News11 feb 2017

Paola Turci, Fatti bella per te: “Parla di me, la canto a me stessa”

La collaborazione con Enzo Avitabile nel nuovo album “Il secondo cuore”

Si è “fatta bella per se stessa” e questa sera sarà tra sedici Big che si contenderanno la vittoria della 67esima edizione del Festival di Sanremo. Intanto Paola Turci è passata negli studi del Fuori Sanremo by Lancome per un’intervista in diretta su Radio Italia con Fiorella Felisatti.
È una settimana pazzesca per voi artisti, ma ora c’è la gioia di salire sul palco questa sera per la finale...
La stanchezza non si sente; è vero che marciamo molto e dormiamo pochissimo, io questa notte avrò dormito quattro ore, che non è esattamente nei miei standard. È l’adrenalina che ci tiene su, poi mi fa piacere leggere i commenti, ricevere telefonate e incontrare gente per strada che mi vuole salutare”.
Con “Fatti bella per te” lanci un messaggio molto importante, stai ricevendo riscontri dalle donne?
Le canzoni contengono sempre un messaggio per chi lo vuole ricevere. Questa canzone è un inno alla donna che si libera dai condizionamenti e dalle paure di essere giudicata dagli altri. Si guarda allo specchio e decide di giudicare se stessa, facendolo però con benevolenza, con affetto. Quando ti fai bella per te stessa hai vinto. Questa canzone parla di me, la canto a me stessa, è un inno a me. Io sono arrivata a questo punto dopo anni di insicurezze e di paure. Ovviamente non è tutto perfetto, qualche insicurezza la conservi, perché fa parte della natura umana, però oggi sentire come mi vedo e mi sento ha un valore per me rispetto allo critica superficiale e spicciola di qualcuno”.
Sei tornata su quel palco. Cosa hai ritrovato?
L’unica insidia che ho ritrovato sul palco sono state le fessure per terra, dentro una scacchiera, che ti accompagnano verso i microfoni. Io ho dei tacchi a spillo e quindi ogni volta devo fare molta attenzione. Al teatro Ariston ho trovato un pubblico molto partecipe. Mi ricordo in passato certe prime file distratte, mentre quest’anno c’è molta attenzione”.
Tu guardi il pubblico quando ti esibisci?
Quando sono sul palco dell’Ariston lo guardo poco perché distrae. Hai a disposizione tre minuti e ogni secondo pensi a quello che sta accadendo, la concentrazione è massima. Durante i miei concerti, invece, guardo sempre il pubblico”.
Tu cosa ne pensi di questo Festival? Io non sono d’accordo con il meccanismo della gara…
Nessuno di noi è d’accordo. È una crudeltà, si poteva fare come gli anni passati in cui tutti si esibiscono ma è chiaro che oggi la gente ‘vuole il sangue’. Mi dispiace che sei artisti rinuncino a cantare la loro canzone ancora una volta su quel palco, ma queste sono le regole”.
Parliamo del tuo nuovo album, “Il secondo cuore”…
Esce il 31 marzo. È il titolo di una canzone il cui testo è stato scritto da Enzo Avitabile, uno dei massimi rappresentati della poesia fatta musica. Ho ascoltato un suo disco, gli ho fatto sapere che mi era piaciuto con un messaggio, lui mi ha contattata e da lì è nata la collaborazione. Il testo si chiama ‘Nel mio secondo cuore’. L’album è per me un secondo cuore, è un luogo altro, della bellezza, dell’inconscio, della creatività”.
Era in vendita anche un 45 giri, è un ritorno al passato. Il lato A contiene il brano sanremese, mentre il lato B la cover di “Un’emozione da poco” di Anna Oxa...
Era un’edizione limitata ma speriamo che la casa discografica la rifaccia. Il vinile, grazie a Dio, è tornato ma il 45 giri è proprio un bel pezzo da collezionisti”.
Hai annunciato due anteprime live: 9 maggio a Roma e il 22 a Milano…
Sì, poi ci sarà qualche concerto in estate e mi preparerò a tornare il tournée nei teatri a settembre”.
E il tuo monologo teatrale?
Non riesco a metterlo in scena adesso ma non l’ho abbandonato. Appena troviamo i giusti equilibri, anche monologo verrà rimesso in scena”.
Parliamo del tuo libro “Mi amerò lo stesso”.
È un’autobiografia, tutto questo discorso sull’accettazione di se stessi è iniziato da lì. Il libro non è stato un divertissement, ma è nato dalla necessità di smascherarmi, di confessare le mie debolezze. L’ho scritto augurandomi di volermi bene lo stesso e un po’ ci sono riuscita, mi sento liberata dalle mie cicatrici. Da lì è nato il monologo e, poi, questa canzone”.