News09 mag 2017

Britti: la vita come un Giro d'Italia, l'amicizia con Giorgia e Turci e le paure

“In nome dell'amore - Vol. 2” è solare ed energico

Oggi, martedì 9 maggio, Alex Britti ha incontrato Paola Gallo per presentare ai microfoni di Radio Italia il suo nuovo album “In nome dell'amore - Vol. 2”, uscito il 5 maggio e anticipato dal singolo “Speciale”.
Il cantante ha parlato di come intende l'amore, protagonista dei suoi due ultimi dischi, e del suo rapporto con i social network. Inoltre ha paragonato la vita a un Giro d'Italia e ha svelato che vorrebbe visitare l'oriente, ma che la sua paura per il volo non glielo permette.
Alex Britti è bello trovarti, anche perché ho il sospetto fondato che ormai tu ne sappia veramente qualcosa sull'amore? Nel disco si parla d'amore e di altre cose. L'amore è lo stimolo di ogni artisti. Nei due volumi di 'In nome dell'amore' ci sono due stati d'animo diversi sullo stesso argomento”.
Mi sembra il disco di una persona felice! Di soliti si scrivono canzoni partendo da momenti negativi... Le canzoni nascono da stati d'animo forti, negativi o positivi. Questi sono positivi. Il volume 1 dell'album era più scuro come stato d'animo, questa parte è più energica, solare, rock'n'roll e divertente! Sono contento del risultato”.
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Ti sei esposto molto e ci sono dediche chiare nel disco. Certo. I brani sono di tutti ma non ci sono riferimenti, un disco non è una rivista di gossip. Mi piaceva fare un disco allegro e contento. Rappresenta lo stato d'animo che sto vivendo”.
Questo stato d'animo è in antitesi con le notizie che viviamo e che invece non sono così solari... Quelle purtroppo no, ma è sempre stato così. Con la musica dovremmo cercare di far evadere chi ascolta. Una persona ascolta tutto il giorno notizie negative: quando ascolta un disco ha bisogno di evasione e di immergersi solo nella musica”.
Già dal tuo primo disco “It.Pop”, si metteva in primo piano l'importanza della canzone. Fare Pop è difficile... Si perché il Pop è facile e arriva in modo diretto. Fare cose difficili è più facile perché con un testo difficile o una musica complessa ti nascondi. Si usano paroloni per darsi un tono, ma è una coperta di Linus per nascondersi. Se uno sa cosa vuole può dirlo direttamente”.
È cambiato qualcosa nell'intendere l'amore nel tempo? Sia si che no. No perché amore è un input: quando senti qualcosa di importante quello non cambia. Si perché sono passati tanti anni da quando ho scritto '1 su un milione' ed è ovvio che si vive l'amore diversamente, in modo più intenso, maturo e completo. Ci si accorge che quello che un tempo pensavi fosse amore in realtà erano avventure bellissime ma che poi sono finite”.
Qual è la tua ricetta per rapportarti con i social network? Lo stress. Nel senso che c'è ogni giorno una persona che mi stressa per pubblicare qualcosa. Non mi piacciono i selfie e le foto in ascensore”.
Un ascoltatore ci chiede: “In questa tua serenità ti manca qualcosa?” Per come è fatto l'essere umano, si: appena raggiunta una cosa ne voglio un'altra. Continuo a cercare e manca sempre qualcosa, ma non in senso negativo. Nel senso che sono curioso e voglio continuare a fare cose nuove. È come un Giro d'Italia, è a tappe e finisce, ma l'anno dopo ricominci”.
Il disco parla d'amore ma “Senza Guardare Indietro”, che apre il disco, parla di altro... È un pezzo felliniano, onirico. Mi piace andare di fantasia. Parla sempre di un amore, di una persona atipica concentrata su se stessa. Però spesso non glielo lasciano fare, ma lui ci riprova: è un'eterna corsa. Alla fine si sposa per non rimanere da solo. È una canzone particolare che spiana la strada al resto dell'album”.
Perché come primo singolo hai scelto proprio “Speciale”? Non c'è un perché. È stato un istinto, mi piaceva e pensavo avesse lo stato d'animo giusto per partire con un nuovo percorso. Ti lascia un bello stato d'animo.
Quando riaprirai i live di questo percorso che mood avrai? A parte la chitarra che è imprescindibile... Cerco sempre qualcosa di nuovo per esibirmi dal vivo, se no diventa un lavoro. Il mio lavoro è promuovere le canzoni, ma quelle 2 ore sul palco non è lavoro, anzi! Quest'anno ho raddoppiato: prima ero in trio, ora ci sono anche 2 coriste e un DJ. È più festoso ed energico. 'Più semo meglio stamo'”.
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"Libero" è un vero e proprio pezzo “Rock'n'roll”... Si, all'inizio c'è un omaggio con la chitarra a 'Johnny B. Goode' di Chuck Berry
Se dovessi scegliere una collega con chi scrivere e cantare, chi sarebbe? Io e Giorgia siamo amici ma anche con Paola Turci... Siamo molto amici ma non è mai capitato perché ci frequentiamo ma siamo sempre in giro. Siamo un po' zingari”.
Cosa e con quale ideali fai le tue canzoni?
Il mio ideale è fare felice le persone e sentirmi appagato quando le scrivo. Il mio scopo è soltanto quello”.
Secondo te quanto sei cambiato musicalmente da “7000 caffè” a oggi? Lo deve dire più chi mi ascolta. Nella ricerca artistica c'è un percorso naturale. Si cambia vita, si cresce, si matura ed è naturale che la musica cresca, invecchi e maturi. L'invecchiamento non è solo una cosa negativa. Ogni periodo ha cose molto belle e speciali per quel periodo. Ogni età è speciale. È la natura che l'ha deciso”.
Qualche paura o timore? “Quelli soliti: ho paura dei pittbull, dell'aereo...Mi hanno invitato a un sacco di concerti in America ma non ci vado”.
Però così ti perdi delle cose...Tutti perdiamo delle cose nella vita. Io ho già avuto tanto. Per l'America che piace a me dovrei usare una macchina del tempo, perché non c'è più il blues di un tempo, come piace a me. Ormai c'è il rap e Rihanna. L'America me la vivo con i dischi. Mi manca aereo per vedere oriente: quello si me lo perdo!
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