Racconta il nuovo disco, la copertina, i concerti, gli effetti del successo e il rapporto con Antonello Venditti a Mauro e Manola nel Verti Music Place gremito, mentre i fan intonano tutti i suoi brani: “Parlare della Roma? In questo periodo meglio di no!” scherza.
Se sei qui, è “colpa delle favole”? “È una metafora. Incolpo le favole perché non riesco a essere sincero e a incolpare me stesso. Con questo disco chiudo un cerchio dopo i primi due album, è una trilogia”
Qual è il messaggio di “Colpa delle favole”? “Pianeti è stato il mio primo album in cui ho cercato di raccontare le cose che non avevo, in Peter Pan racconto una bellissima fiaba che si sta concretizzando, qui cerco di trovare un finale, una sorta di chiusura: tante volte non è la favola che ti fa finire di sognare, ma sei tu che non ti ci riconosci più e quindi vuoi ricominciare da zero”
Qual è il tuo messaggio di tutta la tua musica in generale? “Nel mio piccolo ho cercato di far capire quanto sia importante sognare e di spingere i miei coetanei ad andare oltre le aspettative, di non accontentarsi e di volare sempre alto”
Sulla copertina ci sei tu che ti tappi le orecchie. “Voglio dire 'fateme cantà', non voglio sentire niente: è un disco astratto che parla di ciò che ho dentro e non di quello che c'è fuori, perché oggi è molto importante guardarsi dentro”
Il brano “Fateme cantà” ti rappresenta al 100%. “Le canzoni sincere sono quelle che quando le canti non ti stai sforzando: questa mi esce naturale ed è una sorta di grido, una richiesta di lasciarmi fare quello che voglio, cantare soprattutto”
Nel nuovo singolo “Rondini al guinzaglio” invece parli della ricerca di un rifugio. “È una sorta di richiesta di aiuto, chiedo a una persona immaginaria che non esiste di portarmi in un altro posto immaginario, è tutto basato su un'utopia. Il concetto di lasciarmi volare è molto ricorrente nei miei testi”
Come vivi il tuo successo? “La cosa strana è che è arrivato molto velocemente, mi ha destabilizzato tutte le abitudini, se fosse stato più graduale avrei metabolizzato meglio”
Ci sono cose che il successo ti impedisce di fare? “A volte sarebbe bello fare delle cose solo per se stessi, senza sentirsi osservati. Ogni lavoro ha dei pro e dei contro: il contro del mio mestiere è accettabilissimo, anche se perdo un po' di libertà. Può capitare ad esempio che mi chiedano una foto mentre sto correndo ma io non mi posso fermare proprio perché sto correndo e allora magari sembro uno che se la tira...”
Come hai lavorato al nuovo album? “È un lavoro consapevole, fatto con coscienza. Pianeti è un album che ho scritto di pancia, non mi interessavano nemmeno il mix e il master, mentre qui ho curato tutti i particolari: sono stato presente anche nella scelta dei dettagli più piccoli”
Nel disco c'è “Piccola stella”, che hai scritto a 14 anni. “È una canzone che mi piace e che non ho ritoccato, è molto semplice ma anche diretta. In Pianeti non volevo mostrarmi con un brano scritto a 14 anni, in Peter Pan raccontavo cose molto più astratte e quindi altrimenti l'ho inserita qui, altrimenti non l'avrei messa mai più. Quando la risento provo tenerezza”
Il tuo tour è sold out, ti stai preparando? “Inizio le prove dopodomani. Se lo spettacolo nei 20 palasport sarà convincente terrò lo stesso show per il live di luglio l'Olimpico, magari con qualche piccolo cambiamento nella scaletta”
Sarai il più giovane artista italiani a tenere un concerto in uno stadio. “Sono soddisfazioni grandissime, è anche una responsabilità, spero di essere all'altezza”
Che rapporto hai con Antonello Venditti, che ha partecipato al tuo video di “Fateme cantà”? “È una persona atipica, è raro trovare una persona con un'esperienza del genere che si dona completamente a un ragazzo come me, mi hanno colpito la sua disponibilità e la sua profondità di pensiero, sono un suo fan da quando andavo a scuola in bus e sentivo le sue canzoni. Chiedevo al mio manager di creare un incontro con lui per parlarci e chiedergli delle curiosità, me lo sono trovato davanti al camerino di Sanremo: ho detto 'Non ci credo'! Siamo molto simili su certi aspetti, ci siamo trovati subito molto bene”
Come scrivi i tuoi brani? “Ho scritto tutte le canzoni al pianoforte, iniziando a fare un giro e canticchiando la melodia in testa. A volte ripeto una frase sola che ho in mente. Tante volte le canzoni nascono da un semplice spunto: mi è successo così anche con 'siamo soltanto bagagli' di 'I tuoi particolari', che descrive molto bene quello che penso sulla coerenza delle cose. La canzone in sé è una bugia: racconta quello che vorresti essere o che vorresti avere...”