"MA NON TUTTA LA VITA"08 feb 2024

Ricchi e Poveri: le emozioni della loro tredicesima partecipazione a Sanremo

Angela Brambati e Angelo Sotgiu hanno anche proposto un rimedio contro la paura del palco: "Pensa alla persona a cui vuoi più bene e andrà tutto bene!"

I Ricchi e Poveri hanno commentato la loro tredicesima partecipazione al Festival di Sanremo ai microfoni di Mauro Marino e Manola Moslehi, presso il Fuori Sanremo ING. Angela Brambati e Angelo Sotgiu hanno ricordato i loro esordi e dato qualche consiglio ai giovani per affrontare al meglio il palco dell'Ariston. I Ricchi e Poveri hanno poi spiegato il significato di "Ma non tutta la vita", sottolineando l'importanza di agire e smettere di aspettare.

Angela e Angelo, complimenti per esservi rimessi in gioco!
Sì ci stiamo proprio divertendo! Mettersi in gioco non è poco. Poi arrivare con quel fiocco… Ci vuole coraggio! Siamo stati una sorpresa!

Sul palco di Sanremo abbiamo visto tanta energia, allegria...
È la nostra vita. Più passano gli anni e più l’energia spunta fuori, è la nostra passione.
Ieri sera siete stati co-conduttori
Sì ho fatto una gaffe! Abbiamo presentato Irama e invece di dargli i fiori li ho tenuti… Ero così contenta di salutarlo che mi sono dimenticata di darglieli!
La vostra canzone “Ma non tutta la vita” si presta molto ai social, soprattutto a TiTok
Sì, poi il titolo sembra negativo, ma in realtà non è così: tu ti devi mettere in gioco perché chi ti aspetta non ti aspetta per tutta la vita. Il brano è un incentivo per agire, per rivelare i tuoi sentimenti alla persona che ami. Noi aspettiamo che il mondo cambi, che finiscano le guerre, ma non possiamo aspettare per tutta la vita.
Questa canzone invita quindi a non rimandare le cose
Sì, se dovete dire a mamma e papà “Vi voglio bene”, fate la telefonata. E se non con le parole, dimostrate il vostro amore con l’affetto, i gesti gentili.
Questa è la vostra tredicesima partecipazione a Sanremo...
Sì sono tanti, ma anche pochi… Noi volevamo fare il duecentesimo!
Sono cambiate tante cose nella vostra vita, nella vostra carriera. Che ricordi avete?
Al primo Sanremo eravamo dei ragazzini: eravamo talmente pieni di vita, incoscienti, che non ci rendevamo conto dell’importanza del Festival. Poi con “Sarà perché ti amo” ci siamo presentati in tre. Ci sono state difficoltà e momenti particolari, ma la gente era in piedi e chiamava i nostri nomi singoli: lì abbiamo detto “È fatta!
Da veterani e colonna portante della musica italiana, avete un consiglio ai giovani alle prese con il loro primo Festival?
Divertitevi, fate quello che vi piace! E visto che non siamo stati uguali, per chi è più timido, se ti fai prendere dalla paura pensa alla persona a cui vuoi più bene, quella che ti ammira, ti stima e ti sostiene sempre e andrà tutto bene!