Il tuo nuovo album “Sono io” esce il 12 marzo
Ho cercato di mettere dentro il disco tutto me stesso, l'ho scritto durante i primi mesi 4 mesi di quarantena e lockdown, quelli più duri, quando dovevo stare fermo e da solo per forza. Il mio slogan nel testo è “Voleremo da fermi per stare meglio”. Racconto di quando ero piccolo e di quando ero bullizzato: ora sono un metro e 92 e non mi rompe le scatole nessuno. C'è il rapporto tra passato e presente, parlo di Roma e anche delle sue buche, sono molto affezionato alla mia città. È un viaggio interiore in cui parlo di me, è un progetto che ho fatto prima di tutto per me
Che significato ha per te il Festival di Sanremo?
Questo è il Festival della rinascita come dice Amadeus, senza dimenticare tutto il disagio che c'è adesso. È la settimana in cui di solito non esco, sto a casa e guardo Sanremo
Cosa pensi dell'assenza del pubblico in teatro?
Di solito ho bisogno del pubblico per uno scambio di energia. Ieri con i palloncini sulle sedie in platea al posto delle persone ho fatto sold out, comunque (ride, ndr). Ieri sera in realtà mi sono dimenticato dell'assenza degli spettatori, ero più preoccupato dell'esibizione e di non fare “lezioni di volo” dalle scale dell'Ariston
Quali generi ti hanno influenzato?
Ho ascoltato tanta musica black prima di passare a cantare dall'inglese all'italiano, a partire da artisti come Marvin Gaye
Come si sceglie il brano per Sanremo?
Appena ho scritto “Lezioni di canto” mi è venuto anche il pensiero “Quest'anno voglio andare a Sanremo”. È partito tutto da un pensiero positivo: Jovanotti mi ha scritto stanotte per farmi i complimenti. È importante arrivarci con le spalle grandi e con esperienze all'attivo, perché il palco di Sanremo “te se magna” come si dice a Roma, è tosta. Sono grato di essere arrivato a Sanremo Giovani con le spalle coperte, un passo alla volta