per tutta la settimana. “Abbiamo dormito in 10 in una stanza”, ricorda, omaggiando anche i genitori: “Devo ringraziare soprattutto mio padre, che mi ha sempre dato la voglia e la spinta, non mi ha mai chiuso le porte. Come ha detto Sinner, i genitori devono spingere i propri figli a provarci”.
Eros identifica poi 3 momenti chiave della sua carriera da quel debutto a Sanremo in poi, come l’arrivo a Milano: “Venivo da Roma, c’era la nebbia, ma mi piaceva molto la carica della città”. E ancora, la firma con Sony nel ‘95 e infine l’incontro con la grande Tina Turner.
“Di tutte le mie esperienze bellissime, io devo ringraziare Sanremo. Altrimenti, forse avrei fatto un’altra strada”, conclude Eros Ramazzotti. Per lui, c’è un’ondata di affetto che prova solo chi torna a casa dopo tanto tempo.