News28 gen 2021

Michele Bravi: il nuovo album nasce da 4 libri e anche grazie a 6 persone

'Questa voce non ha cantato per tanto tempo, ora è tornata a parlare'

“La Geografia del Buio” è il nuovo album di Michele Bravi: 10 canzoni - “Mantieni il bacio” spopola su YouTube - che il cantante racconta in un'intervista-concerto con la stampa su Zoom. Parla anche dell'ex fidanzato, della terapia, dei libri che l'hanno ispirato e delle persone a cui è grato, da Fedez e Chiara Ferragni a Fiorello e Maria De Filippi, fino a Chiara Galiazzo: la sua voce accompagna Michele in alcuni punti del disco, tutto registrato nel salotto di casa del produttore Francesco “Katoo” Catitti. Se si fa attenzione, si possono sentire i rumori del traffico e della quotidianità.
Anticipato dalle canzoni “La vita breve dei coriandoli” e “Mantieni il bacio”, il concept album esce domani, venerdì 29 gennaio 2021, a 4 anni dal precedente “Anime di carta” e a 2 anni dall'incidente stradale che l'ha visto coinvolto: “Ho chiesto di essere solo oggi, perché l'album nasce da una grande solitudine. Questa voce non ha cantato per tanto tempo, ora è tornata a parlare e ci tenevo a farla sentire per raccontare il disco, che è una grande riflessione sul dolore. L'album è finito da parecchio tempo e ne ha già affrontate tante, tra cui la pandemia: nasce insieme ai concerti sul palco del Teatro San Babila di Milano, dall'esigenza di cristallizzare un momento nero e bruttissimo. Doveva uscire un anno fa, era già previsto un grande tour, si parlava di teatri bellissimi, avevo già immaginato tutto. Poi il mondo è cambiato e si è fermato: spero di cantarlo dal vivo quando si potrà”.
4 LIBRI. La realizzazione del progetto è stata influenzata da alcune letture in particolare:
1. “Diario di un dolore” di C. S. Lewis (1961). A ispirare il titolo dell'album, “La Geografia del Buio”, è il grande autore fantasy britannico con questa raccolta di “lettere a se stesso” dopo la perdita della moglie Joy: “Il buio vero non è così abile nelle sceneggiature: non c'è un momento esatto in cui finisce, bisogna conviverci. Lewis insegna che il dolore è una storia, un processo, non uno stato. Due anni fa avevo appena ricominciato a parlare e a vedere cosa succedeva fuori dal mio corpo”, spiega Michele Bravi, “Quando Andrea Bajani mi ha detto che la musica non salva da niente, però aiuta a disegnare il labirinto. Il disco è il disegno di quel labirinto: è una storia che racconta come si convive con il buio, non sul come si ritrova la luce. Parlo sempre di orientamento, perché al dolore bisogna trovare uno spazio: non va stritolato né nascosto ma mostrato in mezzo al salotto, puntandoci una luce sopra. Prima è un mostro sulle spalle, poi deve diventare un bambino che ci si porta dietro: una casa senza luce è comunque una casa, occorre arredarla e imparare a viverci”.
2.“L'amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez (1985). “È un classico della letteratura moderna che ho letto solo di recente. Voglio sperare che, come accade nel romanzo, questo disco possa ridurre le distanze, anche tra me e la persona che me l'ha regalato
3. “Promemoria” di Andrea Bajani (2017). “Il brano 'Tutte le poesie sono d'amore' nasce da questa raccolta di poesie. Il contrario dell'amore è l'indifferenza: anche un messaggio d'odio contiene un qualcosa in comune alla base. Ci tenevo tantissimo che queste canzoni fossero un manifesto della volontà di parlare d'amore
4. “Il sussurro del mondo” di Richard Powers (2018). “Basta praticare più umanità: è la ricetta di questo libro, che ha vinto il Premio Pulitzer. Dobbiamo essere più umani nel vivere questo periodo così duro
6 PERSONE PREZIOSE. Oltre allo scrittore Andrea Bajani, ci sono altri amici e conoscenti che hanno fatto particolarmente sentire la propria vicinanza a Michele Bravi: “Ci sono persone che non hanno la capacità e la possibilità di decifrare il dolore. Alcune non hanno capito che non avevano di fronte me ma il mio dolore. La gratitudine è per quelle persone che ci sono state per tutto il tempo e quel dolore l'hanno protetto”.
-Federica Abbate: “Ha regalato tanto di sé a questo disco e ha protetto tanto di me
-Chiara Galiazzo: “Ci tenevo che ci fosse anche lei perché dopo la sera in cui abbiamo duettato a teatro mi sono accorto che avevo una luce diversa sul viso e la mia voce è tornata davvero a cantare
- Rosario Fiorello e Maria De Filippi: “Hanno fatto dei gesti importanti nei miei confronti"
- Fedez e Chiara Ferragni: “Sono stati i primi. Lui mi ha invitato a Los Angeles, mi ha portato in uno studio di registrazione ma non è nato nulla, tranne un rapporto incredibile. Me li ricordo con un'accoglienza e un'umanità infinita, anche se lui dice che non hanno fatto niente; erano presenti anche ai concerti a teatro. Avevano solo la voglia di vedermi risplendere nel buio: sono grato a tutte queste persone
MUSICA E TERAPIA.È il disco d'amore più grande che io abbia scritto e interpretato, l'unica forza propulsiva è nella condivisione del dolore”, dichiara Michele Bravi, “Il dolore entra nella vita con un'invadenza senza precedenti: insisto sull'importanza della terapia, l'EMDR in particolare, e sull'ascolto del corpo. Il dolore straccia la vita, è importante che venga affrontato con il cinismo con cui si affronta una malattia. Non è stata la musica a salvarmi ma la terapia: il dolore va portato in uno studio medico, solo dopo arriva la musica, quando puoi decifrare il dolore”.
L'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio psicoterapico che aiuta a superare eventi traumatici: “Non riuscivo a decifrare il reale, per farlo avevo bisogno di simboli, metafore e aneddoti: così mi si è incollato il ricordo di un episodio delle lezioni di francese dei tempi della scuola. La mia professoressa raccontava: a un certo punto il signor Eiffel decide di costruire questa grande torre di metallo a Parigi ma un critico inizia ad attaccarlo e ad accusarlo di voler rovinare il paesaggio della città più bella del mondo. Il critico continua poi a stare sempre dentro la costruzione e un giorno spiega: l'unico modo per non vedere quell'obbrobrio è starci dentro. Così è il dolore”.
Alla domanda di Radio Italia su come sta vivendo questo periodo di pandemia e di crisi dell'Italia dal punto di vista personale, Michele Bravi risponde: “Collaboro con il mondo dell'emdr anche per aiutare. Posso confermare che in questo momento c'è un problema enorme: questa incertezza avrà ripercussioni. Spero che questo album possa servire. Nel disco, nella prima traccia, c'è un bigliettino che mi ha lasciato questo ragazzo prima di andarsene dall'altra parte del mondo, con scritto di non pensare al futuro. Penso che è il momento di essere più umani”.
LE CANZONI. I 10 brani dell'album nascono sul “divano grigio di casa” da “frasi appuntate nel corso dei mesi di buio e silenzio”: “Spesso non ho più capito a cosa si riferissero”, ricorda Michele, “È un duetto costante tra la mia voce, il silenzio e il pianoforte suonato da Andrea Manzoni, il tutto sempre sull'orlo della stonatura. Mi piaceva che ci fosse una storia nascosta, che si sentisse lo scricchiolio della sedia, il respiro del musicista, il ronzio del frigorifero”. Il cantante commenta così la tracklist:
- Mantieni il bacio
. “Prima, quando parlavo della mia sessualità, avevo un po' un atteggiamento 'rivoluzionario', pensavo che non servisse parlarne. Ora ho riscoperto la libertà della comunità lgbt e ho ribaltato la mia posizione: l'amore non è un atto privato o individuale, ma pubblico e va condiviso, quale che sia la sua forma. Non significa essere obbligati a esporsi in prima persona ma il mio invito personale è: chi ha il coraggio si esponga. Ricordo il mio primo bacio e quella voce che diceva: forse stai facendo la cosa sbagliata. Spero che chi ascolta 'Mantieni il bacio' senta forte il sapore di quel bacio, senza più nessuna voce insistente. È una canzone che fa da ariete del disco: la scrive a 8 anni Federica Abbate dopo la perdita di nonna Ella. Federica è una delle mie migliori amiche, mi ha regalato la melodia, poi si sono aggiunte le parole di Alfredo Rapetti Mogol (Cheope)”.
- Storia del mio corpo. “Parlo dell'unico luogo in cui continuavo a sentire sempre insistentemente il dolore: il mio corpo. È la canzone che scuote di più perché tutti sentiamo epidermicamente quelle sensazioni
- A sette passi di distanza. “La scrivo dopo un vocale che si può ascoltare nel disco. Mentre la spiego ad Andrea, a mia insaputa parte la registrazione e la mia esecuzione viene così 'trattenuta', con le mie dita tese e incerte. È un brano completamente strumentale, che suono io al piano e che segna la chiusura del percorso attraverso 'La Geografia del Buio' in cui l’ascoltatore impara a orientarsi: è un concept album ma soprattutto una storia di convivenza con lo spessore ruvido del dolore”
I NONNI E L'UMBRIA. “Sono cresciuto principalmente con i miei nonni, in una famiglia di grandi lavoratori”, racconta Michele Bravi, “Mio nonno mi ha mostrato il valore fortissimo della resilienza e tuttora mi dà consigli: mi hanno insegnato che nella vita il dolore c'è, bisogna essere indistruttibili. Mi hanno insegnato anche il valore del corpo e della terra. C'è un posto in particolare dell'Umbria a cui sono affezionato tantissimo, pur non essendo credente: la piccola chiesa della Porziuncola, per me, ha un'energia incredibile, ci passo sempre, è dove San Francesco ha ricevuto la vocazione. Sono molto legato a quel luogo e ad Assisi in generale”.
3 CURIOSITA'.
1. La copertina dell'album è piena di simboli ed è fatta con cose recuperate in un capannone: sono oggetti abbandonati, dal divano al comodino, ma tutti gli elementi hanno una storia alle spalle e un loro significato. La piccola foto che si intravede, ad esempio, racchiude una storia di famiglia dei miei nonni, il cappellino di lana è quello che usavo nei mesi di buio, poi c'è la mia coperta: la fotografia insomma racconta tutto il mio trauma”
2. Tutti i video e i visual del disco si apriranno sempre con un occhio perché nei momenti di buio vedevo solo nebbia, anche se ero dentro casa. C'è il dovere di appurare il proprio dolore, perché se no il dolore non risolto controlla la tua vita: dovevo aggiustarlo per gli altri
3.Le canzoni italiane che sono per me punti di riferimento? Ne dico due di Ivano Fossati: la prima è 'C'è tempo', una delle più belle mai scritte, e racconta la pazienza di affrontare un percorso. La seconda si apre così: 'La costruzione di un amore' / spezza le vene delle mani / mescola il sangue col sudore / se te ne rimane”.

Michele Bravi - Carte da decifrare (RadioItaliaLive 6^ stagione)