Hai messo insieme un capolavoro musicale. Solo l'idea di assemblare tante voci e tanti stili differenti avrebbe bloccato anche il più volenteroso degli artisti. Come hai fatto? “E' un progetto che stava dentro al mio cuore, avevo l'urgenza di comunicare la forza di raccogliere fondi per una malattia come la SLA. Ho fatto un disco simile 10 anni fa che si intitola “Ma quando dici amore” e c'ho tenuto a spingermi ancora più in là. Mi servivano tante voci che comunicassero la loro presenza e tutti gli artisti sono stati molto disponibili. Ovviamente un disco può aiutare la ricerca, ma deve anche comunicare la bellezza della musica".
E' stato difficile radunare tutti gli artisti? “Li ho chiamati tutti personalmente, uno per uno. Non c'è voluto molto, perché loro sono stati talmente bravi ed entusiasti che è stato facile. Vedere anche gli artisti più giovani, come Lorenzo Fragola o Emma, giocare sopra alle mie canzoni è stata una meraviglia, perché la musica deve anche essere libertà. E poi, oltre ai duetti, hanno cantato tutti insieme 'Una città per cantare' che non è una cosa banale: i veri artisti sono quelli che si mettono a disposizione. Di dischi oggi non se ne vendono molti purtroppo, ma in questo progetto sono coinvolti cantanti con una quantità incredibile di follower che ci aiuteranno tanto. Molte volte, vedendo il video di 'Una città per cantare', mi è tornato in mente 'Banana Republic' con Dalla e De Gregori. Trovo che i due progetti abbiano molti aspetti in comune”.
Daniela, una nostra ascoltatrice, ci scrive che suo figlio è affetto da una malattia rara e quello che fate la emoziona e non la fa sentire sola. “Ci sono ancora 1500 malattie che non hanno una cura e quindi c'è molto da lavorare. Noi che facciamo questo lavoro abbiamo una responsabilità enorme da prenderci: ridare alla gente quello che lei ci ha dato in termini di supporto e condivisione”.
Quindi dovrebbero essere proprio gli artisti a portare nella società dei valori nuovi? “Soprattutto in questo momento della storia in cui ognuno pensa a se stesso e al proprio giardino, è l'unione delle persone che manca e che ci renderebbe insuperabili”.
Oltre a tutti i cantanti che hanno duettato con te in questo disco, in questo progetto ci sono anche le voci di Lucio Dalla e Pino Daniele. “Mi è piaciuto inserire due persone che se ne sono andate a pochissima distanza. Ho voluto onorarle all'interno di un progetto che avrebbero sicuramente sposato”.
La canzone “L'amore guarisce il dolore”, che nell'album interpreti insieme a Giusy Ferreri, forse riassume in sé tutto quello che abbiamo detto fino ad ora. “E' sicuramente la canzone più vicina alla motivazione per cui si è fatto questo disco: l'amore può guarire il dolore”.
Oltre ad acquistare questo disco, cosa si può fare per sostenere il suo scopo benefico? “Sul sito dell'AISLA si può trovare tutta l'informativa per fare una donazione e sostenere la causa. Tutto il procedimento è assolutamente trasparente”.