Praticamente da sempre, Sugar fa concerti sia in Italia che all’estero. Per lui, c’è differenza tra esibirsi davanti a un pubblico straniero e davanti al pubblico del suo Paese. La percepisce soprattutto quando gli show cominciano, durante i primi brani. “All’inizio, in Italia, c’è subito casino. Gli italiani abbracciano di più. Sono più spontanei. Altri pubblici, magari, sono più discreti. Penso più per un fatto di educazione e di cultura. E poi, dopo la terza e la quarta canzone, si scatenano anche loro”, ha spiegato.
Grazie alla sua musica, Zucchero è un cittadino del mondo. Nonostante questo non dimentica le sue origini, la sua terra d’origine, la sua Reggio Emilia. Lo scorso ottobre ha ricevuto la cittadinanza onoraria di questa città con immenso piacere. “Le mie radici sono lì, dove ho fatto le mie scuole, i miei primi amici, dove ho imparato a suonare l’organo”, ha confessato.
Con il suo repertorio, Sugar ha suonato ovunque sulla Terra. Viste il progresso scientifico, potrebbe presto conquistare anche lo Spazio. Se gli venisse data l’occasione di inviare un suo singolo, manderebbe Dune Mosse, del 1987. “Lo trovo attualissimo. Mi emoziona ancora quando lo canto”, ha rivelato.
Prima di concludere la videointervista #atupertu, Zucchero è tornato a dire la sua sugli influencer. Quattro anni fa, a Vanity Fair, aveva detto: “Anche se mi sforzo, non so proprio a che cosa servano, questi influencer”. Ancora adesso non lo sa. Tra l’altro pensa che dovrebbero cambiare nome. “Non è bello come nome. Influencer significa che, in qualche modo, tu pensi di influenzare un altro cervello, un altro essere umano”, ha decretato per poi proporre un nuovo nome per loro. “Consigli per gli acquisti”, ha suggerito.