News10 feb 2017

Zucchero all'Ariston, il ricordo di Pavarotti: "Era planetario"

“Donne, penultimo al Festival, è diventato un successo grazie alle radio”

Domani sarà il super-ospite del Festival di Sanremo e aprirà la serata finale. Intanto, Zucchero si è raccontato a Paola “Funky” Gallo, in onda su Radio Italia: dai ricordi legati al Festival a Pavarotti, dal blues al tour.
Arrivi direttamente dalla conferenza stampa. Cosa ti hanno chiesto?
I miei ricordi legati a Sanremo. Io ho debuttato al Festival nel 1982 con ‘Una notte che vola via’, poi sono tornato nell’83 con ‘Nuvola’ e non se ne è accorto nessuno; nell’85 è stata la volta di “Donne” e anche lì sono arrivato penultimo; poi è diventato il successo che è grazie alle radio che hanno iniziato a trasmetterla. Nell’86 invece ho portato ‘Canzone triste’. Sono passati più di trent’anni”.
Tu sei diventato una sorta di letteratura del festival. Tu, come anche Vasco Rossi, a Sanremo siete arrivati in fondo alla classifica però poi siete diventati rockstar…
Nella storia del Festival ci sono sempre stati artisti che non hanno brillato nelle votazioni poi hanno brillato nella carriera, anche Adriano Celentano. Sanremo non appartiene al ‘music business’, non è come i Grammy. Io sono sempre stato contrario alla gara ma se non ci fosse la gara non ci sarebbe Sanremo. Ormai ci sono solo due gare, una è il Festival di Sanremo in Italia e l’altra è Viña del mar in Cile; per il resto, ci sono rassegne”.
Vorrei che tu ci raccontassi cosa succede domani sera.
Io apro la finale, canterò e sarò da solo sul palco e canterà ' Ci si arrende'. Più tardi verrò raggiunto da tre ‘bestie’, tre musicisti bravissimi: Queen Cora da Boston, Tomoyasu Hotei da Tokyo e Chris Stainbton con i quali suonerò una versione lunga e inedita di 'Partigiano reggiano'; poi mi hanno chiesto di ricordare Luciano Pavarotti, di cui ricorre il decennale della scomparsa, quindi eseguirò “Miserere” e lui sarà in duetto virtuale con me. Pavarotti era un fratellone, era planetario. In un sondaggio in Vietnam è risultato più popolare di Michael Jackson come popolarità ha vinto lui, però quando tornava a casa non vedeva l’ora di andare a mangiare il salame, di giocare a briscola, di andare in campagna con i suoi amici. Il segreto è non tirarsela. Pensa che per i miei tour in America girerò con uno ‘sleeping bus’ con letto e doccia, come si faceva negli anni settanta. Suonerò ad esempio a New York, a Boston”.
Ti misuri con il blues in italiano nei posti in cui hanno inventato il blues…
Suonerò l’originale, non è scimmiottare il mio. Rispondo anche alle malelingue che dicono ‘Zucchero non fa blues’. È vero, non l’ho mai detto. Le radici del blues sono nere, poi ci sono stati dei bianchi che hanno in sè il blues del nero, come Eric Clapton, anche lì però c’è l’english influence. La mia è un’inflenza blues ma con aperture melodiche italiane”.
Domani si aprono le prevendite per i cinque nuovi live all’Arena di Verona per un totale di 21 date tra settembre e maggio, un record. Sarai in tour con 150 tappe nel mondo.
Si sono aggiunte anche America e Russia. Suonerò in posti in cui non mi sono mai esibito. Con lo sleeping bus carico sempre qualcuno a una fermata. Poi magari lo scarico alla fermata successiva”.