"FINISCIMI"07 feb 2024

Sangiovanni tra Sanremo e Privacy: "Ora certe cose le tengo solo per me”

L’1 marzo, uscirà il suo nuovo album: “In questo disco ho espresso ciò che ho voluto raccontare, non ciò che ho dovuto”

C’è anche Sangiovanni tra gli ospiti del pomeriggio al Fuori Sanremo ING di Radio Italia solomusicaitaliana. L’artista, in gara al Festival con “Finiscimi”, ha raccontato ai microfoni dei nostri conduttori Marco Falivelli e Giuditta Arecco com’è nato il suo prossimo album “Privacy”. “Voglio andare in studio solo quando ne sento la necessità”, ha commentato Sangiovanni: qui trovate il testo integrale dell’intervista.
Ieri sei stato il secondo a esibirti: meglio così?
Sì, meglio così. Ero discretamente affamato: non vedevo l’ora di mangiare qualcosa.
Sei stato a Sanremo in gara nel 2022 con “Farfalle”. L’anno scorso, sei salito sul palco dell’Ariston per accompagnare con Ariete durante la serata delle cover. Sanremo, ormai, è un po’ casa tua.
È sempre bello venire qua. Ovviamente essere in gara è un’altra cosa, si provano sensazioni diverse. Sono stato contento anche di essere ospite con un’amica come Ariete. Poi anche con Gianni Morandi è stato bello.
Diciamo che fai un po’ parte della squadra di Amadeus di Sanremo…
La squadra di Amadeus ormai è  il mercato musicale.
Com’è il tuo rapporto con lui? Vi fate degli scherzi, vero?
Con Amadeus è amore e odio. Ci vogliamo bene, ma ci facciamo un po’ di dispetti: io lo stuzzico sul calcio. Adesso che l’Inter è messa troppo bene, non mi conviene scherzare. È lui che ha il coltello dalla parte del manico. Dai, però, potrei tirargliela: “L’Inter ha già vinto lo scudetto…”.
“Finiscimi” è un brano molto vero. Ultimamente, hai detto che vuoi lavorare in studio solo quando senti l’esigenza di raccontare qualcosa di vero. È successo anche diversamente in passato?
È una vita molto frenetica: devi uscire in tempi molto stretti con tante cose. Se devo viverla così, preferisco non viverla. Voglio andare in studio solo quando ne sento la necessità.
Per un po’ di tempo eri sparito dai social, poi hai annunciato l’album “Privacy”, che uscirà l’1 marzo. Cos’è per te la privacy?
La privacy è qualcosa da preservare. In generale, certe cose sono da tenere per sé perché sono speciali. Ora che ho in mano la mia vita scelgo io come e quanto mostrare di me. In questo disco ho espresso ciò che ho voluto raccontare, non ciò che ho dovuto.
Tra l’altro ti sei appena tatuato la scritta “Privacy” sulla schiena…
Sì, dieci ore di tatuaggio: è bello perché ormai è diventato un meme e mi chiedono se è vero o finto. In realtà, è vero. 
A proposito di privacy, spesso viaggi e torni con nuova musica. I viaggi, per te, sono momenti di svago, privacy, creatività?
Andare in un Paese dove non ti conosce nessuno ti permette di essere te stesso, di sentirti libero. “Che io per essere me stesso / sia costretto a andare dove non mi riconoscono”, come canta Marracash (“Dubbi”). 
Sicuramente in Spagna non potresti andare: lì, infatti, sei conosciutissimo grazie a “Mariposas” con Aitana. Alla serata delle cover, canterete proprio le due versioni. Ci spieghi questa scelta?
È una scelta per ringraziare lei, che mi ha permesso di fare musica in un altro Paese e anche con una certa risonanza. Volevo dare a lei la stessa possibilità, nella migliore delle vetrine. In pochi credevano in “Farfalle”: Amadeus sì. Quindi penso sia giusto riportarla sul palco dell’Ariston. Tra l’altro canteremo a lingue invertite: io canterò in spagnolo, Aitana in italiano.