INTERVISTA22 ott 2021

Ultimo, l'album “Solo” e gli attacchi di panico: “Tiziano Ferro? Immenso”

Il disco di 17 canzoni è “come una foto nudo”: ecco l'intervista a Radio Italia solomusicaitaliana, Radio Ufficiale del tour 2022 negli stadi

“Solo” è il nuovo album di Ultimo, appena uscito: “È come una foto nudo. Tiziano Ferro? Immenso. Ho combattuto gli attacchi di panico”. Nel disco ci sono canzoni come il singolo “Niente”, “Sul finale”, “Quel filo che ci unisce”, “Quei ragazzi” e “Spari sul petto”, trasmessi per la prima volta insieme a “Il bambino che contava le stelle” che il cantante ha eseguito live piano e voce, davanti al pubblico del Reward Music Place durante l'intervista di Mauro Marino e Manola Moslehi in diretta radio, tv e web a Radio Italia solomusicaitaliana, Radio Ufficiale del tour 2022 negli stadi. Ecco la fotogallery.
Hai lavorato molto in questi due anni
Sono stati due anni pieni di musica, ho scritto tanto in modo sincero, mi sono trovato per forza di cose al pianoforte e ho scritto tante cose
A chi hai fatto ascoltare l'album per primo?
Eravamo in campagna in quarantena con alcuni amici, in effetti è un disco nato proprio tra amici: purtroppo e per fortuna a volte sono cattivi...
Perché l'hai intitolato così?
Inizialmente il titolo doveva essere “Il bambino che contava le stelle” e doveva anche accompagnare il tour negli stadi che è stato rinviato, poi ho provato un grande senso di isolamento come tutti e scrivendo mi è venuto molto naturale cambiare la tematica, per me la cosa più importante è essere coerente con quello che vivo: far andare in parallelo le canzoni con la vita normale. Provando questo senso di solitudine ho deciso di chiamarlo “Solo”: anche la posizione del braccio in copertina doveva rendere questa idea
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Com'è nato il singolo “Niente”?
Per “Niente” sono partito dal dire una frase che mi piaceva, “Io sono le mie canzoni”, mi dava l'idea di aver trovato una svolta e anche un rifugio. Quando scrivi una canzone, la cosa più bella è vedere una sorta di fotografia di quello che provi dentro e poi puoi anche ascoltarla, è una sensazione stranissima. Penso ad esempio alla gente che magari è dal parrucchiere e sente questa canzone...
Hai venduto 10mila copie ancor prima dell'uscita del disco
Non mi abituo mai alla reazione. Ricordo quando ho scritto “Niente” con quella sensazione e quella frustrazione, poi però vedo che viene condivisa da tanta gente: quella è la mia vittoria, è la cosa più bella che può succedere. La sensazione più bella è quando al concerto canto e mi piace molto guardare gli occhi delle persone che stanno cantando con me: quando scrivi una canzone ti senti anche un pochino geloso perché i brani sono figli della tua emozione, poi è bello vedere anche come la gente interpreta quella stessa emozione, questa in fondo è l'arte. Ognuno prova un'emozione diversa davanti alla stessa opera
Hai riscontri dal pubblico ma anche da colleghi come Tiziano Ferro che ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per il tuo lavoro
Grande Tiziano, un bacio! Tiziano è speciale e poi, non devo dirlo io, però è un artista immenso. Ricordo che una volta sono andato a un suo concerto, forse era il 2010 all'Olimpico: vedendo quell'energia, ho pensato “pazzesco”. Amo le sue canzoni
Quale messaggio vuoi lanciare con questo album di 17 canzoni?
È una sincerità totale, è un po' postare come una foto nudi, è far vedere delle parti di me che magari non ho detto neanche al mio migliore amico, questa è la mia sensazione. Si chiama “Solo” paradossalmente per cercare di far sentire meno solo chi si sente solo. Per far star meglio una persona o gli dai una canzone allegra oppure gli dici: vedi, sto come te
Cos'è “Sul finale”?
È una canzone che doveva entrare nel primo album “Pianeti” ma era rimasta fuori perché avevamo fatto tutto molto velocemente, in questi due anni l'ho risentita, l'ho lavorata in studio, mi è piaciuta e allora l'ho messa qui
Ci hai cantato “Il bambino che contava le stelle”. Ma che bambino era Niccolò?
Ero un po' schivo, proprio per natura, però sono riuscito a portare avanti questo modo di chiudermi in me stesso per scrivere canzoni. Sognavo questo, non avevo un piano b: non ho mai avuto nient'altro che il pianoforte e la voglia di fare le canzoni. Oggi ho tanti sogni nel cassetto, però sto cercando di capire che è importante sognare quello che si ha e che si è. Adesso ho fatto uscire questo album che viene da un lavoro di due anni: sentivo le canzoni tutte le mattine uscendo a camminare, ora la pubblicazione è una liberazione. Mi piace stare sui social ma non condivido tanto la mia vita perché non ci penso troppo, però nelle mie canzoni metto tutto me stesso a tal punto che è come fare 100mila Storie di Instagram al giorno
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I concerti negli stadi, con noi di Radio Italia solomusicaitaliana come Radio Ufficiale, si avvicinano
Speriamo che nel 2022 si possa tornare a suonare, sto aspettando questo momento come nient'altro nella vita, però è arrivato il momento dove dobbiamo tornare a quelle sensazioni lì, a quello stare insieme che ci fa sentire meno soli. Quando fai un disco, suonarlo live significa vederlo realizzato veramente, perché canti con la tua gente quello che hai scritto
Sarai l'artista più giovane di sempre a fare un tour negli stadi: senti la responsabilità?
È una roba pazzesca, quando ho iniziato non pensavo di riuscire ad arrivare a questi risultati, è una responsabilità da prendere con coraggio. Per me le canzoni sono roba che viene da me sia per il testo sia per la musica, quindi per me è importante scegliere il messaggio da trasmettere
Nel disco parli anche della condizione dell'essere umano
Ho cercato di non vergognarmi nel parlare di debolezze. Siamo abituati a vedere sui social solo le parti belle della vita delle persone: le vacanze, il ristorante... Bisogna sempre far vedere una condizione che magari non rispecchia quello che tu sei. Io sono un privilegiato e sono il primo a dirlo, però uno magari pensa che la vita dell'artista abbia solo aspetti belli e invece ci sono momenti di forte debolezza. Nel disco ho messo tutto questo senza censure: a me non frega niente di far finta di stare in un posto figo o in un locale bello
Nel disco hai inserito tutte le canzoni che volevi?
Ne è rimasta fuori qualcuna, mi capita spesso perché mi viene da scrivere molto quando sto parecchio a casa. Alla fine ne è rimasta fuori qualcuna perché è importante dosare, dire troppe cose può confondere un po': 17 canzoni sono già tante, non potevo fare un disco di 46 canzoni... La maggior parte le rivedrò con il mio prossimo album, però vediamo dai...
Hai fatto anche un post molto importante sulla salute mentale. Perché hai sentito questa esigenza?
Noto che se ne parla poco o comunque è sicuramente sottovaluta. La salute mentale, insieme a quella fisica, è la cosa più importante per vivere bene e invece oggi si tende a nascondere quelle parti della vita come la depressione, la solitudine, il dolore. Oggi si tende a mettere ai margini di se stessi tutto questo per non pensarci. Il modo migliore per sconfiggere gli attacchi di panico, nel mio caso, è lasciarsi attraversare completamente dal problema: in questo disco parlo molto del disagio mentale che ho provato in questi anni, ci ho provato, speriamo che il messaggio arrivi
“Quel filo che ci unisce” parla d'amore
La bellezza dell'amore è riuscire ad accettarsi. Sull'amore ci scrivono tutti da sempre, però poi alla fine che cos'è? Io me lo chiedo sempre. Alla fine l'amore è accettarsi per quello che si è, può sembrare retorica, per me è importante far capire che accettarsi è il primo passo per stare bene
Nell'album è presente anche l’inedita “Supereroi”, brano che sarà la colonna sonora del nuovo omonimo film di Paolo Genovese, la cui uscita nelle sale è prevista a Natale
Paolo mi ha chiesto di fare la colonna sonora del film. Mi piace molto il mondo del cinema e mi è piaciuto molto sia andare sul set sia la storia del film, ho lavorato sul concetto di chi sono i supereroi oggi, cioè quelli che riescono ad amarsi. Ho letto la storia e mi sono fatto ispirare, mentre di solito scrivo quello che mi passa per la testa con il pianoforte o la chitarra
Hai cantato al Colosseo vuoto: Come è andata quella sera? Tra l'altro record di vendite per un evento in streaming
È stato bellissimo, da romano poi vale doppio. Bellissima la location, ma l'atmosfera era surreale, è stato pazzesco. Io sono uno di quelli che ha bisogno di guardare negli occhi il pubblico davanti. Ma penso che per tutti gli artisti sia così
C'è un posto in particolare dove non vedi l'ora di suonare?
Noto sempre una grande voglia di stare insieme il più possibile ai concerti. Ho metà famiglia napoletana da parte di mamma: sono stato a Napoli, ho visto lo stadio San Paolo che ora si chiama Diego Armando Maradona, abbiamo due date lì, sarà bellissimo tornarci