L'INTERVISTA24 ott 2023

Matteo Bocelli: "Ora sento la necessità di camminare con le mie gambe"

L'artista ha raccontato delle recenti "Fasi" della sua vita, caratterizzate dal primo album, dal tour mondiale e dal desiderio di continuare a crescere artisticamente

Matteo Bocelli, prima dell'esibizione di stasera (martedì 24 ottobre) a Milano, ci è venuto a trovare all'isybank Music Place, dove si è raccontato ai microfoni dei nostri speaker Mauro Marino e Manola Moslehi. In questo periodo, il cantante è impegnato nel suo tour "A night with Matteo", con cui sta toccando molti Paesi, in particolar modo gli Stati Uniti, dove sono in programma 13 appuntamenti.

Matteo Bocelli si è detto molto soddisfatto di come sta procedendo il tour e del suo album "Matteo", che rappresenta il suo desiderio di camminare con le proprie gambe, distaccandosi artisticamente dalla famiglia. Parallelamente agli impegni personali, per il 10 novembre è prevista l'uscita della versione deluxe di "A family Christmas" che vede la collaborazione tra Matteo, il papà Andrea e la sorellina Virginia.

Stavolta ti presenti con un album tutto tuo, che porta il tuo nome. Come mai hai deciso di chiamarlo proprio così?
All’inizio l’idea era di chiamarlo proprio “Fasi”, perché rappresentava una fase particolare della mia vita, fatta di tour e tanti impegni, ma poi eravamo preoccupati che non all’estero il titolo non venisse capito. Allora ho optato per “Matteo”.

Il titolo fa pensare che ci sia molto di te dentro a questo album, che è pop, un genere che si discosta da quello di… Andrea
Sì Andrea ha fatto il suo percorso, è nato in un’altra epoca. Io ho respirato tanto di quella musica e mi porto dentro molti pezzi. Poi ognuno ascolta musica diversa, cresce in modo diverso. E questo è il modo in cui sono io.

L’album “Matteo” arriva dopo 5 anni da “Fall on me”: cosa è cambiato in questi anni? Sei cresciuto da allora?
Si spera di sì, sono cresciuto, non in altezza perché quello andava già bene! In questi anni sono successe tante cose, anche spiacevoli come la pandemia, che è il motivo principale per cui è passato così tanto tempo prima di pubblicare “Matteo”. Poi c’è stato l’album di Natale “A family Christmas” e io intanto fremevo per far uscire la mia musica. C’è stato tanto lavoro di scrittura e produzione e ora ci siamo.

“Matteo” è composto da 12 brani, sia in italiano che in inglese. Tu infatti sei conosciuto in tutto il mondo
Canto in inglese da quando sono bambino, è una lingua che mi ha dato tanto e dà anche un respiro più internazionale al progetto. È una lingua che sento e la musica si deve sentire. Ci sono 7 tracce in inglese e 5 in italiano.

Per il tuo progetto il babbo ti ha dato qualche consiglio?
Quando si tratta di tecnica vocale sì, per quanto riguarda la scrittura invece no, perché lui è principalmente un interprete. Il miglior consiglio è fare ogni cosa con passione e con autenticità.

Il tuo disco vanta collaborazioni pazzesche, con artisti internazionali come Ed Sheeran e suo fratello
Sì ho avuto fortuna. Diciamo che alla fine Ed Sheeran si è arreso alla collaborazione! Sono sempre stato un suo grandissimo fan: lo vidi aprire un concerto di Taylor Swift e poi lo conobbi a Milano nel 2015. Quando poi mio papà mi ha parlato di una collaborazione con lui per “Perfect symphony”, gli ho detto “Falla subito!”. In concerto col babbo poi io cantavo la parte di Ed, era molto emozionante; il babbo aveva anche deciso di metterla dopo “Nessun dorma” perché gli è sempre piaciuta molto.

Ti trovi meglio a cantare in italiano o in inglese? Ricordati che sei su Radio Italia solomusicaitaliana…!
Son sincero, mi sento a mio agio in entrambe le lingue. Ovvio che l’italiano è una lingua di spessore: se in inglese ci si può esprimere in un modo, in italiano ce ne sono 10 diversi. Gli autori ci considerano spesso smielati perché ci esprimiamo in tanti modi diversi.

Intervista a Matteo Bocelli (24/10/2023)

Ti abbiamo appena ascoltato in una versione live di "Quella sbagliata", l'11esima traccia del tuo disco: qual è stata la scelta sbagliata raccontata nella canzone?
È una storia che abbiamo raccontato, che in quel momento ci sentivamo di mettere giù... Io prendo sempre come scusa questo esempio di Freddie Mercury: durante un’intervista gli hanno chiesto di cosa parlassero alcune sue canzoni e lui ha detto che preferiva non parlare di cosa ci sia dietro a una canzone, ma lasciare alla libera interpretazione.

Ti va di parlarci a “A night with Matteo”?
Sono veramente felice e soddisfatto: per ora abbiamo fatto 12 date su 14 in Europa ed è bello bello bello. Quella di stasera è forse la più sentita perché canto per l’Italia, per il mio Paese, per parenti e amici. Poi sarò in America fino a Natale. Stare sul van con la crew è sempre bellissimo.

Ti senti più in ansia di fronte a pezzo di cuore piuttosto che all’estero
Sono talmente legato all’Italia che quando vengo qui è sempre un’emozione incredibile, poi quando si fa musica è bello ovunque.

Il 10 novembre uscirà la versione deluxe “A family Christmas”. È stato emozionante lavorare con papà e tua sorella Virginia?
È bello fare musica in generale e se la fai con persone a cui vuoi bene è ancora più bello. Poi questo è un momento della mia carriera in cui sento la necessità di camminare con le mie gambe.