News17 dic 2020

Zucchero presenta “D.O.C. Deluxe” a Radio Italia: ecco come sono nati i nuovi brani

Il tour mondiale ripartirà anche a capienza ridotta: “Alla mia gente ci penso io”

Zucchero si è collegato in diretta con Radio Italia per presentare la nuova edizione del suo album “D.O.C. Deluxe” in un’intervista con Mauro e Manola.

Intervista a Zucchero (D.O.C. Deluxe Edition)

Oltre ai brani dell’album “D.O.C.”, in questa edizione ci sono sei brani inediti.
Praticamente sono brani che ho scritto nel periodo Covid, da marzo in poi. Ero un po’ spaesato per il fatto di dover posticipare il tour perché mentalmente ero già pronto per le prove generali, poi è andata così e ho dovuto far qualcosa per tenere lo spirito caldo. Alcuni brani dovevano fare già parte di ‘Doc’, ma non li avevo inserito perché non avevo fatto i testi, poi ho scelto due cover di canzoni che amo e avevo sempre avuto voglia di fare,  poi a fine giugno è venuto fuori questo duetto con Sting inaspettato e l’ultimo brano l’avevo abbozzato con Corrado Rustici ai temi di ‘Oro incenso e birra’ e l’ho rielaborato e arricchito con il testo”.
Come è nato il duetto con Sting?
Mi ha chiamato lui perché era in Toscana e mi ha detto che aveva scritto una canzone in quei giorni perché era lì e non si poteva muovere. La melodia gli piaceva molto e mi ha chiesto di farci un testo in italiano. Non sapeva cosa ne avrebbe fatto. Io l’ho sentita, mi è piaciuta e abbiamo preparato il testo, poi sono andato a casa sua dove ha uno studio e l’abbiamo rifinita e lui è venuto da me e l’abbiamo lavorata ancora. Sting ha deciso di metterla nel suo album che uscirà a marzo e io ho deciso di metterla in ‘D.O.C. Deluxe’, anche se il era quasi chiuso”.
Tu e Sting siete amici, ma siete come il giorno e la notte, vero?
La sera prima di realizzare il video mi ha detto che avrebbe voluto registrarlo alle 6.00 di mattina, perché gli piaceva quell’atmosfera e mi ha detto che dovevamo essere pronti verso le 5.30. Io ho detto che andava bene, ma mi è toccato andare a letto alle 11.00. Quando mi sono alzato, lui aveva già fatto mezz’ora di piscina all’aperto… in ottobre! Questa cosa mi ha fatto riflettere, perché non mi ero mai alzato così presto e in effetti potrei darmi una regolata per essere un po’ me o pigro”.
Davvero ti definisci pigro?
Va detto che io faccio il mio lavoro e lo faccio tutti i giorni e anche lui e anche altri artisti con cui ho collaborato. Questa idea dei party di sesso, droga e rock’n’roll è un po’ svanita. Siamo gente che si impegna molto e che fa questo lavoro con disciplina e facendo bottega. Tutti i giorni fai qualcosa e se non ti piace la butti via, poi magari ci ritorni su… Io ho sempre lavorato così e sono già fortunato che non vado in miniera”.
Comunque, questo modo di lavorare ti ha premiato: sei conosciuto in tutto il mondo e hai collaborazioni incredibili. Come sono nate?
Molte sono nate per combinazione, incontri non generati da piani strategici fatti a tavolino. Ad esempio Miles Davis ha sentito un mio brano in un ristorante per caso, Eric Clapton era venuto a un mio concerto in uno stadio ad Agrigento insieme a Lori Del Santo, che era una mia fan. Al tributo di Freddie Mercury sono stato chiamato da Brian May perché si era innamorato di ‘Oro incenso e birra’. Sono cose nate così, anche sulla strada. Deve scattare una chimica che è fatta di musica, di rispetto e di rapporti umani. Se non c’è quella puoi fare al massimo una canzone telefonata, io invece ho rapporti che durano da 30 anni”.
Stare sui palchi con la musica live richiede molta energia. Tu ti alleni?
In quello mi aiuta il pubblico, che si scatena e mi ridà indietro l’energia di cui ho bisogno. E’ come un miracolo che succede ogni sera. Mi è capitato di arrivare sul palco molto stanco per il viaggio o per tre concerti consecutivi già fatti e pensavo di non farcela, ma appena sali senti questa energia che torna indietro. Fare un concerto dal vivo e farlo in streaming è molto diverso”.
Radio Italia è radio ufficiale dei tuoi 14 concerti all’Arena di Verona. E’ vero che li farai anche se la capienza di pubblico dovesse essere ridotta?
Bisogna dare un segnale di ripartenza e poi io non ce la faccio più, scalpito, e così anche i miei musicisti. E anche la crew deve ricominciare a lavorare, perché in questo periodo questa gente è stata un po’ dimenticata: sono professionisti con una famiglia che devono ricominciare, quindi io sono pronto a partire in tutto il mondo anche se ci saranno capacità ridotte. L’importante è fare musica e ripartire. Io devo suonare, ho sempre fatto così anche prima di fare i tour e i dischi e quindi devo continuare a suonare”.
Tu non lo dici, ma sappiamo che hai devoluto l’incasso delle vendite di “Soul Mama” a queste persone…
Quello era il minimo che potevo fare. Alla mia gente ci penso io direttamente, così sono sicuro di dove vanno a finire i soldi”.
Sai che in Islanda la canzone di Natale più famosa è “Così celeste”.
Io non lo sapevo neanche, me l’hanno segnalato quest’anno perché un cantante famoso in Islanda l’ha rifatta nella sua lingua. Ogni volta a Natale le radio suonano questa canzone già da 4-5 anni ed è diventata un po’ il simbolo del Natale. Avremmo dovuto chiudere il tour mondiale proprio con due concerti a Reykjavík questo dicembre, qualche giorno fa, invece tutto è stato rimandato al prossimo anno”.
Com’è andata con Andrea Bocelli?
Ha fatto questa cosa dal Teatro Regio di Parma, mi ha chiamato un paio di giorni prima e abbiamo deciso di fare una versione di ‘White Christmas’ fatta alla mia maniera ma insieme a lui. A me piace fare cose un po’ diverse”.
Ieri abbiamo intervistato i Boomdabash: sai che il loro sogno nel cassetto è poter collaborare con Zucchero?
Sono molto gentili e devo dire che non è che la cosa non mi intriga. Come ho sempre detto, ci sono artisti giovani che fanno una musica diversa dalla mia, ma che sono dei talenti. Quindi ben venga qualsiasi cosa che serva a sperimentare. Quando fai questo tipo di cose devi essere credibile, cioè fare una cosa dove tu sei tu e loro sono loro. Tutto ruota intorno al brano: la musica e le parole sono la cosa più importante, il resto ognuno lo fa a modo suo ma nella canzone deve esserci la forza della melodia e delle parole”.