SANREMO. Marco Zitelli in arte Wrongonyou arriva al Festival dopo aver calcato i palchi dei più importanti festival internazionali e aver trovato il coraggio di comunicare con il pubblico senza il filtro della lingua inglese: “Sanremo è uno dei tanti punti che tocca il mio aereo di carta (il suo simbolo, ndr). Partire dalle Nuove Proposte è un grande allenamento, sono sostenitore della gavetta, anche perché la pressione è forte sul palco di Sanremo. Amadeus ha fatto bene a provare a chiedere il pubblico perché anche lui è uno showman e vuole la gente in platea, come noi artisti che non suoniamo live da un anno. Però è giusto fare le cose al passo coi tempi, è troppo pericoloso: ci rifaremo l'anno prossimo”.
È una kermesse con misure di sicurezza stringenti a causa della pandemia: nella sua abitazione sanremese ci sarà una stanza ad hoc per le interviste, l'unica soluzione per fare qualcosa di diverso ai tempi del Covid-19. “Viste le regole, stavo pensando alla tuta da palombaro...”, scherza il cantante, “Abbiamo creato una bolla, staremo a casa. Mi spiace perdermi gli abbracci e il contatto fisico, saltano cene e interviste, dobbiamo stare al passo coi tempi, faremo le interviste da dove saremo, mi porto il cane per avere la scusa di fargli fare la pipì e poter fare un giro. Con le altre Nuove Proposte abbiamo il gruppo Whatsapp dei 'Sopravvissuti', prima eravamo i 'Tamponati'. Mi piace molto il pezzo di Folcast”.
Il suo percorso ha molte affinità con quello di Alex Britti, del quale è fan, dalla chitarra a Sanremo fino all'amore per il calcio e la Roma, come svelano i due video seguenti: “Ho sempre visto il Festival, tutti gli anni, ricordo quando Britti ha vinto tra i Giovani con 'Oggi sono io' (il suo album invece si chiama 'Sono io', ndr), nel 1999 aveva l'età che ho io oggi, ero un suo super fan. Per me è una figata andare su quel palco. Quando ha vinto Ale Mahmood è stato l'anno migliore dei Giovani, secondo me, perché il 'girone a coppa' permetteva di entrare tra i Big e giocarsela anche lì. Se Ibra a Sanremo vuol fare due palleggi per me va benissimo, metto una cavigliera... Ci sarà anche Mihajlovic? Con lui facciamo un derby, perché storicamente è della Lazio”.
Sul palco dell'Ariston, Wrongonyou avrà come sempre la chitarra con sé: “Me la porterò dietro ovunque. Mettendomi a nudo, è lo strumento che mi scherma, non riuscirei ad andare a Sanremo senza di lei. Camminerò dritto e composto finchè non arrivo al microfono perché ho paura di inciampare. È anche l'unica occasione per cantare dal vivo, sono molto grato. Arrivo sul palco dell'Ariston dopo un lungo percorso televisivo e mi porto dietro tutta l'esperienza sui palchi fatti all'estero in questi anni, è la mia armatura per proteggermi, c'è sempre il panico della diretta”.
ALBUM. “Ho scritto tutto il disco durante la quarantena”, racconta Marco, “Mi aspettavo di chiudermi in me stesso, invece la musica è diventata un'arma di sfogo per stare meglio. C'è molta Roma in questo album, meno Milano che era protagonista anche del titolo nel primo. Io mi geolocalizzo: parlo del posto in cui mi trovo”.
In avvicinamento all’esperienza sanremese, Wrongonyou ha pensato a una versione acustica di “Lezioni di volo” impreziosita dall’arrangiamento degli archi di Valeriano Chiaravalle, che dirigerà l’orchestra all’Ariston, e la cover di un classico sanremese come “Luce ( Tramonti a Nord Est)” di Elisa, cantata nella tonalità originale (sfida non indifferente per una voce maschile), che uscirà nella settimana antecedente al Festival: “Ho sempre ascoltato 'Luce' di Elisa, quando ci ha vinto Sanremo nel febbraio 2001 avevo 10 anni, volevamo fare un omaggio sanremese per farmi conoscere da questo pubblico, mi interessava anche l'apprezzamento nei confronti di questa canzone. È un testo in italiano in cui non banalmente si inserisce la natura, un elemento importante della prima parte del progetto Wrongonyou: la faccio nella stessa tonalità di Elisa, mi sono impegnato”.
Intanto, è già disponibile in pre-order un esclusivo vinile in edizione limitata e autografata contenente “Lezioni di volo” - nella sua versione originale e in versione acustica - più il brano inedito “Bon Iver”, dedicato all'artista che l'ha influenzato più di tutti. All’interno ci sarà un kit per costruire un aeroplanino di carta, simbolo dell’avventura sanremese di Wrongonyou. Il 45 giri sarà disponibile online dal 2 marzo. Nel disco in uscita il 12 marzo non manca poi la dedica verso l’affetto più caro di Marco, il nonno, per il quale canta “Nonno Bruno”, dato che era un po' orso. L'album è prodotto da Riccardo Scirè: “Essendo entrambi chitarristi, abbiamo dato molto spazio anche alla mia passione per la chitarra fingerpicking, sperimentando nelle modalità di registrazione. Il legno è molto presente nel disco e crea una forte alchimia tra elettronica e acustica. In più dovevamo trovare il modo di unificare alcune ritmiche a questa alchimia, così abbiamo deciso di registrare cassa e rullante di alcuni brani con piedi e mani” spiega Marco. Ecco la traklist: 01_SONO IO, 02_LEZIONI DI VOLO, 03_VERTIGINI, 04_NADA, 05_BON IVER, 06_PRIMA CHE MI PERDA ANCORA, 07_TORNIAMO DA NOI, 08_NONNO BRUNO, 09_AMORPROPRIO.
CANZONI. Wrongonyou ha spiegato così alcuni brani del nuovo album.
- “Sono io”. “Dà il titolo al disco. È la prima canzone che ho scritto in italiano nella mia carriera ma non l’avevo messa nel disco precedente perché non ero ancora pronto ad espormi così tanto, a raccontare in un brano così tanto di me e della mia vita”
- “Lezioni di volo”. “'Voleremo da fermi per stare meglio' è stata una frase uscita proprio durante il lockdown, non ero mai stato così tanto chiuso in casa. È la canzone che mi rappresenta di più. C'è più Marco e meno Wrongonyou in questo disco, c'è voglia di volare adesso, mi sono lasciato alle spalle la paura di affogare”
- “Vertigini”. “Per questo pezzo sono partito dalla canzone storica di Jovanotti 'Mi fido di te', che mi piace molto, l'ascolto spesso: 'la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare'”
- “Nada”. “Ora i rapper non fanno i cantanti ma quelli che vogliono riuscire a salire bene sul piedistallo. 'Nada' rappresenta proprio il contrario. Ho scritto la maggior parte delle canzoni nello studio di Carosello: nel palazzo storico della casa discografica c'è anche una sala di yoga, con il poster di un elefante sulla porta. Parto da lì per raccontare un approccio goffo a una ragazza che non parla italiano e dice solo 'Nada'”
- “Nonno Bruno”. “16 anni di vita insieme. È stata la persona più importante della mia vita finora, è stato come un papà. L'avevo scritta da un paio di anni ma non me l'ero ancora sentita di pubblicarla: ho cercato i momenti più spensierati vissuti insieme, dallo spogliarello di Sabrina Ferilli alla musica di Jimmy Fontana. Se ne è andato il giorno del mio compleanno”
- “Prima che mi perda ancora”. “È una delle mie canzoni preferite del disco, non vedo l'ora di cantarla live con la band, per dare una botta 'wall of sound'. Sono alto un metro e 92, potrei incutere timore ma in verità sono sempre stato stra-bullizzato: ricordo le medie con un grande dolore dentro, sono sempre stato cicciottello, quello strano. Me la sono sempre presa, mi sono offeso, ho pianto e questo mi ha reso ancora più vittima. Certi bambini sono cattivi, è un mondo pieno di narcisisti che attaccano i più sensibili. Bisogna fregarsene. Oggi mi fa ridere che i miei compagni di allora mi vengono a chiedere l'autografo. L'importante è parlarne e sfogarsi, non lasciarsi sopraffare dall'imbarazzo e dai propri difetti. Non bisogna dimagrire per lavoro o per Instagram ma per se stessi: pesavo 130 chili ma guardandomi non mi piacevo. C'erano anche commenti su YouTube tipo 'Sei un ciccione' ma sono dimagrito solo per me, mi sento più bello e me stesso. Casadilego ha vinto X-Factor e rappresenta tutta questa situazione: la musica va oltre l'immagine. A volte faccio gli screenshot di chi mi attacca e ci rido sopra perché ora ho le spalle grosse. Nel mio paese nativo a Grottaferrata ero sempre 'il figlio della poliziotta', perché mia mamma era il maresciallo di zona, quindi ero proprio nel mirino di tutti: ho preso botte, ma mi sono impegnato, sono andato avanti e sono arrivato sul palco di Sanremo, mi do le pacche sulle spalle”
CONCERTI. Wrongonyou sta lavorando al suo ritorno dal vivo in collaborazione con Vivo Concerti e le prime date saranno annunciate prossimamente: “Dove mi piacerebbe suonare? Dico l'Olimpico per goliardia, ma anche l'Arena di Verona e il Castello Scaligero di Villafranca di Verona dove ho bellissimi ricordi. Non adoro fare i live su Instagram e su Zoom perché si perde il contatto con la gente, confido in un miglioramento della situazione per poter portare in giro dal vivo il disco quest'estate. Se la situazione resta questa, farò i live da casa o altre cose, mi organizzerò di conseguenza. Dieci anni fa probabilmente, con la tecnologia che c'era, in una pandemia così, non avrei potuto fare nulla di tutto questo”.
La decisione di cantare in italiano è irreversibile? Alla domanda di Radio Italia, risponde così: “Al momento sì, adesso non mi viene spontaneo scrivere in inglese. Ho preso confidenza con l'italiano e mi sento a mio agio così. Nascondersi nell'inglese era come indossare un'armatura. Ho cercato di fare un disco sincero: 'Sono io' è il primissimo pezzo che ho scritto in italiano e che non ho avuto la forza di inserire nel disco d'esordio. In inglese usavo sogni, luci, colori e sensazioni mi viene quasi da parlare di me in terza persona, in italiano invece sono più diretto, senza filtri, pur continuando a usare immagini. Canto in italiano da un paio d'anni, è un mondo ancora nuovo per me, ho 'assaggiato' De Gregori e Battisti da poco, è stata una bomba, intanto va bene così, poi vedremo”.
5 CURIOSITA'.
1. “Il vocoder aggiunge voci e arricchisce tutto. Nel disco c'è meno della metà di quanto ne volevo io, è stato molto asciugato, per non 'coprire' tutto. È un gusto stilistico, mi diverte ed è diventato un po' una firma, è un attrezzo inseparabile da me e secondo me è interessante il connubio con l'italiano: non l'ha fatto nessuno, penso, mi andava di portarlo nel cantautorato italiano, senza abusarne”
2. “In uno dei miei primissimi concerti sono stato notato da una webzine romana: suonavo alla Casa degli Artisti, aprivo la serata, il giornalista è arrivato tardi ma mi ha riportato come 'il Bon Iver de' noantri'. Così alla fine ho dedicato all'artista uno dei pezzi del disco”
3. “Con i fan abbiamo un gruppo ufficiale su Telegram in cui parliamo di tutto, hanno anche anteprime. Nei regolamenti di Sanremo c'è il divieto assoluto di fare foto, mi spiace molto. Quando sono passato all'italiano, qualcuno mi ha detto che non mi avrebbe seguito più ma devo dire che è andata molto bene. Chi mi segue dagli inizi, da quando c'erano due persone sotto al palco, ha apprezzato anche questa evoluzione: sono felice, siamo sempre di più”
4. “Quando sono stato notato su Myspace dal professore di Sound Technology di Oxford? È stata un'avventura particolare. Ho cestinato la sua mail perché credevo fosse fuffa, poi l'ho ripescata grazie alla dritta di un amico e sono finito in questo studio di Oxford, dov'erano passati persino i Radiohead: non ho fatto uscire niente delle cose che ho registrato lì, però quell'episodio mi ha fatto capire che volevo fare musica, sono tornato ai Castelli romani, ho lasciato l'università quando mia madre aveva già pagato la seconda retta e, dopo un periodo di stasi, sono partito...”
5. “In aereo porto sempre con me una piuma, che trovo fortunosamente in giro prima del decollo”