Il documentario presentato Fuori Concorso ripercorre la vita e le opere del grande cantautore milanese, facendone emergere tutta la sua unicità
Giorgio Verdelli è un autore, regista e produttore di documentari e programmi musicali che negli ultimi anni si è dedicato ad alcuni ritratti di celebri artisti, raccogliendo interviste e materiale spesso inedito, componendo così "Pino Daniele - Il tempo resterà" (2017), "Paolo Conte - Via con me" (2020), "Ezio Bosso - Le cose che restano" ed "Enzo Jannacci - Vengo anch'io". Quest'ultimo è stato presentato fuori concorso all'80esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia, di cui Radio Italia solomusicaitaliana è radio ufficiale.
Il documentario di Giorgio Verdelli ripercorre la figura e le opere di Enzo Jannacci anche attraverso le parole del figlio Paolo, Vasco Rossi, Claudio Bisio, Diego Abatantuono, Paolo Conte, Roberto Vecchioni, Paolo Tomelleri e di molti altri. Uno dei concetti fondamentali emersi dalle loro testimonianze, è quello della "dignità": da sempre vicino agli esclusi, Jannacci, nelle sue canzoni, ha infatti raccontato le vite di persone che, pur essendo ai margini, erano più che dignitose. "È il cantautore della dignità e dell'accoglienza. Non a caso la casa di accoglienza a Milano, la più grande d'Europa, è intitolata a Enzo Jannacci", ha commentato Verdelli.
Giorgio Verdelli ha inoltre aggiunto: "È stato un personaggio polivalente, eclettico, una persona che riusciva a passare dal rock and roll alla canzone d'autore, dal jazz al teatro, dal cinema all'essere un grande medico chirurgo". Questa unicità, celebrata dai suoi amici e colleghi, ha permesso a Enzo di creare sintonia e riunire attorno a sé molti artisti di diversa estrazione: da Cochi e Renato a Paolo Rossi, da Dario Fo e Giorgio Gaber a Claudio Bisio.
Il documentario mostra anche molteplici momenti in cui Enzo e il figlio Paolo suonano insieme. Quest'ultimo era presente al Lido.