(Mario Volanti) Stasera salirai sul palco dell’Ariston come super ospite… (Zucchero) “Qualche tempo fa avevo l’orticaria per Sanremo. Ora, con la vecchiaia, sono in fase di redenzione (ride)”.
(Filippo Tortu) Nella tua lunghissima carriera c’è un’esibizione che ti è rimasta nel cuore? (Z) “Sicuramente il debutto con Eric Clapton alla Royal Albert Hall di Londra. Allora avevo una buona band e un disco (Oro, incenso e birra) che funzionava anche fuori dall’Italia. Inizialmente il pubblico veniva alla Royal Albert Hall soprattutto per Clapton. Dopo un po’, la situazione è cambiata. Un giornalista ha scritto un articolo nel quale invitava a conoscere me, 'un cappellaio matto italiano dalla voce di cuoio'. È stato un momento importante. È stato il momento dell’accettazione da parte di coloro che di solito non apprezzavano gli stranieri. L’altra esibizione che porterò sempre nel cuore è quella fatta al Wembley Stadium di Londra per Freddie Mercury. Mi ricordo che ero in camerino e vedevo David Bowie che fumava tranquillamente e parlava del più e del meno. A me, invece, sembrava di essere al patibolo. Volevo scappare. Poi, mi hanno portato sul palco e… si sono dimenticati di darmi la chitarra acustica. Meno male che c’era Brian May che mi ha strizzato l’occhio e mi ha dato la chitarra”.
(FT) Prima di salire sul palco compi un gesto scaramantico? (Z) “Ho provato a fare come fanno tanti altri, ovvero a stare al buio con le candele accese. Con me, però, questo metodo non funziona. Mi intristisco. Generalmente, mentre sono in camerino tengo la porta aperta. In questo modo, chi passa entra e io gli offro da bere e da mangiare. Secondo me, se pensi troppo, ti vengono troppi dubbi”.
(MV) Quest’anno terrai 14 date all’Arena di Verona… (Z) “Devo ringraziare il pubblico. L’Arena è un posto magico e Verona è un punto strategico. C’è chi viene anche dall’Australia per sentire me, ma soprattutto per assistere a un concerto in un luogo come l’Arena di Verona”.
(MV) I concerti si differenzieranno? (Z) “Avendo molti musicisti che suonano con me da anni, posso cambiare quasi tutta la scaletta senza dover provare. Conoscono il repertorio. Solitamente cambio un quarto di scaletta”.