L'intervista a Radio Italia23 dic 2024

Pinguini Tattici Nucleari: dalla scelta dei brani di "Hello World" alla scaletta per il tour negli stadi

Il gruppo racconta il nuovo album "Hello World", che ha già conquistato tutte le classifiche. Il loro prossimo step saranno gli stadi di tutta Italia

A pochissime settimane dall’uscita del loro nuovo album, “Hello World”, i Pinguini Tattici Nucleari sono stati accolti da Mauro Marino e Manola Moslehi in un pienissimo isybank Music Place, dove hanno aperto le danze cantando per il pubblico il loro ultimo singolo, “Islanda”.
Vogliamo parlare di “Hello World”: voi avete detto che per ascoltare questo disco, bisogna “mettersi scomodi”. Ci spiegate il senso di questa presentazione inusuale?
Nel disco ci sono canzoni che non sono "scomode", ma che potrebbero far sentire scomodo qualcuno per i temi che trattano, che a volte sono poco usuali, attingono al mondo del cantautorato. Non ci sono solo canzoni d’amore, l'album contiene canzoni su temi diversi, come il lutto, il consenso, anche la violenza. Alla fine, tutti i brani parlano del mondo, che potremmo definire un posto scomodo. In “Hello World” ci sono anche tante citazioni: a Vasco Rossi, ad Alberto Fortis...questo ci è venuto naturale, perché effettivamente la cultura pop vive di citazioni. È sempre bello anche riuscire a essere "intergenerazionali" con queste citazioni, cercando di far conoscere elementi del passato alle nuove generazioni e riportare cose più attuali alle persone più grandi.
“Hello World”, nella settimana di debutto, si è preso il primo posto della classifica. Ci si abitua a quella emozione lì o è sempre una sorpresa?
Diciamo che non ci si abitua mai, ma perché in realtà primo, secondo e terzo posto contano fino a un certo punto. L’esperienza vera e bella del rilasciare un album sta nell' incontrare, parlare e confrontarsi con le persone, sia agli instore che in giro per strada, con chi ci ferma. Poi da questo confronto escono delle storie molto belle, alcune ci vengono anche lasciate su carta dai fan, che ci scrivono un sacco di lettere, alcune veramente assurde. A volte sono proprio queste storie a diventare materiale per le nostre canzoni. Insomma, non bisogna pensare più di tanto al numero uno, che è una cosa che un giorno c’è e magari quello dopo scompare, ma a questo contatto reale con le persone che ci ascoltano.
Qual è il significato di “Hello World”?
“Hello World” è l’output che viene fatto produrre dal computer dagli studenti di programmazione informatica. Per noi si tratta di una cosa simbolica, é la prima cosa con il quale solitamente ci si apre al mondo dell’informatica, ma anche al mondo “vero”.

Intervista ai Pinguini Tattici Nucleari (23/12/2024)

Abbiamo appena ascoltato “Giovani Wannabe” e tutto il pubblico ha cantato a squarciagola. Ogni canzone che rilasciate diventa un successo, viene cantata da tutti. Come ve lo spiegate?
È merito un po’ di tutti noi… poi ovvio, c’è una dose di fortuna, che è importantissima, ma diciamo che la fortuna bisogna saperla far funzionare.
Per svelare ai fan i titoli del nuovo album, gli avete fatto risolvere una serie di anagrammi sui social. Da chi è nata questa storia?
È nata da Riccardo (Zanotti), ma quella degli anagrammi e dell’enigmistica è una passione comune a tutti, facciamo tanti giochi enigmistici nel van, mentre siamo in tour. Quindi, è venuta naturale a Riccardo, ma è stata approvata da tutti. La cosa bella è che tra i fan si sono creati dei gruppi di lavoro per trovare le soluzioni: a volte, però, uno lavorava per tutti e gli altri si limitavano a concordare nei commenti, un po’ come succede a scuola...
15 canzoni per un album di inediti sono molte, soprattutto per gli standard della musica di oggi. Vi ricordate da quante siete partiti? Chi prende le decisioni finali su cosa mettere e cosa tagliare?
Erano molte di più in fase di lavorazione: Riccardo (Zanotti) è molto prolifico nel creare canzoni e tendenzialmente poi il resto del gruppo le "infiocchetta". Per quanto riguarda “Hello World” abbiamo elaborato un metodo quasi scientifico per selezionare le canzoni da inserire nell’album. Abbiamo preso come campione un gruppo di persone a noi care: alcune sono nostri fan, ma abbiamo anche amici che non ci ascoltano. Alla fine ci siamo ritrovati con le idee diverse di poco meno di un centinaio di persone, e abbiamo ascoltato i loro consigli. Chiaramente, a tutto ciò abbiamo messo davanti le nostre scelte come gruppo. Con tutte queste canzoni ormai sta diventando difficile anche pensare alle scalette dei prossimi concerti, ma stiamo già sondando il terreno con i fan grazie all’interazione che abbiamo con loro sui social: spesso, nei messaggi tra noi e loro, si crea un confronto sulle nostre canzoni, scopriamo quali sono le loro preferite. Ascoltando anche i loro consigli, stiamo cercando di creare la “scaletta perfetta”...forse non perfetta, ma perlomeno buona.
Nel vostro album ci sono anche tante canzoni che fanno riflettere. Come nascono queste canzoni?
Diciamo che non nascono per far riflettere, ma nascono spesso naturalmente davanti a un pianoforte o alla chitarra. L'idea è che un album deve riuscire anche andare un po’ oltre la superficialità e raccontare anche la vita vera. Per esempio, “Migliore” parla di un tema importante, quello del femminicidio: la canzone è nata da un’urgenza dopo aver visto una notizia al telegiornale, non è stata pensata strategicamente. Soprattutto per quanto riguarda questo tema delicato, abbiamo pensato: “Siamo 6 uomini, ed è giusto che gli uomini ne parlino”.
Come al solito, per ogni vostro album, c’è un’attenzione spasmodica ai testi. Nella costruzione delle canzoni dei Pinguini, vengono sempre prima le parole della melodia o capita anche il contrario?
È sempre affascinante questa domanda: in realtà, nella testa di ciascuno di noi esiste una musica dietro a ogni parola, come se ogni parola venga cantata con una melodia ben precisa. Poi, qualcuno è più portato per tirarla fuori...ognuno, se si immagina il mondo, ha una musica in testa: bisogna solo scavare per farla uscire.
Quest’estate sarete in tour negli stadi...
È il secondo giro che facciamo negli stadi quello di questa estate: diciamo che non lo realizzi mai veramente, è sempre un po’ come se fosse la prima volta a livello di emozione. La sensazione più bella è quella di sentire un pubblico così grande condividere con te quello che hai creato negli anni, quasi come se fosse una celebrazione.
C’è una canzone di questo disco che si intitola “Burnout” ed è una cosa che coinvolge diversi artisti alle prese col successo. Vi è mai capitato? Come si contrasta il burnout?
Non sappiamo se clinicamente potremmo definirlo “burnout”, ma tante volte ci siamo persi di spirito: ci sono tante cose da fare quando si fa musica, che non è sempre facile fare, ma la medicina migliore che ha aiutato noi 6 ad andare sempre avanti è stato esserci l’uno per l’altro, sostenerci a vicenda. Effettivamente il nostro brano, “Burnout”, parla in prima persona della nostra esperienza come musicisti e del mondo dello spettacolo, ma vuole essere il simbolo di una condizione generale dei tempi moderni, dove si deve fare sempre tutto perfetto e veloce... noi non pensiamo che debba essere così, quindi questa canzone è per noi e per tutti quelli che si sentono “schiacciati” dal lavoro.
Nel video di “Islanda” ci sono tante scene girate con i telefonini...
Siamo stati in Islanda nel periodo precedente al nostro primo tour negli stadi, per cercare di stemperare un po’ l’ansia. Molti dei video che si vedono sono stati fatti proprio da noi nel corso del viaggio e sono molto autobiografici. L’Islanda è un luogo meraviglioso, noi siamo andati a Marzo, che non è alta stagione per l’Islanda. Potevamo percorrere chilometri senza incontrare nessuno, e questo ci ha permesso di stare tanto con noi stessi.
Siete alfieri di Bergamo che, a quanto pare, stando alle ultime classifiche, è la città dove si vive meglio in Italia. Come ci commentate questa notizia?
Bergamo è da sempre una città fantastica, c’è uno spirito che accomuna tutti i bergamaschi... Noi veniamo proprio dalla provincia di Bergamo, ci viviamo ancora e siamo contentissimi di vivere lì. Insomma, dopo “sognavi di andare in Islanda”, ora faremo anche “E sognavi di andare a... Bergamo Alta”
Grazie ragazzi, ci vediamo negli stadi!