L’INTERVISTA09 feb 2023

Modà: “Nella nostra band siamo più che fratelli”

La band, in gara al Festival con “Lasciami”, ha raccontato l’emozione del grande ritorno a Sanremo a 10 anni dall'ultima apparizione all'Ariston

I Modà, ospiti al Fuori Sanremo Intesa Sanpaolo, hanno parlato della grande emozione per il loro ritorno al Festival di Sanremo con “Lasciami”. La band, che nella serata delle cover (10 febbraio) si esibirà insieme alle Vibrazioni, ha raccontato degli ultimi anni lontani dai riflettori e dei prossimi appuntamenti dal vivo in programma nel 2023.

Come state ragazzi?

Sicuramente meglio di ieri a quest’ora. Ci siamo tolti un peso: tutte le attese logorano del resto, ed erano mesi che aspettavamo di suonare a Sanremo.

Come è stato respirare di nuovo l’aria dell’Ariston? Si è visto che è stato un ritorno molto sentito.

Ero molto agitato ieri sera. Tutti mi guardavano e si chiedevano se ce l’avrei fatta. Ero molto agitato. Mi sono portato mamma e papà a Sanremo per sentire il loro calore e anche i cagnolini. Mio padre me lo sono portato in camerino e mi ha dato il coraggio per salire sul palco. Una volta salito sul palcoscenico, mi sono quasi rilassato ed è andata davvero bene. Sono veramente soddisfatto della nostra esibizione perché penso che la canzone sia arrivata come volevamo.

La canzone è arrivata e anche il suo messaggio. Il ruolo della band, che crea un fortino, con cui ci si sposta tra registrazioni e tour come un gruppo unico dà una grande sicurezza, come una sorta di famiglia. Siete d’accordo?

Una band non prescinde solo dalla musica, ma anche da altre cose. Li ringrazio, perché negli ultimi tre anni mi hanno aspettato. Ci vogliamo bene da tantissimi anni, nei momenti di difficoltà c’è il dovere di fare vedere che siamo più di fratelli.

Cambiano gli staff e le collaborazioni, però la forza della band rimane...

Spesso mi hanno chiesto di fare il solista, ma non potrei farcela. Ho bisogno di loro. Se non avessi dei protagonisti dietro per realizzare le canzoni sarebbe tutto più difficile. Ho bisogno di visione e di imparare. Ho bisogno di questa famiglia, di queste persone in cui ripongo tantissima fiducia. Anche noi musicisti abbiamo bisogno di una bussola e di un capitano.

Il video della canzone è pieno di tenerezza e mi ha ricordato la frase delle Vibrazioni in “Vieni da me”: “Abbracciami e fammi sentire che Sono solo mie piccole paure”. Centra qualcosa?

È in linea con il testo della canzone e fa parte del percorso di recupero dalla depressione. La ragazza nel video della canzone è la depressione, vestita di nero. Ma se si inizia a guardare i bicchieri mezzi pieni le condizioni migliorano. Il video parla di un rapporto di odio e amore con la depressione, perché distrugge la vita. Ma grazie alle cure, si vive meglio e c’è quasi paura che lei se ne vada per non sentirsi soli.

Le esperienze più difficili ci parlano tanto di noi stesso e ci svelano lati che prima non conoscevamo di noi, quindi per questo ci teniamo molto. Com’è nata l’idea dei concerti con l’orchestra sinfonica?

Tra l’altro, dieci anni fa abbiamo un concerto in diretta su Radio Italia all’Arena di Verona. Sarà un grande abbraccio. Abbiamo pensato di arrangiare i brani in una maniera nuova.

Levante, Mr. Rain e voi: tutti voi parlate a Sanremo di temi molto simili. È importante che arrivi questo messaggio. Cambiando discorso, secondo voi, dove sono finite le band?

La vera domanda è dov’è finita la musica suonata, più che altro. Nei primi anni 2000 le band raggiungevano il grande successo. E noi le abbiamo prese a modello. Oggi la musica suonata è davvero pochissima e allora abbiamo deciso di chiamare le Vibrazioni per la serata delle cover. Io e Sarcina siamo in contatto diretto e non vediamo l’ora: saremo in nove sul palco a suonare tutti insieme. Abbiamo capito che la rivalità tra band non serve a niente. Poi ci hanno fregato i rapper, che si dissano tra loro e poi collaborano. Adesso noi delle band dobbiamo recuperare le occasioni perse.

In scaletta avete già un’idea di quando suonerete domani?

Speriamo non più tardi della metà, se no c’è il rischio di non sentire la sveglia.