In vista dei nuovi concerti, ecco le sue frasi e la video intervista #atupertu.
CANZONI. Coez si è affermato sempre più come autore. Come si fa a cantare d'amore in modo originale, senza cadere nel banale? Lui segue delle regole in particolare quando scrive?
“Nasco come rapper, non come cantautore. L'amore è entrato nei miei brani molto dopo, andando avanti negli anni”, spiega il cantante, “Se prima la canzone d'amore in un album era una sola, adesso nel disco c'è solo un pezzo che non parla d'amore! (ride, ndr) Non è proprio così, però non so perché l'amore è entrato piano piano e si è impossessato della mia penna: non è una cosa alla quale faccio molto caso, succede e basta, mi viene naturale. Magari l'amore è una scorciatoia per quando voglio comunicare una cosa che sia per tutti, è un argomento universale”.
È SEMPRE BELLO. Le canzoni dell'ultimo album, uscito a marzo, in effetti sono arrivate a tantissime persone: “Nel disco ci sono molti brani d'amore ma non solo. Scrivo di parecchie cose: diciamo che le canzoni d'amore, come per tutti, sono quelle che funzionano di più”.
Ora Coez è concentrato sui prossimi concerti ma ha già nuove idee di canzoni da parte perché, anche durante l'ultima tournée, ha annotato frasi e non solo: “Non ho canzoni già finite. Quando sono in tour, in giro o in sala prove, mi appunto sempre qualcosa sul telefono: è pieno di memo vocali, di testi scritti e di cose che poi quando entro in studio possono veramente diventare una canzone. Però siamo veramente in una fase embrionale che chissà...”.
Intanto il nuovo singolo dopo Domenica è La tua canzone. Ma qual è la sua canzone italiana preferita o di riferimento? “Qualsiasi pezzo di Vasco Rossi!”.
SALMO. Ad agosto Coez, 36 anni d'età, e Salmo, 35, hanno trascorso qualche giorno di vacanza insieme in Sardegna. Qual è la cosa più pazza che hanno fatto?
“In realtà purtroppo non potevamo uscire di casa, perché ogni volta i fan ci assalivano, per le foto...”, spiega il cantante svelando un episodio, “Siamo andati al mare una volta sola in barca, in un posto dove c'erano i delfini: dalle imbarcazioni di turisti che andavano a vederli, a un certo punto i telefoni dei passeggeri si spostavano dai delfini e passavano a inquadrare noi sulla nostra barca. Purtroppo questo uso eccessivo dei telefoni un po' limita: non è come l'autografo, che è un'altra cosa”.