News19 nov 2019

Per Mina e Fossati, il Conservatorio di Milano diventa una silent arena

L’ascolto in anteprima, il racconto di Ivano Fossati e Massimiliano Pani

Per le canzoni di Mina Fossati, che esce il 22 novembre 2019, il Conservatorio di Milano diventa una silent arena con cuffie senza fili: Ivano Fossati e Mina Mazzini, oggi per la prima volta insieme in un intero album, firmano 11 brani da Tex-Mex a Luna Diamante, già scelto da Ozpetek, e coinvolgono i figli Claudio Fossati e Massimiliano Pani. “Solo Mina poteva riportarmi in studio”, svela Ivano; “Se dici no a lei, chiedo il divorzio!'”: così sua moglie lo ha convinto definitivamente a fare questo disco a 8 anni dal ritiro.
Ecco il video della serata e le parole di Ivano.
IVANO FOSSATI. Al Conservatorio, ieri sera nell'ambito della Milano Music Week, il co-protagonista del progetto viene accolto con grandi applausi: 8 anni fa ha annunciato il ritiro dall'attività discografica e live e si è dedicato alla scrittura per altri. “In questi anni volevo solo l’ozio”, spiega Fossati intervistato da Massimo Bernardini, “Mi sono staccato dal mio lavoro, anche per godermi la mia famiglia. L’unica persona che poteva riportarmi in studio d’incisione era Mina, una gioia che non mi sarei mai negato, ma l’intenzione non cambia: per 42 anni ho seguito la routine disco-intervista, poi ho detto basta. Dovevamo fare questo disco nel 1997: c’eravamo accordati per farlo; ho scoperto 2 anni fa che Mina ci pensava ancora. In generale non ci siamo frequentati molto ma c’è una grandissima stima. La sua richiesta mi ha spiazzato, proprio perché avevo deciso di ritirarmi. Ne ho parlato a mia moglie che mi ha detto: 'Se dici di no a Mina, chiedo il divorzio'. Mina è una grande musicista, non solo una grandissima cantante: lei non progetta, semplicemente pensa, c’è sempre dietro il pensiero, come fanno i grandi jazzisti. Quando hai per contraltare un’interpretazione con una tale espressività, fai il tuo meglio: quando sentivo la sua voce nei nostri brani, volevo ricantarli per migliorarmi. È una persona adorabile e spiazzante: ci fidiamo molto l’uno dell’altra. È difficile farle un complimento perché minimizza”.
Come sono nate le canzoni di Mina Fossati? “Sono tornate a rifluire le idee che prima sentivo un po’ venire meno”, afferma Ivano, “Non avrei mai scritto 11 brani senza Mina: è un disco sul presente, la cosa più preziosa che abbiamo. Ci abbiamo lavorato per 2 anni: Mina non ama il passato, non ne parla mai, è una valanga di idee per il futuro, così lei mi ha aiutato a scrivere. Abbiamo messo da parte solo un brano perché aveva un sapore dolciastro, non ci convinceva fino in fondo. Mina non canta qualsiasi cosa: ascoltava i provini come uno scanner, con tutti i particolari, mentre io prendevo appunti. È attentissima, presente e concreta”. Ivano Fossati è da sempre un maestro nel raccontare i sentimenti: “Sono stato chiamato in causa molte volte sull'amore come se ci capissi qualcosa, come se fossi un esperto. Io so solo una cosa: riesco a scrivere certe cose perché nella mia vita ho sempre ascoltato le donne sul serio, tutte, anche le amiche di mia mamma, e ci ho parlato tanto. Lo facevo da ragazzo e lo faccio ancora adesso
MASSIMILIANO PANI. Il figlio di Mina, produttore del progetto, ha curato la “regia sonora”, gli arrangiamenti e i cori di questo disco elettro-acustico: “Oggi non esiste un album così”, dichiara Pani, “Fa da riferimento per i ragazzi che vogliono scrivere o cantare adesso. Mina ha provocato Ivano, che alla fine si è incuriosito e ha iniziato a inviarmi i provini di una canzone dopo l’altra. Chi scrive così oggi? Fossati è un gigante: sono un suo fan, anzi un suo sorcino, comprai il suo album La casa del Serpente del 1977 con la paghetta. Lui e mia madre hanno due timbri bellissimi, cantano in modo simile, per loro conta l’emozione. Mina non prova mai: arriva in studio e sa già se un brano va cantato con voce piena o con un filo, mi sorprende sempre”. Tra i musicisti che hanno suonato il disco figurano al basso elettrico Faso (Elio e le storie tese), al pianoforte, fender e Hammond Danilo Rea, alle percussioni Claudio Fossati (ad esempio ne L'uomo perfetto); Celso Valli ha orchestrato e arrangiato gli archi di due pezzi, L'infinito di stelle e Luna Diamante.