L'INTERVISTA07 nov 2023

Negramaro: "Il palco è la nostra dimensione"

La band, che si definisce in continua evoluzione, tiene un occhio rivolto verso le emozioni del passato e uno puntato verso il futuro: "Fino al giorno nuovo" in collaborazione con Fabri Fibra è solo un'anticipazione del loro prossimo album

I Negramaro sono stati ospiti a Radio Italia solomusicaitaliana nell’isybank Musica Place per raccontare il loro intensissimo 2023. Per la band, quest’anno è stato ricco di concerti e collaborazioni, alcune delle quali raccolte nel docufilmNegramaro Back Home. Ora so restare”: l’opera, diretta da Giorgio Testi, mostra il concerto della band a Galatina e celebra i suoi primi 20 anni di carriera. Radio Italia solomusicaitaliana è stata radio ufficiale di questo concerto-evento e del "N20 Tour", con cui i Negramaro hanno portato la propria musica in tutta Italia.

I Negramaro, inoltre, a distanza di 6 anni dall’ultima volta, torneranno a calcare i palchi di due stadi: il 15 giugno 2024 saranno allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, mentre il 22 giugno 2024 suoneranno a San Siro a Milano.

Questo 2023 è stato pazzesco, immagino anche impegnativo da celebrare…
Sì! Ci sta sembrando lunghissimo. Dovremmo fare dei festeggiamenti ogni anno, per qualche motivo, così da far sembrare ogni anno lungo e pieno di cose bellissime, che accadono e che accadranno. Ufficialmente abbiamo iniziato a giugno a festeggiare con un tour eccezionale, fatto di tante tappe in luoghi diversi, di diversa estrazione. Poi il concerto di Galatina, con tanti amici live, è stato immortalato nel docufilm.

Insomma siete stati circondati dall’affetto dei vostri amici
Sì c’erano tantissimi artisti di cui noi stessi siamo fan a nostra volta; è stata un’emozione incredibile riascoltare le nostre canzoni dalla bocca degli altri, come Ariete, Fiorella Mannoia... Un’emozione incredibile perché ognuno aveva la propria e perfetta canzone dei Negramaro. Samuele Bersani ha cantato “Contatto” e ha detto “Sembra una canzone mia!”, infatti abbiamo sempre immaginato questa canzone cantata da lui.

A proposito di amici in musica: “Diamanti” è appena diventato disco di Platino!
Sì grazie Lorenzo, grazie Elisa e grazie a tutti voi!

Credo siate tra le band con il suono più riconoscibile: come ci siete arrivati? L’avete deciso a tavolino?
Sì ogni giorno ci sediamo a tavolino a colazione e ne parliamo! 200 grammi di chitarre, 100 di suono… (ridono). La cosa più bella che sia successa è che noi siamo qui da 20 anni grazie a chi ci segue. Per noi non è mai stata solo questione di estetica, ma abbiamo lavorato sul contenuto. Fosse rimasto a “Mentre tutto scorre” non saremmo qui a parlare dei Negramaro: c’è stata un’evoluzione che ci piace, siamo andati oltre le apparenze. L’unica cosa che non cambia sono gli addendi: ci uniamo, ma il risultato cambia. Un po’ una proprietà commutativa al contrario. Credo inoltre che dopo il docufilm, diffuso in più di 220 sale e per cui mi viene solo da dire grazie, ci sentiamo in dovere di affrontare un’evoluzione. “Fino al giorno nuovo” con Fabri Fibra, per esempio, è un’ulteriore evoluzione, è già qualcosa che saremo ed è già un’anticipazione di quello che sarà il prossimo disco dei Negramaro!

Parliamo di “Negramaro Back Home. Ora so restare” che racconta l’evento a Galatina. Niccolò Fabi l’ha definito “I Negramaro sono il sogno che volevamo realizzare un po’ tutti da giovani”
Cioè capisci la responsabilità? Ognuno ha detto cose fantastiche. Non aspettatevi di vederci ricoprire ruoli da cinema, è un film un po’ all’americana, con amici e colleghi. Noi ogni volta lo rivediamo e ci emozioniamo. Si è creata una magia irripetibile. Grazie perché ci siete sempre!

Il docufilm è stato presentato al Festival del Cinema di Roma, quindi avete avuto modo di guardarlo insieme al pubblico, avete visto l’accoglienza a caldo.
È stato pazzesco! A un certo punto non capivamo più se fossimo sul palco o se fossimo chi lo vedeva: è stato il modo più vicino all’essere spettatori di noi stessi, è stato bellissimo far parte del pubblico. Poi sul palco sentiamo sempre le emozioni provate dal pubblico. Nel docufilm colpiscono le riprese del palco e degli ospiti, ma le inquadrature sulla marea di gente sono state il valore aggiunto che ha potuto consacrare l’opera.

Un ragazzo del pubblico vi ha appena mostrato un cd che contiene la vostra prima demo, con una copertina fotocopiata dallo stesso Giuliano Sangiorgi. A proposito di prime volte, vi ricordate la vostra prima canzone?
Stava proprio lì in quel cd del 2001: si tratta di “Es-senza”. Ai tempi scrivevo, suonavo la chitarra elettrica e non volevo cantare. Andro mi assunse al piano bar e mi disse “Sai devi cantare con me alla Festa delle Donne, l’8 marzo”. Io però non volevo cantare. Abbiamo fatto un piano bar assurdo: lui suonava di tutto e non eravamo pagati, ci davano solo la possibilità di mangiare la pizza, che era buonissima.

Vi ricordate il vostro primo live? Anche a bassissimo budget
Ai tempi guadagnavamo 10 e spendevamo 20. Una volta ci hanno detto “Ragazzi, stasera non vi paghiamo”: non ci ricordiamo il budget, ma ci avevano tolto quello che avevamo guadagnato perché avevamo bevuto un sacco di birre.

E il primo stadio?
San Siro! Indimenticabile e ci torniamo quest’anno. Stavolta invertiamo il flusso e facciamo da Sud a Nord: prima suoneremo allo stadio “San” Diego Armando Maradona. Lo chiamo così perché per me è santo.

Per lanciare questo appuntamento a Napoli avete subito pensato a un omaggio a Pino Daniele
Era un nostro sogno suonare a Napoli perché è una città stupenda e la sintesi tra città del sud con la sua bellezza e città del nord con la sua bellezza. Riguardo a Pino, quando abbiamo suonato a Caserta, ci ha fatto un regalo incredibile. Gli ho poi scritto una canzona prima che se ne andasse, quindi abbiamo voluto celebrare il nostro primo concerto a Napoli con un omaggio a chi ci ha fatto amare la città. Per l’occasione saremo insieme alla Fondazione Pino Daniele, che sta facendo un lavoro incredibile, e faremo in modo che alcuni ragazzi selezionati si esibiscano prima di noi negli stadi: è la proiezione di ciò che avrebbe voluto Pino Daniele.

E la prima volta a San Siro?
La prima volta a San Siro è stata incredibile e ho l’immagine di Ermanno che butta fuori l’aria prima di salire sul palco: quello è l’istante in cui ho detto “Non ho più paura, qui c’è gente che si vuole divertire”. È un momento che ricorderò per sempre. Il palco è la nostra dimensione.

Intervista ai Negramaro (07/11/2023)