News18 gen 2021

Takagi & Ketra, appello in diretta a Vasco Rossi: “Vediamoci in studio!”

Su Radio Italia presentano “Venere e Marte” e svelano il “gioco dell’imitazione”

Dopo l’incredibile successo di “Karaoke”, firmato insieme ai Boomdabash e ad Alessandra Amoroso, Takagi & Ketra sono tornati con “Venere e Marte”, cantata questa volta da Marco Mengoni e Frah Quintale. In diretta su Radio Italia con la nostra Manola Moslehi, i due importanti producer presentano il nuovo brano, raccontano il “gioco dell’imitazione” con cui scelgono gli interpreti delle loro canzoni e svelano il loro sogno nel cassetto chiamato Vasco.
Com’è nata la “quadrangolazione” con Marco Mengoni e Frah Quintale?
Noi ci divertiamo sempre, quando scriviamo le canzoni, a immaginare chi possa farle ‘volare’ e ‘uccidere la traccia’. Mentre componevamo la melodia e le parole, il nome di Marco è uscito fuori in automatico. Avevamo voglia di fare qualcos’altro con lui, perché una delle migliori 5 voci d’Italia: l’opportunità di fare un brano con lui ci stuzzicava. Poi, abbiamo voluto ‘incasinare’ la situazione e aggiungere qualcuno che è bravo a scrivere e intrepretare canzoni d’amore. Secondo noi, Frah Quintale è tra quegli artisti che hanno lo stile che serviva alla canzone: l’ha sentita e gli è piaciuta.
Qual è il primo segreto di un buon producer? Che rapporto si deve instaurare con l’interprete della canzone che avete pensato?
Il segreto non c’è, abbiamo abbastanza ‘bravura’ a dare all’interprete giusto la canzone giusta. Già dalle prime note riusciamo a capire quale sarà l’ipotetico cantante. Per capirlo, facciamo anche il ‘gioco dell’imitazione’: mentre prepariamo la melodia, in qualche modo, proviamo a imitare chi la canterà. È un metodo che funziona: già da ‘Roma-Bangkok’, facendo un’imitazione orribile di Giusy Ferreri, abbiamo capito che lei era quella giusta.
C’è mai stato disaccordo tra voi e gli interpreti che scegliete?
Ci sono sempre dei disaccordi, ma noi siamo sempre aperti e disponibili ad ascoltare quello che ci dicono interpreti e autori. Alla fine, andiamo incontro a tutti.
Il video di “Venere e Marte” è una sorta di “La La Land”, in versione 2.0...
Ci sono diversi riferimenti nell’ambientazione, anche a ‘Spider Man’. Gli ‘YouNuts!’ Sono riusciti a mettere in scena ancora una volta una follia. Le cose che ci vengono in mente sono sempre molto strane e difficili da realizzare.
Sui social, quando il video è arrivato in prima serata, avete scritto: “Abbiamo iniziato da una cameretta e siamo finiti al Tg1”. Che effetto fa?
È un bell’effetto, soprattutto perché non ci aspettavamo niente di tutto ciò. Abbiamo iniziato a fare musica insieme per il semplice gusto di farlo. Essere arrivati lì, dopo anni di sacrifici e lavoro duro, è una bella soddisfazione che ci segna.
Per il sesto anno consecutivo, avete messo la firma sul brano che ha venduto di più in Italia. Nel 2020 è stato “Karaoke” con i Boomdabash e Alessandra Amoroso.
Questo è ancora più assurdo che finire al Tg1! Finire per 6 anni al primo posto della classifica, grazie anche a tutti gli interpreti di queste canzoni, ci sorprende ancora. Noi non ci aspettiamo tantissimo dai nostri brani: li facciamo come facevamo il primo tanti anni fa, alla nostra maniera e vedere il pop italiano in modo un po’ più internazionale.
C’è una sorta di ansia da prestazione quando create un brano?
L’ansia arriva dopo, non mentre lo crei, altrimenti sarebbe sbagliato: quando crei un brano, devi divertirti; quando è finito ed esce, invece, l’ansia c’è sempre. Ma non la viviamo male, alla fine sono canzoni.
Avete sempre mantenuto la spontaneità e la genuinità che avevate all’inizio...
Siamo molto bravi a mantenere il karma che avevamo all’inizio. È già una figata vivere facendo la musica. Vivere della musica che fai è doppiamente bello, anche perché sono periodi difficili per chi lavora nel mondo della musica e dello spettacolo.
In 6 anni, avete venduto 10 milioni di copie. C’è un artista che fino ad ora non ha lavorato con voi ma è il vostro sogno nel cassetto?
Ci piacerebbe ‘passare del tempo in studio’ con il signor Vasco Rossi. È un nostro sogno, ma non per forza ci dobbiamo fare una canzone: basta fare due chiacchiere e prendere una birra insieme. Dai, Vasco!
Voi siete molto amati non solo in Italia, ma anche in Messico e Spagna. Allargare i propri confini è la carta vincente per dare nuova linfa vitale ai vostri lavori?
Assolutamente sì, soprattutto confrontarsi con altri super-professionisti. Siamo stati in Colombia e Miami a scrivere con i produttori migliori. Questo ti permette di imparare sempre, è una scuola che non ha prezzo. Noi cerchiamo sempre di mantenere il ‘made in Italy’ anche nelle produzioni all’estero e questo ci sta premiando.