VOGLIONO SUONARE... TANTISSIMO04 feb 2022

Sanremo, Le Vibrazioni: "Vessicchio c'è. Blanco fenomeno, Iva Zanicchi spacca"

Nella serata cover cantano “Live and let Die” di Paul e Linda McCartney con Sophie and The Giants. La classifica, l'EP "VI", l'omaggio a Stefano D'Orazio e ai Pooh, i Måneskin: ecco la conferenza stampa dalla città dei fiori

Le Vibrazioni, dopo la canzone "Tantissimo", cantano “Live and let Die” di Paul e Linda McCartney con Sophie and The Giants nella quarta serata delle cover: "Beppe Vessicchio c'è ma finché non lo vedo non ci credo" dice Sarcina, che parla anche della figlia Yelaiah. La classifica, l'EP "VI" in uscita ad aprile con cinque brani, l'omaggio a Stefano D'Orazio e ai Pooh, i Måneskin: ecco la conferenza stampa dalla città dei fiori, al motto corale "Quanto desiderio c'è di suonare? Tantissimo!".
SANREMO 2022. "Il Festival è un bel frullatore, ma la situazione è quella che è", racconta il cantante Francesco Sarcina, "Riusciamo a mangiare almeno insieme, scardinando le regole che ci sono. Lo viviamo con leggiadro divertimento, abbiamo voglia di suonare. È strano anche essere l'unica band, diventa complicato darsi il suono da gruppo amalgamato con l'orchestra". Nella classifica generale ad ora sono 22esimi: "Siamo molto soddisfatti di essere terz'ultimi", ridono, "Sulla scia di Vasco Rossi e Zucchero, speriamo di fare lo stesso percorso. Non è il nostro primo Festival: a volte la classifica dice una cosa, ma poi la realtà va diversamente. Siamo veterani, vale comunque la pena: in una settimana fai il lavoro di un anno. Facciamo questa vita per suonare e fare concerti".
"A Sanremo ci piace Aka7even", svelano, "Ha voglia di cantare, lo fa bene e lo fa veramente senza autotune, che è un insulto alla vocalità. Blanco ha fatto cose incredibili e ora ha dimostrato di essere all'altezza, è un fenomeno veramente e con Mahmood sono veramente bravi. Iva Zanicchi ha spaccato, canta a cannone pur essendo della vecchia guardia"
SERATA COVER. In questa quarta sera del Festival, Le Vibrazioni suonano il brano “Live and let Die”, scritto da Paul e Linda McCartney, insieme a Sophie Scott, la leader dei Sophie and The Giants, band inglese nata nel 2015 a Sheffield che ha conquistato le classifiche italiane grazie al successo di "Hypnotized" bissato da "Right Now" e dall’ultimo “Golden Nights” con Benny Benassi e Dardust. "È un grande onore per noi suonare questo brano e potevamo farlo solo qui, perché l'arrangiamento prevede già un'orchestrazione completa, visto che siamo reduci dal tour con Vessicchio, la eseguiremo cercando di essere rispettosi dell'opera d'arte", spiega il gruppo milanese, "Questo è il brano con cui siamo conosciuti, lo ascoltavano i nostri genitori e lo sentivamo a casa, poi c'era la cover dei Guns N' Roses, li abbiamo visto entrambi live: quale modo migliore per omaggiare tutto questo?".
"Speriamo che il duetto con Sophie apra nuove collaborazioni e frontiere per noi, non esistono confini e barriere di genere davanti alla buona musica", spiega la band, "La canzone straniera apre a un ventaglio infinito, i nostri gusti finiscono sempre in Inghilterra dai Beatles ai Rolling Stones. Abbiamo scelto una canzone sacra e indiscussa., è meglio non stravolgerla: già solo facendola, la stai cambiando. Dopo 'Un'emozione da poco' due anni fa, oltre a Battisti e Mina, c'erano Lucio Dalla, Tenco, Le Orme, gli Area: c'era una lunga lista di canzoni possibili. Ci ha fatto piacere poter scegliere anche negli anni 60-70, da dove trae origine il nostro sound".
TANTISSIMO. Il brano in gara al Festival ha un messaggio preciso: "Le cicatrici si sono richiuse, perché per fortuna accadono tante cose belle che hanno importanza", racconta Sarcina, "La mente a volte mente e trova strade per mettere le sofferenze in un angolo e andare avanti, solo che poi con la complicità del periodo le sofferenze possono diventare demoni e bloccare tutto. Spero che questo brano sia un invito a fare i conti con se stessi e a saper chiedere aiuto, soprattutto come dimostrazione d'amore per se stessi. Sono al terzo figlio, mi è nata una bambina, sono contro la moda di mettere i figli sui social: i bimbi vanno tutelati, nel web c'è un mondo infimo e spesso dà voce ai leoni da tastiera. La band è la mia famiglia. Ho sempre scritto tutti i testi de Le Vibrazioni, il rischio è diventare ripetitivi, si va nella comfort zone, il confronto con altri diventa necessario. Nella pandemia abbiamo scritto tanto, con Roberto Casalino e altri amici autori abbiamo condiviso idee, così alla fine vengono fuori le canzoni. In questa musica 'mastica e sputa' c'è paura a fare un album intero, perché si skippa in continuazione: ad aprile facciamo uscire l'EP 'VI' con cinque brani".
STEFANO D'ORAZIO. "Quando il nostro batterista Alessandro Deidda ha voluto portare sul palco l'omaggio a Stefano D'Orazio con il volto sulla cassa, ne siamo stati contenti", continua Francesco, "Io e lui suoniamo insieme da trent'anni. Siamo qui a rappresentare le band del passato come i Pooh, ma anche quelle del presente e quelle giovanissime. D'Orazio è morto di Covid in un momento delirante e non se n'è parlato. I Pooh vanno rispettati perché hanno fatto tanto e bene in 50 anni, diventando una band super longeva. Era un batterista, teneva il tempo e il tempo si è rivelato un nemico perché l'ha portato via troppo presto".
IL ROCK E LE BAND. "Siamo un gruppo, siamo un team", affermano con forza, "Non c'è solo il centravanti che fa gol, ci sono anche i nostri tecnici, noi la viviamo da operai della musica anche per via del nostro passato, le maestranze della musica live sono state abbandonate dallo Stato in questi due anni, c'è troppa memoria corta. Siamo veterani ma non perdiamo l'emozione a ogni singolo concerto, fare musica vuol dire avere un certo tipo di sensibilità, viviamo per quello, è la nostra linfa vitale, l'ansiettina si incanala in energia pura, a Sanremo non fa in tempo a salire l'adrenalina che ti ritrovi a spaccare tutto dopo l'esibizione fuori dal palco".
Le Vibrazioni sono l'unico gruppo rock in gara a Sanremo 2022: "Il rock che ha vinto l'anno scorso e che speriamo apra nuovi canali non è stato valorizzato in Italia, perché i Måneskin hanno vinto e spaccato ma stanno avendo tanto interesse dall'estero e per questo dobbiamo dire grazie. Se si fosse aperto davvero un canale, oggi non saremmo l'unica rock band a Sanremo, ce ne sarebbero almeno altre due. Speriamo che torni voglia di condivisione e unione con altre persone, in sala prove, senza troppa tecnologia. Noi ci amiamo profondamente, ci sono momenti in cui ci si manda a quel Paese ma passano in fretta".