News28 apr 2016

Zucchero: la collaborazione con Bono e la prima volta live in Giappone

"Vorrei essere lo zio di giovani partigiani con ideali"

Gatti neri, nuovi schiavi, suoni tribali, la collaborazione con Bono nata a Torino, i giovani e la prima volta live in Giappone. Il tutto arricchito da molto “slempito”. Nella suggestiva cornice barocca di Palazzo Clerici a Milano, Zucchero ha presentato alla stampa il suo nuovo album “Black cat”, che uscirà domani, venerdì 29 aprile. Il disco sarà pubblicato in più versioni, per il mercato discografico italiano, internazionale, spagnolo e asiatico. Quella internazionale avrà le stesse canzoni della versione italiana, adattate in inglese o spagnolo, con la partecipazione di Elvis Costello che ha scritto “Turn the world down”; in quella spagnola ci sarà un duetto con Alejandro Sanz in “Hechos de suenos” (“Fatti di sogni”), mentre nel disco per il mercato giapponese, le chitarre del musicista Hotei risuoneranno in “Ti voglio sposare”. E l'anno prossimo Zuccherò arriverà a portare la sua tournée proprio in Giappone, per la prima volta in carriera.
La produzione artistica delle 13 tracce del disco è stata affidata a tre grandi nomi del panorama internazionale: T Bone Burnett, Brendan O' Brien e Don Was: “Temevo che il disco potesse suonare in tre modi diversi ma, prima di entrare in studio di registrazione ne abbiamo parlato; loro si rispettano, sono amici e quindi non c'è stata competizione, hanno capito che l'album doveva suonare come un progetto unico pur nella sua diversità”, ha raccontato Adelmo Fornaciari. Il titolo del disco  “Black Cat”, ovvero “Gatto Nero”, è nato da un'associazione di idee: “Non ho certo pensato al gatto nero che attraversa la strada... Innanzitutto questo forse è il disco più nero che abbia fatto, poi ho ricordato alcuni bluesman del passato che hanno introdotto il 'black cat bone', ovvero l'osso del gatto nero che porta fortuna, poi ho pensato che il gatto rispetto al cane è più libero, è un po' anarchico”. Inoltre, l'album è stato registrato sia in analogico sia in digitale.
“Black cat”, che arriva a quasi sei anni dal successo di “Chocabeck” dopo una lunga riflessione musicale, contiene anche i singoli “Partigiano Reggiano”, lanciato in Italia, e “Voci”, scelto per il mercato internazionale. A proposito di “Partigiano Reggiano”, Sugar ha ricordato le sue origini: “Sono nato in una zona rossa nella bassa emiliana, quando parlo del partigiano reggiano do voce a un ricordo romantico, ai racconti di mia nonna e di mio zio che era stato deportato in Germania. I partigiani erano visti come persone buone che lasciavano tutto per andare a combattere e aiutare la gente”. Poi un desiderio: “Mi piacerebbe tirare su dei piccoli partigiani, non armati, con ideali, pronti a fare un muro contro quello che non funziona e che non fa vedere loro il futuro, mi piacerebbe fare lo zio di questi ragazzi”. Finalmente è stata ripagata la curiosità di molti che si chiedevano cosa fosse lo “slempito” presente nel brano: si tratta di una forma dialettale che significa coraggio ed energia.
Per questo nuovo progetto discografico, Sugar è partito da una ricerca sui suoni: “Ho pensato alle piantagioni di cotone con gli schiavi con le loro catene, a ritmi tribali, a film come 'Dodici anni schiavo', 'Il colore viola' e 'Django Unchained'”. In “Black cat” è un disco omogeneo ma vario, “il diavolo e l'acqua santa convivono”, si va dai nuovi emarginati di “Hey lord” alla sensualità de “La tortura della luna”. 
Poi la collaborazione con Bono in “Streets of surrender”, nata a Torino ed elaborata dopo gli attentati al Bataclan: “Sono andato a trovare Bono durante un live degli U2 a Torino e mi ha invitato sul palco. Poi mi ha chiesto come poteva sdebitarsi: gli ho dato un provino per un suo testo e per due mesi non l'ho sentito. Intanto ho scritto il brano di italiano e, dopo i fatti di Parigi, si è fatto sentire dicendo di essere stato molto colpito e ispirato da questi fatti. Citava Parigi ma era molto più universale”.
A settembre l'artista darà il via a un tour internazionale, che lo porterà a esibirsi per dieci date consecutive all'Arena di Verona, poi in Europa e nel mondo: “Sto ancora pensando alla band che avrà bisogno di tanti strumentisti, saremo in 13 o 14 sul palco”. A Verona ci saranno anche grandi ospiti, che al momento non sono ancora stati annunciati.
Chiara Cipolla per Radio Italia