La pellicola è un crudele racconto sociale su famiglia che si sta ricostituendo ma è fragile come un castello di carta. “Ho sentito l’esigenza di raccontare questa storia perché ero arrabbiato. Non sopporto questa regressione, non voglio vivere in un mondo dove, per esempio, non c’è più previdenza sociale e gli immigrati vengono trattati in questo modo. Si può dire che il mio film è un urlo, che vuole allarmare. Se si va avanti lungo un cammino individualista, che cosa ne sarà di noi?”, ha detto il regista Guédiguian a Manola Moslehi e Marco Maccarini.
Guédiguian e Anaïs Demoustier tornano insieme in concorso a Venezia due anni dopo La casa sul mare (La villa). Com’è il personaggio di Mathilda, interpretato dalla Domoustier? “E’ una giovane donna molto arrabbiata che vive in condizioni precarie. Il film racconta molto bene le realtà urbane che ora sono diventate estremamente aggressive”, ha raccontato l’attrice.