Dai primi istanti, si capisce facilmente che Laura Pausini ha messo su un altro show di proporzioni gigantesche: un palco ampissimo, pensato per accogliere band (compreso il marito Paolo Carta) e ballerini, scenografia e luci curate in ogni minimo dettaglio e una passerella su cui non mancano quelle “strisce pedonali” già iconiche dell’ultimo capitolo della carriera di Laura. Sono infatti il simbolo, presente anche in copertina, dell’ultimo album “Anime Parallele”, le cui canzoni danno il via a un'altra serata da incorniciare.
Al centro, c'è proprio la musica, con una scaletta esplosiva che trasporta tra passato e presente Laura, ma soprattutto chi continua ad ascoltarla da oltre 30 anni: “Cantando con me alcune canzoni, vi verranno in mente persone e momenti. Forse stasera troverete alcune cose che non condividete, ma penso che sia bellissimo così”, è uno dei tanti messaggi di inclusione e di uguaglianza che Laura Pausini lancia dal palco, invocando anche la pace.
Alcuni brani diventano semplicemente la colonna sonora della vita dell’artista, quando decide di condividere degli aneddoti più intimi, come quello datato 2010. “Avevo bisogno di prendermi una pausa. Volevo diventare mamma e non riuscivo, chiedevo a Dio perché, mi sentivo persa”, racconta Laura Pausini prima di intonare “Celeste” al pianoforte. “Questa canzone è diventata un dialogo ipotetico con il figlio che desideravo. La dedico a tutte le persone che vogliono diventare genitori. Ogni sera la cantavo e speravo, speravo… fino a quando non sono rimasta incinta”.
Il Forum si commuove subito, nel primo vero momento in cui la cantante parla del suo passato, intonando subito dopo “Il nostro amore quotidiano” per la figlia Paola e “Davanti a noi” per il marito Paolo. Non si smette di piangere, guardando sui maxi-schermi le immagini dell’amore tra Laura e il suo chitarrista. “Il nostro amore non aveva bisogno di un documento per essere vero. Un giorno, però, Paola è venuta e mi ha chiesto perché non fossi sposata con papà. Le abbiamo spiegato che in quel momento, nel nostro Paese, non tutte le persone che si amavano si potevano sposare: ‘Io e papà ci amiamo lo stesso, e non firmiamo’, le ho detto. Quando quel documento è diventato libero per tutti, abbiamo firmato”. Così, è stata Laura a inginocchiarsi e a chiedere al suo Paolo di sposarlo: ecco il video.
D’altronde, le prime lacrime erano già arrivate subito dopo pochi brani, quando, notando uno dei tanti cartelloni alzati nel palazzetto, Laura Pausini ha concesso con dolcezza a una piccolissima fan di salire sul palco con lei. O poco dopo, quando ha fatto salire i due bimbi di un suo musicista. O ancora dopo ancora, quando ha “tirato su” altre due fan solo perché… le avevano scritto tramite i social di voler provare l’emozione di scendere dal palco attraverso l’ascensore, quella con cui Laura gioca durante la serata per scomparire e riapparire, e spesso cambiare abito di scena.
Ma potremmo andare avanti all’infinito a elencare ogni gesto di attenzione di Laura verso il suo pubblico: “Preferisco cantare d'inverno, questa è la mia situazione ideale, perché vedo da vicino le persone”, spiega infatti. E, dalla prima fila della platea al posto più in alto nel palazzetto, il pubblico le fa sentire tutto l’affetto, cantando e ballando con lei qualunque pezzo, dall’ultimo singolo “Ciao”, passando per successi come “Resta in ascolto”, “Benvenuto”, “Vivimi”, “Tra te e il mare”, fino al bis di “Durare”, presentato anche in portoghese insieme all’amico Tiago Iorc: Laura lo ha scoperto grazie alla sua amica brasiliana, gli ha scritto tramite i social e ora l’ha portato al suo fianco, per la prima volta in Italia.
C’è solo un momento in cui la stessa Laura non riesce a trattenere l’emozione, quando canta “Io sì (Seen)” dopo i messaggi alcune donne vittime di violenza. La cantante, vestita appositamente di rosso, ci tiene a spendere qualche parola: “Per quanto dare l’ergastolo a un uomo che ha ucciso una donna non riporti indietro la donna, è comunque un segno importante. Non si può lasciare a casa un essere umano che essere umano non è. Tante donne scrivono a me, mi raccontano dettagli che mi lasciano senza parole. Per 5 anni, ogni volta che veniva violentata, una ragazza di Torino telefonava a me. Ho chiamato sempre la polizia e, a un certo punto, mi hanno chiesto di smettere di chiamare. Ho fatto di tutto per aiutarla, per fortuna lei è viva e ha raccontato questa storia in un libro”. Quindi, ha ribadito l’importanza del gesto internazionale anti-violenza: “La cosa che dovete ricordare di più di questa sera non è nessuna mia canzone, abito o ballerino, ma questo gesto. È difficile aiutare una persona che subisce una violenza, ma stare fermi è peggio. Non abbiate paura”. L’applauso, lunghissimo, dà il tempo a Laura (e non solo) di riprendersi, prima di un finale senza sosta.
Nemmeno una caduta dagli scalini del palco, durante “Zero”, ferma l’artista, che non può che andare a ritroso e chiudere con i due successi che l’hanno consacrata a Sanremo: “Strani amori” e l’intramontabile “La Solitudine”, lì dove tutto è partito. Ed è la voce di Pippo Baudo, il primo a incoronarla Regina nel 1993, a dare il via a un filmato che in pochi minuti condensa una lista interminabile di trionfi, tour, eventi benefici e omaggi da parte di altri artisti.
Il suo è solo un arrivederci. Innanzitutto perché il tour prosegue, in Italia e in Europa, fino alla fine dell'anno. Ma anche perché non è passata inosservata una promessa: “In queste 6 serate a Milano, abbiamo fatto più spettatori di un San Siro. Ma l’ho già detto al mio fan club: San Siro lo rifaremo!”. Intanto domani sera, 30 novembre, tocca a Torino.