Radio Italia solomusicaitaliana è radio ufficiale dei 12 concerti all’Arena con cui il bluesman festeggia 70 anni: scopri come è andata la prima serata!
Martedì 16 settembre 2025: a Verona è tornato il blues. Sul palco dell’Arena, Zucchero ha dato il via alla serie di 12 concerti con cui festeggia i suoi 70 anni, che compirà il 25 settembre. Noi di Radio Italia solomusicaitaliana siamo radio ufficiale di questi appuntamenti e vi raccontiamo com’è andata la prima serata. Spoiler: è stata un’Overdose d’amore!
Dopo l’apertura della figlia Irene Fornaciari, le luci si spengono. Nel buio dell’Arena risuona la voce di Zucchero: “Io vengo da un altro posto, da un altro Blues, da un’altra solitudine. Tu non sei di queste parti, non parli agli argini, non parli ai matti e i cani ti abbaiano!”. Che la festa abbia inizio: le luci si accendono, illuminando il grande sole della scenografia, e Zucchero attacca con il tris adrenalinico “Spirito nel buio”, “Soul Mama” e “Il mare impetuoso al tramonto…”.
La voce di Zucchero è quella di sempre, potente ed emozionante. Il bluesman guida la sua superband come un direttore d’orchestra, mimando gli assoli e scandendo i finali. Per “Blu”, imbraccia anche la chitarra elettrica, mentre gli spettatori dell’Arena non si trattengono e si alzano in piedi per “Partigiano Reggiano”, “Vedo Nero” e “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica”. Dopo “Baila (Sexy Thing)”, arriva la prima standing ovation: “Auguri Adelmo!” e “Grande Zucchero!”: queste le frasi più urlate dagli spalti.
Sulle note di “Così celeste”, il pubblico accende le torce dei cellulari, rendendo ancor più magica l’atmosfera nell’anfiteatro veronese. Poi, la band lascia il palco, lasciando solo Zucchero davanti alla platea e alle gradinate dell'Arena: non c’è neanche un posto vuoto. Sugar si siede e saluta così gli invitati alla sua festa: “Ragazzi ciao, buona serata! Questa è la prima, il debutto qui all'Arena di 12 date. Dio vi benedica, voi che mi avete accolto come un figlio un po' cresciuto!”. Zucchero strappa sorrisi al pubblico (“Avrei tante cose da dire ma non le dirò adesso. Tempo al tempo. Per adesso, se non avessi niente da dire lo direi”), ma si prende anche qualche minuto per criticare alcuni aspetti dall’attualità che non gli vanno giù. “Siamo a un livello di sottocultura davvero imbarazzante”, dice prima di invitare la sua gente a essere… “sprudentata”: “Mio padre mi diceva in dialetto che la gente è sprudentè. Ora, ci si lancia sui social e sui giornali senza prudenza. Siate sprudentati: volate bassi per schivare i sassi con questi social!”. Prima di tornare alla musica, Zucchero chiude così: “Sono disilluso di come va il mondo, ma sono anche speranzoso: aspetto dei mutanti!”.
La band torna sul palco per un momento intimo, in chiave acustica. “Ora canto canzoni mai diventate singoli, ma che sono diventate popolari grazie a voi!”, dice Zucchero e attacca con “Dindondio”. Dopo “Occhi” e “Un piccolo aiuto”, è il momento anche di “Donne” (“Avevo deciso di non cantarla più!”). Zucchero canta poi “Un soffio caldo”, brano scritto con Francesco Guccini, dedicandolo allo scrittore bolognese Stefano Benni: “Un’anima purissima che ci mancherà tanto…”. “Il suono della domenica” chiude il momento acustico tra gli applausi.
Ci si avvicina al gran finale ed è il momento dei ringraziamenti. Zucchero presenta la band, tra cui ci sono amici di una vita. Il bassista Polo Jones e il sassofonista James Thompson suonano con lui dal 1985, come ricorda Sugar. Tra i più applauditi dall’Arena, anche la corista Oma Jali, che duetta con Zucchero in “Facile”, e la chitarrista Kat Dyson. Nella superband, che da anni segue Zucchero in giro per il mondo, ci sono anche Peter Vettese (hammond, pianoforte e synth), Mario Schilirò (chitarre), Adriano Molinari (batteria), Nicola Peruch (tastiere), Monica Mz Carter (batteria e percussioni) Lazaro Amauri Oviedo Dilout (fiati) e Carlos Minoso (fiati).
L’emozione cresce con “Dune mosse” e “Diamante”, mentre “Per colpa di chi?” e “Diavolo in me” fanno ballare tutta l’Arena. Il palco si svuota e sugli schermi compare la frase “Chi non ha un blues per Gaza ha un buco nell’anima”, proiettata sulla bandiera palestinese. Il pubblico chiama a gran voce i bis e Zucchero lo accontenta, tornando sul palco e cantando “Overdose (d’amore)” e “Hey man”. Dopo oltre 3 ore di grande musica, l'Arena comincia a svuotarsi dopo la mezzanotte. La festa è finita, ma siamo solo all’inizio: Zucchero è atteso da altri 11 concerti nell’anfiteatro veronese. Queste le prossime date: 17, 19, 20, 22, 23, 25, 26 e 28 settembre (già sold out) e 6, 7 e 8 ottobre (QUI i biglietti ancora disponibili).
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