L’artista è innamorato della sua città: “Come una mamma mi ha dato una mano, ma mi ha tirato anche qualche pizzone”
A poche ore dalla serata finale della 75esima edizione del Festival di Sanremo, Tony Effe è tornato a trovarci al Fuori Sanremo. Ecco il testo dell’intervista ai nostri conduttori Giuditta Arecco e Marco Falivelli.
Bentornato Tony! Parliamo della tua canzone “Damme ‘na mano”: spesso si sente dire “Mamma Roma” e anche tu hai personificato questa città. Sembra quasi naturale farlo…
Vero, soprattutto in una donna. È una città molto romantica, sia bella che brutta. Come una mamma mi ha dato una mano, ma mi ha tirato anche qualche pizzone! Poi, era da tempo che avevo il desiderio di fare una canzone incentrata su Roma e soprattutto in dialetto. Il Festival di Sanremo mi sembrava l’occasione giusta.
Noi ci ricordiamo bene di due anni fa, quando tutti a Sanremo urlavano il nome di Lazza. Quest’anno, invece, si sente solo “Tony” per strada!
La risposta del pubblico è più importante di tante altre cose.
Hai già dei feedback sulla canzone? O stai guardando poco il telefono…
Ovviamente quando porto qualcosa di nuovo c’è sempre un contrasto tra chi dice che spacco e chi non è d’accordo. Penso che tutti si convinceranno tra poco. Anche in “Taxi sulla luna” con Emma e in “Sesso e samba” con Gaia avevo fatto cose diverse, che all’inizio non erano state capite.
Poi, a Sanremo stati vivendo l’esperienza dell’orchestra…
Cantare con un’orchestra è molto impegnativo, ma fighissimo. È un’esperienza gigante esibirsi su un palco così, dove c’è anche Giorgia.
Tornando a “Damme ‘na mano”, dentro ci sono proprio i suoni romani. Come hanno reagito i romani a questo brano?
Ancora lo devo capire, perché in questi giorni non sto vedendo tanto il telefono. Mi farò una passeggiata a Roma per capirlo. Già in “Icon”, indossavo la maglia di Totti e per Sanremo mi è venuto il desiderio di fare una canzone in dialetto. Se avrò figli, li farò crescere a Roma.
A proposito di Totti, magari dalla tua canzone potrebbe nascere una canzone per la curva della Roma…
Sarebbe molto probabile.
Chiudiamo il capitolo su Roma e parliamo della maglietta che stai indossando ora: c’è su Topo Gigio…
Sì, me l’ha data Lucio Corsi, poi sono un grande fan. Io e lui abbiamo un amico comune, una persona che sta lavorando con lui e che in passato aveva lavorato con la Dark Polo Gang.
Siamo arrivati all’ultimo giorno del Festival ed è tempo di bilanci: cosa ti porti dietro da questa esperienza?
Lazza e Geolier mi avevano detto che era abbastanza stressante. Mi porto dietro tanti ricordi e incontri con grandi artisti che mi hanno lasciato qualcosa di importante.