Sia Paolo Sorrentino che Filippo Scotti sono stati ospiti di Radio Italia solomusicaitaliana, radio ufficiale della mostra.
(Manola Moslehi) Questa mattina, alla fine della prima proiezione per la stampa di E’ stata la mano di Dio, c’è stato un super applauso, segno del fatto che sia particolarmente piaciuto alla stampa…
(Paolo Sorrentino) “Sì, di solito l’applauso corrisponde al fatto che sia piaciuto. I fischi meno. Sono felicissimo perché le proiezioni stampa sono quelle più attese”.
(MM) Spiegami una cosa: perché la sorella del protagonista (Fabio) è sempre in bagno?
(PS) “Sì, lo so. Mia sorella mi odia per questo. Invece è assolutamente un omaggio affettuoso. E’ un escamotage narrativo per nobilitarla. Al cinema i personaggi che non si vedono sono quelli più importanti. Quindi, mia sorella non lo sa, ma io le ho fatto un grande omaggio. Poi, nella mia memoria di bambino, mia sorella aveva già il primo fidanzato, essendo più grande di me di 13 anni. Trascorreva molto tempo in bagno”.
(MM) Filippo ti seguo sui social. A un certo punto hai pubblicato un post per ringraziare Paolo Sorrentino per “l’esperienza incredibile” che ti aveva fatto vivere. Voglio sapere, quindi, come è stata questa esperienza! Come è stato lavorare con Paolo Sorrentino?
(Filippo Scotti) “Mi ricordo ancora quando Paolo mi prese per questo ruolo. Io, il giorno dopo, gli chiesi se fosse sicuro della sua scelta. Ero molto felice, ma anche impaurito. Era una grande responsabilità. Poi, sono un suo grande fan. Lavorare con un grande regista come lui e dei grandi attori mi ha permesso di vedere i miei limiti. Ho una nuova visione di me e ne sono grato. Ho imparato tanto anche perché nel film si parla di verità interiori. Durante le riprese, io ho trovato la mia verità”.
E' stata la mano di Dio racconta la storia di Fabio, un ragazzo di Napoli che sogna di fare il regista. A un certo punto, questo giovane uomo deve affrontare un grave lutto, la perdita dei suoi genitori, a causa di un incidente domestico.